mercoledì 28 luglio 2021

DECINE DI BARCONI CARICHI DI TUNISINI CLANDESTINI IN LARGA PARTE INFETTI INFUGA DALLE CARCERE, PRONTI A PARTIRE PER L'ITALIA, SI PARLA 15 MILA TUNISNI IN ARRIVO ENTRO IL 31 LUGLIO.





 BREAKING NEWS, INVASIONE

DECINE DI BARCONI ISLAMICI IN ARRIVO: IN 15MILA TUNISINI PRONTI A PARTIRE

LUGLIO 28, 2021












































La crisi tunisina rischia di vomitare in Italia altre decine di migliaia di clandestini tunisini, per lo più infetti e delinquenti in fuga dalle carceri.

Lampedusa soprattutto ma in altri punti di approdo nel Sud Italia, dove gli arrivi di scrocconi si sono moltiplicati negli ultimi giorni, spingendo le autorità locali a chiedere al governo nuovi e tempestivi accordi con il Paese del Nord Africa.

Secondo fonti di stampa tunisine, in 15 mila, infatti, sarebbero pronti ad imbarcarsi per raggiungere l’Italia.

Ad approfittare della caos istituzionale a Tunisi e dell’allentamento dei controlli sono pronti i trafficanti di essere umani che, dopo la frenata dovuta alla pandemia nel 2020, hanno negli ultimi mesi incrementato il “volume d’affari criminali”. Esattamente quanto accaduto durante la Rivoluzione dei Gelsomini nel 2011.

Ma ciò che sconvolge è che l’Italia, come sempre, stia a guardare e sperare che le cose si aggiustino in Tunisia. Senza prendere un ruolo proattivo: tipo un blocco navale che chiuda i porti tunisini come già fatto con l’Albania. Magari poi evitando di fare quello che fece Prodi: farli arrivare con i permessi in altro modo.

Nel 2011, contestualmente alla Rivoluzione dei Gelsomini e al conseguente afflusso a Lampedusa di 22 mila cittadini tunisini nei primi mesi dell’anno, l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni e il suo omologo tunisino Habib Hessib hanno siglato a Tunisi un nuovo accordo per gestire “l’emergenza immigrazione”. La parte tunisina si impegnava a rafforzare il controllo delle coste e ad accettare il respingimento diretto da parte dell’Italia nei confronti dei migranti tunisini sbarcati in modo irregolare sulle coste italiane dopo il 5 aprile 2011.

All’epoca i tunisini venivano reclusi a Lampedusa e da lì rimandati in Tunisia. Oggi, invece, la strategia di Lamorgese è diffonderli su tutto il territorio italiano.






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