CIECO A MESSA CON IL CANE GUIDA, DIRETTORE CARITAS LO CACCIA
È andato a messa accompagnato dal suo cane guida, ma alla fine della funzione il parroco lo ha ripreso dicendogli che in futuro avrebbe dovuto lasciare l’animale fuori dalla chiesa. Lo ha raccontato lo stesso non vedente, che qualche giorno prima di Natale era stato nella chiesa di Santo Stefano, a Sesto San Giovanni.
“Domenica mattina, mi reco, accompagnato da Pepe, il mio cane guida, presso la Parrocchia di S.Stefano – racconta l’uomo sulla pagina Facebook ‘Sesto Segnalazioni’ -. Come abitualmente faccio, in questa come nelle altre Chiese dove mi capita di recarmi, mi fermo appena oltrepassato l’ingresso, per essere pronto ad uscire nel caso Pepe dovesse disturbare la funzione, cosa che può capitare in ragione di vari eventi quali grande affollamento o presenza, non infrequente, di bambini che corrono quà e là inseguiti dai genitori”.“
“Pepe, stretto tra le persone in coda e quelle di ritorno nell'affollato corridoio, si agita un po’ e abbaia, strettamente trattenuto vicino alle mie gambe dalla mano in presa sul suo collare. Di ritorno la signora, cui chiedo di riaccompagnarmi verso l’uscita, mi dice che il prevosto le ha espresso il desiderio di parlarmi”. È successo domenica alla basilica di Santo Stefano, dove al termine della funzione si è tenuto uno scambio di battute tra il fedele, Francesco, e il prevosto, don Roberto Davanzo, che aveva celebrato la messa. Un colloquio che non è piaciuto al ragazzo, che ha manifestato il suo dispiacere con un post sui social, che ha ricevuto centinaia di commenti di solidarietà.
“Attendo in chiesa per oltre dieci minuti dopo la fine della funzione, convinto di una buona parola”, continua Francesco. Secondo il ragazzo, il parroco gli avrebbe chiesto di “lasciare il cane fuori per tutelare le persone che vengono a messa”. Uno scambio di parole che ha lasciato l’amaro in bocca al fedele, che si è sentito rifiutato. “Chiese ce ne sono altre e troverò accoglienza altrove, ho risposto. E, allungando la mano per salutare, questa è rimasta nel vuoto”.
Il parroco nega e parla di “incomprensione” (se ne sarebbe andato il cieco che ‘pretendeva’ di tenere il cane accanto a sé). Sarà. Ma intanto don Roberto Davanzo è il locale direttore della Caritas, impegnato nel diffondere immigrati in zona:
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