ONG TEDESCHE NON SANNO DOVE SCARICARE 50 CLANDESTINI
Nono giorno in mare per i trafficanti umanitari della ong tedesca Sea Watch, alla quale da alcuni giorni si è aggiunta l’altra ong tedesca Sea Eye. Il carico raccolto è di una cinquantina di clandestini.
Da quando l’Italia ha chiuso i porti il traffico è molto più difficoltoso. Vuoi mettere fare la spola tra la Libia e l’Italia? Ora, invece, Open Arms deve limitarsi ad un carico al mese, da traghettare in Spagna.
E le ong tedesche si trovano a dovere elemosinare un porto. Perché in Libia non vogliono riportare il loro carico: chi li finanzia esige che i clandestini finiscano in Europa.
“Nessun Paese concede l’approdo – ha scritto su Twitter Sea Watch – Da nove giorni, in condizioni ormai proibitive, a bordo della Sea Watch 32 persone tra cui 3 bambini piccoli”. Dovevate lasciarli alla Guardia Costiera libica.
“Chiediamo che vengano sbarcati tempestivamente in un porto sicuro vicino”, il bizzarro monito dell’Unhcr, quelli delle carte di credito ai clandestini.
Intanto, l’altra nave dei trafficanti umanitari tedeschi, la Professor Albrecht Penck della ong Sea Eye, sta chiedendo a sua volta un luogo dove sbarcare i suoi 17 clienti. Dopo avere disobbedito agli ordini del governo tedesco di consegnarli alla Guardia Costiera libica.
Ci aspettiamo che ora perda la bandiera tedesca. E’ probabile che il governo tedesco finisca per prendersi i clandestini, che saranno sbarcati a Malta. Ma che tolga la bandiera alla Sea Eye (mentre l’altra ha bandiera olandese).
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