sabato 15 gennaio 2022

 BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI, INVASIONE, MILANO

JIHAD SESSUALE A MILANO: “ABBIAMO IL DIRITTO DI STUPRARE LE VOSTRE DONNE”

GENNAIO 15, 2022








A Milano, in piazza Duomo, nella notte di San Silvestro, decine di ragazze hanno subito violenze sessuali di gruppo ad opera di branchi di ragazzi immigrati, nordafricani.


Esattamente come a Colonia, nessuno nega l’esistenza dei fatti, ma l’atteggiamento prevalente è quello di relativizzarli. Un “tutto il mondo è Paese” in cui si sottolinea che anche gli italiani stuprano, anzi sono peggiori. Che i fatti di Piazza Duomo sono gravissimi, ma i femminicidi sono molto più frequenti. Le femministe sono convinte che la colpa, a prescindere dalla cultura, sia il “maschio” e la sua tendenza alla prevaricazione sul corpo della donna. In alcuni casi viene addirittura equiparata la violenza di gruppo a Milano con la pacca incassata in diretta da una cronista sportiva ad opera di un tifoso della Fiorentina. Ma sono paragonabili le due tipologie di crimine?

Souad Sbai, politica marocchina residente da anni in Italia, parla di una strategia dietro, di una pianificazione.

“Guardando i video di piazza del Duomo – spiega Sbai – si evince che si trattava di veri assalti, molto più che aggressioni sessuali. Non mi risulta che gruppi organizzati di italiani, parliamo di decine di persone, quaranta, anche cinquanta, si organizzino per assalire le donne. In Piazza Duomo è stato condotto un assalto con una regia precisa. Le vittime vengono isolate, le squadre di assalitori si dividono i compiti: ci sono tre cerchie attorno alle vittime, quella esterna tiene lontana la gente e la distrae, c’è chi si incarica di distrarre le vittime, magari anche fingendo di difenderle, per disorientarle ma anche per spezzare la loro volontà di resistere. Anche chi filma ha il suo ruolo. La gente attorno non si rende conto di quel che succede, perché le cerchie esterne sono ampie e quel che avviene dentro è nascosto. È un gioco di squadra, appunto, un’azione deliberata e pianificata, non c’entra nulla con la violenza sessuale individuale”.

Secondo Sbai, gli agenti sono gli ultimi a cui si potrebbero rivolgere accuse, proprio perché: “È un’azione troppo subdola per potersi rendere conto, da esterni, di quel che sta avvenendo. C’è chi ride, chi urla, chi abbraccia le ragazze o addirittura finge di soccorrerle e portarle fuori dal branco. È un gioco di dissimulazione molto raffinato, se non è presente qualcuno dei Servizi, ma solo regolari agenti di polizia, è difficile che ci si renda conto. La violenza vera avviene nella cerchia più interna e nessuno la vede”. Peggio, invece, è il comportamento delle autorità di Milano, della giunta Sala: “La sinistra governa la città da dieci anni. Sanno qual è il rischio e non sono riusciti a prevenirlo. Possibile che non lo abbiano ancora capito? In ritardo anche le scuse: non occorrevano dieci giorni per prendere le parti delle donne violentate in piazza”.

Ciò che impressiona maggiormente di questi episodi è l’organizzazione. Fra gli arrestati ci sono giovani immigrati residenti in tutto il Nordovest italiano, anche da Torino, che si sono dati appuntamento a Milano. Alcuni arrestati stavano per fuggire all’estero. “E dove, che tutti i voli per i Paesi nord africani sono fermi? – si chiede Sbai, che formula la sua ipotesi – Molto probabilmente avevano intenzione di andare in Francia, dove hanno una vasta rete pronta a proteggerli, come è avvenuto con lo zio di Saman, fuggito oltralpe”. Ma se esiste un’organizzazione così vasta, possibile non trovare una regia? Souad Sbai mette in guardia: “I Fratelli Musulmani sono sempre dietro l’angolo. Formalmente si presentano come democratici in giacca e cravatta, segretamente organizzano anche atti di terrorismo”. E se questo terrorismo non è, “è una forma di conquista e controllo del territorio”. “Lo scopo è far capire che sono qui per controllare il territorio. Colpire le figlie, colpire le ragazze è un punto molto debole di ogni società”. C’è una valenza “religiosa”, interpretata letteralmente dagli islamisti: “Fa parte di un certo pensiero islamista, fa parte del jihad. Chi conquista, ha il ‘diritto’ di prendere e stuprare le donne. La prima cosa da fare è ‘violentare le loro donne’”.









Dobbiamo espellerli. Salvini dovrà chiedere aiuto a Trump e Putin. Se le due prime superpotenze ci sostenessero, potremmo mandarne via tanti.
Le forze dell’ordine e armate andrebbero a snidarli ovunque si trovassero, che avessero o meno la cittadinanza. Il segreto di stato coprirebbe probabili incidenti.
Verrebbero chiusi in centri per l’espulsione verso un paese terzo.

Abbiamo poco tempo. Noi siamo sempre meno numerosi e sempre più rammolliti. Loro sono sempre più numerosi e galvanizzati dall’ascesa demografica. Stanno diventando la maggioranza nelle principali città europee, come possono non credere di essere sostenuti dal loro dio. Si sentono alla ribalta della Storia. Vedono il destino manifesto. Tutti questi fattori esacerbano parossisticamente la loro indole violenta.

Tra pochi decenni, appena l’Otan si sarà sciolto e gli Americani si saranno ritirati, saremo aggrediti dalle nazioni mussulmane rivierasche, la Turchia sarà la e alla testa, seguite da quelle arabiche, asiatiche profonde e subsahariane.
Non avremo la forza di combattere anche una guerra razziale esterna.
Finché siamo in tempo dobbiamo ripulirci qua dentro.
Dobbiamo anche ripristinare il servizio militare obbligatorio, rafforzare le forze armate (da cui dovranno essere tenuti fuori i mussulmani, proibendo la leva a chi ha la cittadinanza da meno di 15 anni), ricostituire la Guardia nazionale e munirci di bombe atomiche. Su quest’ultimo punto potremmo farci aiutare dagli Americani, i quali in passato aiutarono Ebrei e Francesi.





Errata corrige: Non avremo la forza di combattere anche una guerra razziale interna.




Le femministe relativizzano gli stupri commessi dai sifilitici afroislamici, mentre quelli degli italiani li enfatizzano. E usano l’argomento del maschilismo e del patriarcato (che sono due cose distinte e separate) solo ed esclusivamente contro il maschio di razza bianca.



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