MILANO, ITALIANI IN VIA DI ESTINZIONE: LO CONFERMA COMUNE
La densità delle presenze straniere a Milano non rappresenta la criminalità della città, ma l’elevato numero fa pensare che siano incentivati fenomeni di delinquenza spesso ad opera degli ospiti. Ci sono casi di violenza, di spaccio, di abusivismo che vedono protagonisti spesso nordafricani. Con conseguenze, ad esempio nelle scuole, che diventano veri problemi di adattamento. Manca un serio programma di integrazione, manca l’intenzione di analizzare gli effetti di una così imponente presenza.
Silvia Sardone
Venerdì
Dai dati che ho potuto apprendere in risposta a una mia interrogazione comunale ho scoperto che in diverse zone di Milano la quota di stranieri è altissima rispetto alla media della città (19,8% stranieri). Il Municipio più colpito dal fenomeno dell’immigrazione è il 2, dove ogni tre residenti uno è straniero. Il sogno della sinistra è una Italia meticcia!
Scrive Silvia Sardone del gruppo misto in Comune “Dai dati che ho potuto apprendere in risposta a una mia interrogazione comunale ho scoperto che in diverse zone di Milano la quota di stranieri è altissima rispetto alla media della città (19,8% stranieri). Il Municipio più colpito dal fenomeno dell’immigrazione è il 2, dove ogni tre residenti uno è straniero. Tra viale Monza, Loreto, e via Padova vivono 8.700 filippini, 7.000 egiziani, 5.300 cinesi, 3.600 bengalesi, 3.000 peruviani, solo per citare le etnie più rappresentate. Secondo la sinistra Nolo (come se cambiando il nome di un quartiere spariscano i problemi …) è il meglio di Milano proprio per via del suo multiculturalismo, peccato però che la realtà e le cronache cittadine dicano tutt’altro vista la prostituzione a cielo aperto, lo spaccio, le occupazioni abusive e gli accoltellamenti tra latinos. Un altro caso emblematico riguarda il Municipio 9, dove ogni quattro residenti uno è straniero: qui ci sono 9.000 cinesi, 7.800 egiziani, 5.300 filippini. Parliamo di zone come via Imbonati, dove trovare un negozio italiano è diventato un miraggio e dove spopolano i money transfer illegali per riciclare denaro, Bovisa, Maciachini, Fulvio Testi. Parliamo di cifre e percentuali causate da una gestione dell’immigrazione da parte della sinistra negli ultimi anni assolutamente ingestita. Numeri che ovviamente vanno a ripercuotersi nelle scuole dell’obbligo, che proprio nei Municipi 2 e 9 presentano le più alte quote di alunni stranieri (piazza Gasparri 72,5%, via Crespi 67,5%, via Russo 65% per quanto riguarda le elementari; Russo 81%, via Giacosa 70,5%, via Crespi il 70) Così Silvia Sardone, consigliere regionale e comunale del Gruppo Misto. Gli altri municipi ad alta densità di extracomunitari sono il 4, il 7 e l’8, dove ogni cinque residenti uno è straniero. Si tratta del Corvetto, di San Siro, di Quarto Oggiaro: quartieri popolari abbandonati dalla sinistra e preda di occupazioni abusive gestite da rom e nordafricani col supporto dei centri sociali coccolati dall’amministrazione comunale. Ovviamente il Municipio con la quota più bassa di immigrati è l’1, quello dei salotti chic tanto cari a Sala e compagni, dove solo il 12% dei residenti è straniero. In tutta Milano ci sono 40.000 egiziani, considerando ovviamente solo i regolari, praticamente una città intera di dimensioni medie: una popolazione che nella stragrande maggioranza dei casi non è minimamente integrata col resto della città e basta farsi un giro nel ghetto islamico di San Siro per capire che è così.”
Secondo uno studio che abbiamo già presentato,questo sarà l’andamento della presenza musulmana in Europa nei prossimi anni, a seconda del livello di immigrazione:
Ai ritmi attuali, in Italia avremo oltre 8 milioni di residenti musulmani entro il 2050:
I numeri ci dicono che oltre il 19 per cento della popolazione residente non è italiana già oggi.
E già oggi, circa un terzo dei nuovi nati è straniero. Incrociando i dati della ricerca PEW e gli attuali numeri di Milano, visto che la crescita di immigrati musulmani mima quella degli immigrati in generale, si scopre che, a questi ritmi, e senza opporsi, nel 2050 questo comune sarà abitato da una minoranza italiana del 40%. Il resto, tutti immigrati e figli/nipoti di immigrati, sarà composto da un 25% di islamici e un 35% di altra religione. Sono numeri arrotondati.
Se diamo ragione al grafico in alto, il punto di non ritorno per Milano, che la renderà la prima grande città ‘italiana’ a maggioranza straniera, arriverà intorno al 2040, quando la presenza di immigrati islamici e non sarà cresciuta di un fattore superiore a 2.5 rispetto a oggi.
Quindi, se non facciamo qualcosa, i figli di chi oggi va a scuola, conosceranno una Milano dove sono stranieri.
Quando vi dicono che non c’è alcuna invasione, mentono. Non è assolutamente il tempo di votare partiti moderati. Ci potrà salvare solo quello che loro chiamano ‘estremismo’.
Perché sia chiaro: questa è una guerra combattuta a colpi di ‘bambini’. E tutto questo accadrà solo se ci arrendiamo. Ma la resa non è tra le opzioni.
Perché se già oggi che sono minoranza si permettono di pregare Allah davanti al Duomo, quando saranno maggioranza ne faranno una moschea.
Già oggi, a Milano ci sono 53 scuole primarie e 28 secondarie dove il 30% dei bambini sono stranieri.
Delle 53 primarie dove viene superata la quota del 30% se ne contano addirittura 20 dove più della metà degli alunni è di cittadinanza non italiana: su tutte il caso emblematico della scuola di via Paravia a San Siro, dove gli stranieri sono l’83%. Una massiccia presenza di bambini immigrati la si trova anche nelle scuole di piazza Gasparri (72,5%), via Crespi (67,5%), via Russo (65%).
E le medie. Delle 28 dove viene superata la quota del 30% ne troviamo 8 dove oltre la metà degli alunni è straniera. Alla Vincenzo Russo l’81% di bambini sono immigrati, in via Giacosa il 70,5%, in via Crespi il 70%. Ovviamente si tratta sempre di scuole situate in periferia. San Siro, Comasina, via Padova, Corvetto: tutti quartieri dove l’italiano viene parlato poco anche per strada visto che le case popolari sono ormai pressoché abitate da soli stranieri.
E’ tempo di abrogare la legge sui ricongiungimenti familiari, prima che sia troppo tardi.
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