domenica 31 marzo 2019

APPENA SCARCERATO SPEZZA OSSA AD AGENTE: NON PUÒ ESSERE ESPULSO PERCHÉ DROGATO




La polizia ha arrestato lo scippatore seriale che da settimane terrorizzava le vecchine italiane. E, ovviamente, è un immigrato. 

A finire in manette un 43enne georgiano, A. G., uscito poco meno di un mese dal carcere per la scadenza dei termini di custodia cautelare, revocata dal giudice che gli aveva applicato l’obbligo di firma: lui firmava, e poi andava a scippare le vecchiette. Geniali questi magistrati.
E pensare che in carcere l’immigrato stava espiando una condanna di 9 anni in primo grado – ridotta dieci giorni fa a 5 anni in Appello (pena non ancora definitiva) – per una rapina commessa in appartamento il 5 febbraio del 2017, sempre a Reggio.
Quella sera intervenne una volante e un agente nel tentare di bloccarlo ingaggiò una colluttazione nella quale il georgiano gli sfilò la pistola dalla fondina per poi puntargliela. Alla fine fu arrestato e accusato pure di tentato omicidio, ma assolto poi dal giudice per “assenza di volontà omicidiaria”.
Il migrante – che già qualche giorno fa avrebbe rubato una macchina cambiamonete da un bar di via Petrolini – ha messo a segno ieri l’ennesimo scippo di una borsetta in via Corti, ai danni di un’anziana 96enne per poi fuggire in bicicletta. Una volante della questura l’ha raggiunto e arrestato non senza difficoltà: anche stavolta è nata una colluttazione in cui un poliziotto ha riportato una frattura e oltre un mese di prognosi.
Il georgiano – clandestino, ma non può essere espulso perché affetto da diverse patologie dovute alla sua tossicodipendenza (per legge, lo Stato italiano deve garantirgli le cure prima di rimpatriarlo) – ora si trova in carcere. Durante la fuga ha gettato il bottino in un fossato, dov’è stata rinvenuta un’altra borsetta appartenente alla vittima che ha subìto uno scippo – sempre ad opera del georgiano – pochi giorni fa nella stessa zona.
Quindi, ricapitolando: questo ruba, pesta poliziotti e tenta di ucciderli. Ma non possiamo espellerlo, perché si droga.

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