venerdì 28 dicembre 2018

COOP CONTRO TAGLI ACCOGLIENZA: “PERDIAMO LAVORO”





Ieri mattina la delirante protesta dei parassiti dell’accoglienza, davanti al palazzo della Provincia, a Trento, contro i tagli al business decisi dal nuovo governatore della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Che del resto non fa che applicare quanto promesso in campagna elettorale. I finti profughi non potranno più viaggiare gratis, ad esempio.
Il presidio organizzato dai sindacati Cgil Fp e Cisl Fisascat contro i tagli che, dicono, colpiranno oltre un centinaio di ‘lavoratori’. Non è un lavoro pulire il culo agli invasori a spese dei contribuenti: è parassitare.
“Senza assistenza per imparare l’italiano o per l’orientamento al lavoro – si lamentavano i sindacati – aumenteranno le difficoltà del migrante per rapportarsi con gli enti pubblici e privati del territorio: quindi maggiori code al pronto soccorso o quelle in un qualsiasi ufficio perché il migrante non conosce una certa procedura o non sa come muoversi. E quindi maggiore marginalità, esclusione,insicurezza sociale”. In pratica: o pagate loro e noi che li coccoliamo o si incazzano. Meglio spendere gli stessi soldi per rimandarli a casa, tanto spacciano lo stesso.
Presenti alla manifestazione un’ottantina di persone. Nemmeno tutti i parassiti.
Ricordiamo che solo circa il 10% dei richiedenti asilo presenti nelle strutture riceve poi lo status di rifugiato, il resto sono clandestini.
Sulla manifestazione è arrivata la replica di CasaPound.
«Alcuni operatori delle Coop stamattina hanno protestato sotto la Provincia, –si legge nella nota di Filippo Castaldini – insieme ai sindacati. Il messaggio: quello di richiedere una maggior tutela per quello che è il business dell’accoglienza. Gli stessi sindacati che hanno assistito in silenzio e prostrati alla distruzione dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori, ora difendono a spada tratta gli immigrati e le cooperative che hanno fatto dell’accoglienza la loro fonte di reddito»
VERIFICA LA NOTIZIA
«Gli stessi sindacati che agli incontri elettorali non invitano CasaPound e che scendono in piazza per chiedere la nostra chiusura. Ancora una volta, la nostra voce si alza per ricordare la natura di chi difende l’accoglienza per interessi personali, dimenticando tutti quegli italiani che ancora hanno bisogno»



Nessun commento:

Posta un commento