MASSACRATO A MARTELLATE DAL FIDANZATO MAROCCHINO DELLA FIGLIA: FA LA LINGUACCIA
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L’afroislamico ha infierito con più colpi di martello in testa. Questa è la vera guerra, quella che ci siamo portati in casa con i figli degli immigrati. E che alcune poco di buono portano nelle proprie case.
Ha ammesso davanti al gip del tribunale di Bergamo, Vito Di Vita, come già aveva fatto con pm e carabinieri, di aver ucciso l’imprenditore Anselmo Campa usando un martello trovato in casa sua, al culmine di una lite. Oggi Hamedi El Makkaoui, marocchino di 22 anni, in passato fidanzato con Federica Campa, figlia ventenne della vittima, è comparso davanti al gip e ha raccontato di aver raggiunto, la sera di martedì scorso, la casa dell’imprenditore a Grumello del Monte per restituire alcuni oggetti dell’ex fidanzata (che in quel momento si trovava per lavoro in Egitto, da dove è ora rientrata) e di aver reclamato i soldi di una Renault Clio che Campa aveva acquistato anni fa per darla proprio alla figlia e a Hamedi, detto Luca, ma che nei giorni scorsi aveva venduto. L’auto era infatti intestata alla ditta dell’imprenditore e El Makkaoui gli aveva versato del denaro.
Il giovane al gip ha raccontato che Campa lo ha insultato e a questo punto lui ha afferrato un martello posto su una mensola e gli ha sferrato un colpo in testa. Dopo il quale – è la versione fornita dal ventiduenne incensurato, assistito dall’avvocato Fabio Marongiu – è scoppiata una colluttazione, nel corso della quale il giovane avrebbe dato gli altri colpi. La pm Maria Esposito contesta l’aggravante dei futili motivi. Domani il gip scioglierà la riserva sulla convalida del fermo e sulle misure cautelari.
Oggi è stata eseguita all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo l’autopsia sul corpo di Anselmo Campa: dall’esame è emerso che l’uomo è stato colpito al capo non con uno bensì con numerosi colpi di martello.
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