lunedì 28 dicembre 2020

 BREAKING NEWS, CORONAVIRUS

IL PIANO DEL GOVERNO: PASSAPORTO SANITARIO PER I VACCINATI, TUTTI GLI ALTRI DISCRIMINATI
































Vogliono una popolazione mandria da marchiare.






Un “passaporto sanitario” per chi ha ricevuto il vaccino? Nel futuro è una ipotesi da non escludere secondo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “È molto probabile – dice Sileri all’Adnkronos – che nel prossimo futuro per svolgere diversi tipi di attività sarà richiesto” in qualche occasione “di comprovare l’avvenuta somministrazione del vaccino. Non è però un tema di competenza esclusivamente interna: istituzioni internazionali quali la Commissione Europea e l’Oms stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale. Già ora, una volta effettuata, viene rilasciata una normale certificazione di avvenuta vaccinazione”. “Da questo documento al ‘passaporto sanitario’ c’è ancora molta strada da fare, ma è senz’altro uno sviluppo possibile”, osserva l’esponente del M5S.

Vaccino, qualcuno teme sterilizzazione di massa. Virologo: “Dubbi su chi è in età fertile”

Sul caso dei medici che rifiutano di sottoporsi al vaccino Sileri afferma: “Rimango perplesso quando sento di colleghi medici o infermieri restii a farsi il vaccino. Posso arrivare a capire le perplessità o anche la riluttanza di un normale cittadino che non ha studiato medicina e che non si fida ancora del tutto, ma penso francamente che chi, dopo anni di studio e di specializzazione in medicina e chirurgia e dopo aver visto tutto ciò che è accaduto in questi mesi, abbia ancora dei dubbi è meglio che cambi mestiere. Ma sono certo che si tratta di un numero ridottissimo di casi”.

Ma infatti. Cosa sarà mai farsi iniettare un vaccino di un nuovo tipo, testato solo per gli effetti collaterali a breve termine, per evitare un virus con una mortalità nelle categorie non a rischio molto bassa. Nel caso di medici e infermieri:

Sono tanti i sanitari contagiati dal Covid in Italia, 89.879 su 2.019.660
di casi complessivi da inizio pandemia.
I medici morti sono stati 273.

E proprio da loro si è partiti ieri con la campagna di vaccinazione, che vede
in questa prima fase coinvolti anche il personale e gli ospiti delle Rsa.
Il dato è rilevato dalla sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, ed è aggiornato al 27 dicembre. Negli ultimi 30 giorni su 413.381 casi di positività 16.923 hanno riguardato gli operatori sanitari.


Parliamo di una mortalità dello 0,3 per cento in una categoria che è a contatto diretto costante con il virus. E quindi un medico giovane dovrebbe rischiare effetti a lungo termine – tra i quali sterilità – per vaccinarsi contro un virus che ha una mortalità più alta dell’influenza ma molto più bassa di tante altre patologie che si possono contrarre in ospedale.

Senza contare che secondo diversi ricercatori, più preparati di Sileri, se questo vaccino dovesse impedire lo svilupparsi della malattia nei vaccinati ma non la sua circolazione, potrebbe favorire una mutazione del virus che diverrebbe più forte, mortale e, ovviamente, resistente ai vaccini. Anche a quelli tradizionali che verranno sviluppati nei prossimi mesi e che dovevamo attendere senza riempire di soldi Pfizer:

I virus possono diventare più aggressivi e pericolosi quando si usano vaccini ‘imperfetti’, ovvero vaccini che prevengono la malattia ma non la trasmissione del virus ad altri individui. Lo hanno scoperto i ricercatori statunitensi della Penn State University e i britannici del Pirbright Institute.

Alla luce di questi dati, pubblicati su Plos Biology, i ricercatori lanciano l’allerta, sia per i vaccini usati negli allevamenti che per i futuri vaccini umani contro Hiv, malaria ed Ebola.

I vaccini imperfetti, invece – spiega il coordinatore dello studio, Andrew Read – consentono al virus di sopravvivere, circolare ed evolvere verso forme più aggressive”. Questo è stato osservato con il vaccino contro la malattia di Marek nei polli. Lo stesso potrebbe valere anche per il vaccino contro l’influenza aviaria che viene usato negli allevamenti del Sudest asiatico per evitare l’abbattimento degli animali.


Qui è in gioco la nostra libertà e la nostra salute. Noi non siamo come altri siti sovranisti che hanno negato il virus, né come altri che sono contro i vaccini tout court, noi ci chiediamo come sia possibile vaccinare in massa una popolazione con un vaccino genico mai testato a lungo termine, per un virus che ha una mortalità non rilevante per individui non a rischio.




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