sabato 28 novembre 2020

PRODI: CI SERVONO 35 MILIONI DI CLANDESTINI, PERCHE' QUELLI SBARCATI SONO POCHI. LA SINISTRA HA PORTATO LA POVERTA' AGLI ITALIANI, PER FORZA ORA NON FANNO FIGLI. 




PRODI: “IN ITALIA CI SERVONO PIÙ IMMIGRATI, SONO POCHI”




Prodi dall’oltretomba con la solita stupidata del “ci servono più immigrati perché non facciamo figli”. Abbiamo milioni di disoccupati, ci serve lavoro per i nostri, case per i nostri, welfare per i nostri. La sinistra è eversiva e anti-italiana in tutte le sue forme, da quella ‘cattolica’ a quella ‘estrema’. Non possiamo condividere con chi ci vuole eliminare come popolo, possiamo solo eliminare – politicamente – prima loro. Ma abbiamo una opposizione educata e molle, che si gingilla sui sondaggi mentre gli altri governano e riducono l’Italia in macerie.

Siamo il Paese con la più bassa natalità del mondo: è un segno di stanchezza e disagio collettivo”. È l’analisi dell’ex premier Romano Prodi, che ieri era ospite del Festival della Migrazione di Modena organizzato in forma virtuale. In Italia, ha continuato il Professore, ci sono “5 milioni di stranieri, l’8 per cento della popolazione, un numero calato di 500mila rispetto al 2015: è chiaro, dunque, che chi parla di invasione lo fa con motivazioni politiche”.


L’idea del Professore è la solita: “Nel 1948 avevamo in Italia 45-46 milioni di abitanti, contro i 60 di oggi: allora nacquero più un milione di italiani, e oggi 400.000. È un trend piùmarcato rispetto a quelli di altri paesi europei. Per andare oltre queste contraddizioni, minimizzare le paure e riportare le cose nella loro realtà abbiamo bisogno di un centro di analisi complessiva, per dare risposte concrete”, ha specificato l’ex premier.

Sono calati perché hanno ottenuto la Cittadinanza, deficiente. Sono spariti solo ‘statisticamente’. Ma il vostro obiettivo è stato, da sempre, uccidere italiani – aborto – per importare ‘negri’.

Non crediate che il quasi milione di giovani maschi africani scaricati in Italia in questi anni dalla ex sinistra sia il mero frutto del caso: non è così. E’ un progetto a lungo termine che arriva da molto lontano.

Primo: non fuggono da alcuna guerra, non sono qui perché in cerca d’asilo. Sono qui per creare quel famoso esercito di riserva di marxiana memoria che le élite economiche – affamate di ‘negri’ – vogliono sfruttare, per spezzare definitivamente le reni ai lavoratori italiani.

E per farli arrivare, si ha prima destabilizzata la Libia, di fatto aprendo il tappo che li teneva in Africa, poi si è fatto cadere il governo italiano eletto nel 2011.

Il progetto parte da lontano. Lo spiegò uno dei padri ‘nobili’ del centrosinistra italiano, che ora M5s e PD vogliono al Quirinale, Romano Prodi.

Il piano è sempre stato qui, davanti ai nostri occhi.

E quello che oggi sta avvenendo, la sostituzione etnica attraverso massiccia immigrazione dall’Africa, non è un fenomeno subito da chi ci governava, ma la fase finale di un piano a lungo termine concepito dalle forze oscure della Globalizzazione che in Italia hanno i propri servi nell’odierno PD. Un piano che altro non è possibile definire se non di invasione e di integrazione forzata.

E c’è una data da tenere in mente. Questa data è il 18 settembre 1988. Perché ? Che accadde ? Dove ? Il luogo è Campi Bisenzio, comune alle porte di Firenze, l’evento è il Festival Nazionale de “L’Unità” , un Festival importante, ove si presentava alle “masse” il nuovo segretario nazionale: Achille Occhetto. E quella che segue è la testimonianza di un ‘infiltrato’.

Era un Festival per qualche verso diverso a tutti gli altri, erano scomparsi i gazebo dei paesi dell’Est, al loro posto c’erano quelli di varie industrie, anche multinazionali… Mi colpì la cucina multietinica – anche questa era una novità – e uno sparuto gruppetto di anziani , meno di dieci , che ascoltavano l’oracolo di un alto esponente del partito, un parlamentare presente anche in questa legislatura, che avevo conosciuto da ragazzo nei primi anni sessanta.

Mi avvicinai ed ascoltai : “Compagni, vi vedo preoccupati, ma non ne capisco la ragione… il Partito si è mosso. Sì all’Est siamo in crisi e può anche darsi che salti tutto per aria… Ma da noi non succederà niente. Per certi versi anzi è meglio… non ci potranno più accusare di essere i servi di Mosca…Dal prossimo anno faremo arrivare in massa gli extracomunitari, ci serviranno per rilanciare la lotta di classe, disarticolare l’Occidente e la Chiesa Cattolica.” Sbalordito ricordai subito la prosa profetica del mio Amico don Lorenzo Milani che sul comunismo, il 31 luglio 1966, ebbe a dirmi: “Il comunismo è la mediazione e l’organizzazione politica di ogni male, al fine di consentire, ad una classe dirigente parassitaria e brutale, la gestione di ogni forma di potere sulle spalle degli ultimi”. Credo che si possa affermare, senza ombra di dubbio, che il criminale cinismo dell’esponente comunista toscano, è perfettamente coerente con la prosa, lucidissima, del Profeta di Barbiana.

Il fatto, sul piano personale, mi sconvolse a tal punto dal trasformare la pacifica organizzazione del Movimento Solidale,1 che incarnava il Decalogo di Barbiana, nel combattente Movimento Autonomista Toscano, perché ero certo, per lunga esperienza e per l’autorevolezza dell’esponente comunista, che si trattava di una operazione gravissima che si sarebbe risolta in una aggressione a danno dei nostri Ultimi – giovani, anziani, ammalati, senza casa, disoccupati – e della nostra cultura ed identità. Fu seguita da allora, con estrema attenzione, la strategia comunista. Poco dopo il Festival de “L’Unità” inizio l’invasione clandestina cinese di San Donnino, non a caso frazione di Campi Bisenzio. I cinesi , raccontavano gli abitanti, arrivavano di notte ed andavano ad affollare capannoni obsoleti , si venne poi a conoscenza che i primi capannoni erano di proprietà di imprenditori falliti o semifalliti già demo “cristiani”.

I vigili urbani, capaci di censurare un tetto alzato di dieci centimetri, erano scomparsi, scomparsi anche i carabinieri, la guardia di finanza, la prefettura, la questura … Tanto che, un po’fessi, ci domandavamo: Chi gli ha dato l’ordine di non vedere ? Vi fu una reazione degli autoctoni che si costituirono in Comitato e stamparono una cartolina, nel davanti si vede il disegno della chiesa parrocchiale, mentre il cartello di San Donnino, viene coperto con la scritta “San Pechino”. Nel retro c’è la scritta : “Il paese della vergogna chiede aiuto !!”, c’è sotto un rigo per la firma e l’indirizzo del Presidente della Repubblica alla quale ingenuamente, molto ingenuamente… la povera gente si rivolgeva…

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Occhetto con Napolitano e D’Alema.

Contemporaneamente alla prima invasione cinese, apparse quella senegalese, sembra che questa fosse sponsorizzata da Bettino Craxi, amico del loro corrottissimo governo, la scusa di questa invasione era “l’impoverimento” del Senegal, ma un grande sacerdote e missionario Padre Piero Gheddo, dimostra in un saggio l’oggettiva falsità della “scusa” e contesta anche la tesi dello sfruttamento unilaterale dell’Occidente. E’ un testo su cui, affrontando la questione extracomunitaria , occorre assolutamente riflettere:  “… Si parla di “popoli impoveriti”. Ma dove e come e da chi ? Chi ha impoverito il Sudan che combatte una guerra civile da 50 anni ? Chi ha impoverito Etiopia, Eritrea, Somalia, Congo, Algeria, Guinea-Bissau, Myanmar, Corea del Nord, Tanzania, Haiti, Ruanda, Burundi, Madagascar, Mozambico, Egitto, Repubblica centro-africana, Uganda e via dicendo ? Il termine stesso di “paesi impoveriti” è contrario alla verità storica, illude e deresponsabilizza i poveri. Il grande missionario comboniano mons. Enrico Bartolucci, vescovo di Esmeraldas (Equador), nel 1989 mi portava a visitare l’ospedale moderno costruito e donato dalla Comunità Europea e da lui inaugurato pochi anni prima: era quasi distrutto dall’incuria e dai furti, ascensori fermi, porte che non chiudevano, sporcizia ovunque, materassi e lenzuola rubati, ecc. E diceva: “Affermare che le cause del sottosviluppo sono solo e sempre esterne, imposte dall’esterno, a me pare diseducativo. Si parla molto anche ad Esmeraldas, di multinazionali, di imperialismo americano, di sfruttamento economico delle ricchezze di questa regione da parte di compagnie. Tutto vero, ma deresponsabilizzante. La gente comune pensa che non c’è niente da fare, tanto gli americani e il capitalismo internazionale sono più forti di noi. Adesso poi, ogni discorso sui mali di questo paese finisce inevitabilmente nel parlare del debito estero, secondo un cliché marxisteggiante comune anche nella stampa italiana.

E lo stanno facendo. Basti vedere il boom di sbarchi da quando con un colpo di palazzo il Pd, per la quarta volta in sei anni, è riuscito a tornare al governo.

Hanno messo in atto in complicità con la Chiesa, ormai degradata ad essere una Ong dissoluta e terzomondista, un piano di sostituzione etnica. Una vera e propria sostituzione di popolo per la quale erano e sono pronti a passare sui cadaveri dei propri avi. Perché per loro, la terra è solo valore monetario, non è sangue e identità.

L’ex sinistra, persa l’ideologia marxista – anche le parti positive di critica al capitalismo che deumanizza l’individuo – si è venduta all’idolotria del ‘diverso’. E soprattutto, in un perverso rovesciamento di valori, in crisi di elettori ha scelto di eleggersi un nuovo popolo. Ed è evidente che essenziale alla riuscita di questo piano è lo ius soli.

Insomma, l’incontro di due interessi convergenti: quello delle élite finanziarie di avere schiavi a basso costo, quello della ex sinistra e dei sindacati di avere nuovi elettori.

E per ottenere questo, sono pronti ad ucciderci come popolo. Questo noi dobbiamo impedirlo. Pacificamente, se possibile. In altro modo, se necessario.

E questo vale per noi, ma deve valere per ogni popolo. Ogni popolo ha diritto alla propria identità: è un diritto naturale contro chi ha ‘fame di negri’.





Ma sei ancora in vita schifoso bolognese comunista ciclista immigrazionista sosia di Pozzetto?
Ma nessuna colonna di autotreni ti ha ancora centrato in sella al tuo squallido velocipede te e gli altri rikkioni amanti dei sellini fallici?


Eh sì, nel 1948 nascevano 1 milione di bambini all’anno su una popolazione con meno di 50 milioni di unità. Peccato che poi diventati grandi, invece di fare quel che facevano i genitori, si sono ribellati a costoro e fatto il Sessantotto, ed hanno condotto la Nazione alla dissoluzione morale. Non hanno fatto figli come i loro genitori, ne hanno fatti la metà, e siamo arrivati alla crescita demografica sottozero, perché le generazioni successive (e più ridotte) ne hanno fatti sempre meno.


Dopo tutti i danni che ha causato, costui ha ancora il coraggio di aprire bocca? Morisse male e presto.

































 

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