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PADRE E FIGLIO LEGATI, PICCHIATI A SANGUE DA BRANCO IMMIGRATI
FEBBRAIO 26, 2023
È successo lunedì scorso nel centro di Druento, all’interno dell’abitazione di una famiglia proprietaria di una azienda.
Tutto avviene attorno alle 20.30, quando i banditi suonano al citofono. Il proprietario di casa apre istintivamente la porta seppur dal videocitofono non si vedesse alcun volto.
Ma il motivo è presto detto: a suonare è stato il “palo” mentre gli altri tre rapinatori, a volto coperto, erano già entrati nella dimora scavalcando il muro perimetrale della villa.
Una volta aperta la porta, i malviventi hanno aggredito l’uomo e il figlio che era in casa: il “capo” ha picchiato il padre, riempiendolo di calci e pugni. Il figlio, invece, è stato legato, con le mani dietro la schiena, posizionandogli un nastro adesivo sulla bocca per evitare che gridasse e attirasse l’attenzione del vicinato.
Il figlio ha così assistito al violento pestaggio del padre. Il tutto mentre il “capo” lo ha preso a calci, anche al costato, minacciandolo ripetutamente.
E padre e figlio sono stati ulteriormente pestati quando hanno provato a spiegare ai malviventi come la cassaforte fosse vuota.
Dopo dieci minuti di violenza, la banda è fuggita assieme al “palo” che monitorava la situazione.
Anche se si tratta dell’episodio più eclatante, i furti sono in aumento anche in altre parti della cittadina. Altri episodi sono stati segnalati anche in zona piazza Oropa, al fondo di via Petrarca, via Torino e in via San Pancrazio.
Sui casi indagano i carabinieri della compagnia di Venaria, che hanno già preso possesso delle telecamere di videosorveglianza private e comunali. Per i militari si tratta di una banda specializzata che ha compiuto il colpo con grande sicurezza.
L’indagine dei carabinieri parte da alcune certezze, ovvero il racconto del figlio, che ricorda come indossassero dei passamontagna neri, una tuta grigia, guanti e scarpe da cantiere con punta rinforzata. E, ancora, come parlassero italiano seppur con accento straniero.
Non è escluso che si sia trattata della stessa banda che a dicembre aveva già fatto “visita” alla famiglia ma era stata disturbata da un vicino di casa.
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