lunedì 31 ottobre 2022

 BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI

GUEDE FA LA VITTIMA: “CONDANNATO PERCHÉ SONO NEGRO”

OTTOBRE 29, 2022

































Ha imparato a fare la vittima del ‘razzismo’. Prima di tutto: lui non doveva essere in Italia. Secondo: se colpevole, doveva essere fine pena mai. Terzo: perché un assassino è ancora in Italia e non viene espulso? Dovrebbe essere automatico. Quarto: deve togliersi dalle palle in ogni caso.

«Io c’ero in quella casa, chi lo nega? C’erano le mie tracce sul luogo del delitto, certo. Mica stavo fermo in un angolo. Ero con Meredith, ci siamo scambiati effusioni. Abbiamo avuto un approccio sessuale, sono andato al bagno, ho provato a fermare il sangue che le usciva dal collo… Ovvio che ci fossero le mie tracce in giro. Ma l’ho detto quando credevano che mentissi per evitare la condanna. Lo ripeto più che mai adesso che ho finito di pagare il mio conto alla Giustizia: io non ho ucciso Meredith». Così Rudy Guede in una intervista al Corriere della Sera.

«La giustizia italiana – sottolinea – dice che ho compiuto un crimine con due persone specifiche, ma non come autore materiale. Loro escono di scena, quindi il carcere lo sconta una persona che non si capisce di cosa sia colpevole e con chi. Un condannato impossibile. O forse il condannato ideale: il negretto senza famiglia, senza spalle coperte, senza un soldo…». È vero, «la paura ha preso il sopravvento e sono scappato come un vigliacco lasciando Mez forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi. Ma avevo 20 anni e avevo davanti una ragazza agonizzante. L’ho soccorsa, ma poi la mente è andata in tilt. Magari sarebbe morta lo stesso, ma non aver chiesto aiuto resta la mia grandissima colpa».

«La vita di Mez che se ne stava andando fra gli spasmi. Gli asciugamani non bastavano a tamponare il sangue… Ero uscito dal bagno dopo aver sentito un urlo potente malgrado avessi le cuffiette con la musica a palla. Nella penombra avevo visto uno sconosciuto con un coltello in mano. “Andiamo via che c’è un negro” aveva detto ad Amanda. All’improvviso il mio cervello è scoppiato – racconta Guede –. Io non avevo fatto niente. Ma chi mi avrebbe creduto? E allora, in preda al panico, ho fatto un errore dopo l’altro…Un comportamento criticabile, è vero. Ma questo non fa di me un assassino». Guede dice anche di aver provato a contattare la famiglia di Meredith, chiusa nel silenzio e nel dolore. «Scrissi una lettera anni fa rimasta senza risposta. E ho fatto avere a sua madre un altro messaggio di recente, per dirle ancora una volta del mio dispiacere per Mez. E che le mie mani si sono macchiate di sangue, sì, ma soltanto per soccorrerla. Mi farebbe piacere incontrarla, un giorno».
























Col tuo vittimismo puoi convincere i cerebrolesi. Che purtroppo sono in tanti. Certo che chi si fa prendere per il culo da un ne(g)ro deve proprio avere un QI ancora meno sviluppato del medesimo.

Voi ne(g)ri siete esseri inutili, dannosi per il pianeta, bravi solo a fare “chiagne e fotte”.




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