lunedì 31 ottobre 2022

 BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI, ROMA

L’ITALIANA STUPRATA E POI GETTATA DAL PONTE DA BRANCO DI IMMIGRATI

OTTOBRE 29, 2022

































Tre testimoni assistettero, senza intervenire, al massacro di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto. Nessuno dei tre romeni la aiutò, anzi, uno di loro prese la sua borsa e la nascose come Romulus Mailat diceva di fare. La donna, ferita gravemente, ma ancora viva, venne gettata giù dal ponte in un fossato come aveva suggerito un’altra romena, quella Emilia poi diventata la super teste dell’accusa.

Violentata e uccisa vicino la stazione di Tor di Quinto dal solito immigrato. Giovanna Reggiani morì dopo alcuni giorni di coma per la brutalità dello stupro: aveva 47 anni. Una delle troppe vittime dell’immigrazione.

Arrestato subito l’aggressore: Nicolae Romulus Mailat, romeno di 23 anni, condannato all’ergastolo in Cassazione.

La verità è che non stiamo facendo abbastanza. IL problema sicurezza sarebbe facilmente risolvibile: bastone senza carota. Chiusura dei porti, abrogazione ricongiungimenti familiari, espulsioni di massa e criminali giustiziati sul posto da giudici armati di legislatori. Non è più il tempo dei buoni, è il tempo di fare giustizia con le maniere forti.

Che senso ha perdere tempo con tre gradi di giudizio per uno stupratore e assassino colto sul fatto? Processo sommario ed eliminazione. Per legge.

Ti trovo che spacci? La prima volta ti espello. Se torni e ti ritrovo a spacciare ti elimino. Così porti legge e ordine. E permetti ai cittadini una vita serena e città vivibili. Il male si elimina, non si tollera.

Invece questi sconsiderati pensano di risolvere il male con steli e panchine. Deficienti.

«Contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne. Mai più. In ricordo di Giovanna Reggiani, qui vittima di inaudita violenza il 30 ottobre 2007». Roma non dimentica quel terribile delitto di 15 anni fa, avvenuto nei pressi della stazione di Tor di Quinto: la Reggiani, 47 anni, moglie di un capitano di vascello della Marina militare, fu trascinata con la forza in una baracca, violentata, picchiata selvaggiamente e poi gettata in un fosso da Nicolae Romulus Mailat, un romeno di 23 anni, subito arrestato. Dopo due giorni di coma, ricoverata all’ospedale Sant’Andrea, la Reggiani morì a causa di un’emorragia endocranica, conseguenza del grave trauma cranico-facciale riportato in seguito alla violenta aggressione. Mailat venne condannato a 29 anni in primo grado, pena rivista in appello nel 2009 con l’ergastolo, confermato successivamente in Cassazione nel 2010.

Parole che già due anni dopo l’omicidio vennero scolpite in una targa che cambiava il nome della stazione Tor di Quinto in stazione Reggiani. E che mercoledì prossimo, il 2 novembre, verranno ricordate con la deposizione di una corona nella rotatoria di via Camposampiero. La commemorazione è accompagnata però da una denuncia. «Purtroppo non molto è cambiato da quindici anni a questa parte e il problema sicurezza è ancora centrale. Il vicolo che permette di giungere alla stazione dalla rotatoria è buio tanto da indurre l’utenza a non utilizzare la stazione di Tor di Quinto – afferma Giorgio Mori, responsabile Sportello del cittadino del XV Municipio -. La targa apposta in memoria della signora nella rotatoria dove sono avvenuti i fatti è un merito del presidente Torquati che ha raccolto le istanze che chiedevano di destinare un luogo del territorio al ricordo affinché tutti coloro che passeranno in quella strada sentano la testimonianza imperitura di un fatto che non deve accadere mai più».

Una delle tante vittime dell’ingresso della Romania nella Ue. E conseguente calata dei barbari in Italia.



















Metodo DUTERTE-BOLSONARO
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