APPENA SBARCATO STUPRA 11 DONNE, ECCO COSA FANNO QUESTE BESTE AFRICANE PRIVE DI CERVELLO. IN ITALIA GLI AFRICANI PRIMA DI RIMANDARLI A CASA DEVONO ROVINARE 11 DONNE, POI RITORNANO IN ITALIA
AFRICANO SBARCA IN ITALIA E VIOLENTA 11 DONNE ITALIANE
OTTOBRE 22, 2022
È stato rispedito nel suo paese d’origine, la Tunisia, poiché non aveva più “i requisiti morali” per rimanere sul territorio italiano. Si chiude così, una volta per tutte, il caso di Sabbagh Makram, 37 anni, il muratore condannato in via definitiva per abusi sessuali nei confronti di undici donne.
È il “maniaco di Mazzetta”, l’uomo che per due anni, tra il 2018 e il 2020, seminò il panico alla Spezia spingendo numerose potenziali vittime a non uscire di casa nelle ore notturne. Il caso ebbe una eco nazionale, se ne parlò nei talk show Rai, fu intervistata anche una delle vittime, la cantante spezzina Susan Bonotti, aggredita il 30 marzo 2019, poco prima della mezzanotte, in via Veneto.
Gli episodi contestati da Procura e polizia, ribadiamo, erano undici, ma le aggressioni sospette furono almeno venti come evidenziò già il giudice che nel febbraio 2020 firmò l’ordine d’arresto nei confronti di Makram.
Ormai qualche settimana fa, in gran segreto, la polizia ha caricato Makram su un aereo diretto in Tunisia, con un biglietto di sola andata.
Anche perché di qui a poco l’uomo avrebbe potuto lasciare il carcere (era detenuto a Genova Pontedecimo) avendo già scontato due anni e mezzo. Così la questura ha fatto valere le disposizioni del testo unico in materia d’immigrazione e fatto scattare l’espulsione per mancanza di requisiti.
In primo grado il muratore fu condannato a 6 anni di carcere (fu giudicato in abbreviato, rito che prevede lo sconto di un terzo della pena), ma nel 2021 la Corte d’Appello di Genova abbassò la condanna a 4 anni e sei mesi.
In sostanza i giudici di seconda istanza – accogliendo la tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Katia Piras – inquadrarono il reato di violenza sessuale nella fattispecie meno grave: si trattava di aggressioni in strada in cui le vittime, in un modo o nell’altro, erano sempre riuscite a respingere il maniaco.
È il 2018 quando i poliziotti della squadra mobile, diretti dal pm Federica Mariucci, capiscono che c’è un collegamento tra alcune aggressioni denunciate negli ultimi mesi: il responsabile sembra essere lo stesso. Si parte da una descrizione non troppo dettagliata perché nessuna delle vittime è mai riuscita a vedere bene il volto del maniaco. L’identikit però è sempre simile: uomo sulla trentina, alto circa un metro e settanta, magro, con addosso una felpa scura con il cappuccio.
La svolta arriva a inizio 2020 quando la polizia riesce a identificare Makram grazie un modello di scarpe da ginnastica. Da subito, grazie alle celle telefoniche, scoprono che il tracciato del cellulare certifica la presenza del muratore nordafricano nei luoghi in cui sono verificate le aggressioni.
Uno espulso e mille sbarcati. Così non funziona. Ci vogliono blocco navale ed espulsioni di massa con aerei militari.
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