MAZZINI, MANZONI E CAVOUR CONTRO LO IUS SCHOLAE: “E’ ITALIANO SOLO CHI HA SANGUE ITALIANO”
GIUGNO 30, 2022
I Padri del Risorgimento erano, secondo gli attuali canoni dei sinistronzi, dei razzisti. Erano, in realtà, mentalmente sani, a differenza loro. Sapevano che un africano non poteva mai essere definito italiano, come del resto un italiano africano, e che un uomo rimane tale anche se si veste da donna.
In questo Salvini, Meloni e tutta la destra attuale sono profondamente timidi. Difendono la legge attuale, ma è una battaglia di retroguardia che, tra l’altro, non poggia su basi ideali e logiche: o si torna allo ius sanguinis o siamo perduti. E se pensi che un africano possa diventare ‘italiano’ a 18 anni, non si vede perché non lo possa essere a 10. Se è solo una questione di tempo, non ci sono difese culturale all’offensiva entropica della sinistra culturale.
Bisogna dirlo alto e forte, senza timore: non esistono italiani non di sangue. E non è razzismo: è l’ordine naturale delle cose.
Quel ‘manifesto’ lo hanno scritto nel Risorgimento.
E, comunque, non bisogna essere culturalmente sudditi della sinistra: non è normale che figli di stranieri frequentino in massa scuole italiane. Alleviamo le serpi in seno.
Secondo Mazzini la nazione è imperniata su di “una appartenenza ascrittiva (cioè dovuta a fattori che prescindono dalla scelta del singolo individuo); l’essenza biologica che connota l’appartenenza ad una stessa comunità (la medesima fisionomia); i caratteri culturali (la lingua) e naturali (il suolo) che le sono propri”.
Un vero e proprio ‘razzista biologico’ direbbero oggi i figli di Letta.
I padri della Patria erano dei ‘razzisti’. O forse, più semplicemente, sono quelli oggi abusivamente al potere ad essere dei pervertiti, che sovvertono la natura per piegarla ai propri loschi interessi elettorali.
Perché i patrioti del Risorgimento sapevano che doveva essere fatta l’Italia, ma che gli Italiani la pre-esistevano in quanto popolo, etnia. Fatta di sangue e cultura. Da secoli. Dall’epoca di Augusto. Il luogo dove erano nati li aveva plasmati, nei millenni. Non sei medico solo perché nasci in ospedale.
E non è solo Mazzini.
Manzoni (“una [l’Italia] d’arme, di lingua, d’altare /Di memorie, di sangue e di cor”), a Gioberti (“v’ha bensì un’Italia e una stirpe italiana congiunta di sangue, di religione, di lingua scritta ed illustre”) fino a Francesco De Sanctis (“saremo una nazione di ventisei milioni di uomini, una di lingua, di religione, di memorie, di coltura, d’ingegno e di tipo”) e Cavour (“una [l’Italia] la rendono la stirpe, la lingua, la religione, le memorie degli strazi sopportati e le speranze dell’intiero riscatto”).
Terra. Sangue. Cultura. Sono elementi inscindibili. L’idea che li sottende non è negoziabile. Non è mutabile per legge.
Quando si discusse in parlamento le norme sulla cittadinanza, un altro patriota, Stanislao Mancini disse: “l’uomo nasce membro di una famiglia, e la nazione essendo un aggregato di famiglie, egli è cittadino di quella nazione a cui appartengono il padre suo, la sua famiglia. Il luogo dove si nasce, quello dove si ha domicilio o dimora, non hanno valore né significato. E sia lode al novello Codice, il quale ha reso omaggio a questo grande principio pronunciando essere italiano chi nasce, in qualunque luogo, da padre italiano, cioè di famiglia italiana”.
Perché ‘chi sei’ non dipende da una tua scelta. E’ una realtà oggettiva. Esattamente come l’essere maschio o femmina. Anche questo concetto sotto l’attacco dell’entropia moderna. Perché vogliono l’uomo senza identità. Il suddito perfetto.
Avranno la guerra. Perché alcuni non si arrendono. E non si arrenderanno mai.
Quelle differenze che blaterano di amare le vogliono in realtà distruggere mediante il meticciamento.
Non sono concetti geniali o idee rivoluzionarie, bensì solo ed esclusivamente buon senso. Lo stesso che ti fa riconoscere la differenza tra maschi e femmine. Il problema è che il buon senso è stato sostituito dalle ideologie. In particolare da quella autodistruttiva della totale libertà ad ogni costo e dell’esaltazione del solipsismo. In realtà non erano loro dei giganti, ma dei nani i politicanti di oggi.
Ti leggo volentieri Painter, dici cose sagge, o se preferisci ‘di buon senso’.
Solo sul solipsismo, che è una corrente filosofica, e forse, non è così lontana dal rispondere ad alcune domande che l’uomo si pone da sempre, non lo accosterei affatto a questi criminali, che probabilmente non sarebbero nemmeno in grado di porsi quelle domande, a cui il solipsismo cerca di rispondere.