ITALIANI BOCCIANO IL DOPPIO COGNOME: VINCE IL PATRIARCATO
LUGLIO 15, 2022
L’ennesimo diktat progressista che non ha basi nella realtà del popolo. Dimostra, ancora una volta, che il paese reale è all’opposto di quello millantato e sognato dal sinedrio globalista e dai suoi servi che siedono nelle magistrature italiane.
Dopo il flop dei sedicenti ‘matrimoni omosessuali’, anche il doppio cognome non interessa agli italiani.
Nella Milano progressista del sindaco Sala la rivoluzione del ‘doppio cognome’ non prende quota. La maggioranza delle famiglie continua a registrare all’anagrafe il neonato con il cognome del papà. Poco è cambiato da quando la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la trascrizione automatica del cognome paterno. Nei tre principali ospedali 768 bambini su 862 non hanno fatto eccezione. Praticamente il 90 per cento delle famiglie ha deciso di non cambiare il costume tradizionale.
E vista l’alta percentuale di gang sudamericane in città, il 10 per cento saranno probabilmente loro.
Su scala nazionale la scelta del doppio cognome dovrà attendere il via libera del Parlamento. Dispiaciuta per i numeri Annamaria Bernardini de Pace, una lunghissima esperienza nel diritto di famiglia, rigetta la narrazione del maschilismo e del patriarcato. “Non c’entrano assolutamente nulla con questi dati. A pesare è la disinformazione. Non c’è mai un’informazione giuridica corretta. In questi casi la gente non sa ancora come comportarsi”, dice interpellata da Libero. Bernardini De Pace parla di disinformazione imbarazzante e assurda. E punta l’indice contro i colleghi che non fanno il loro dovere. “Perché in una società civile il diritto deve essere conosciuto. Montanelli mi diceva ‘Nel momento in cui sai parlare devi approfittare di radio e tv per spiegare cosa succede nei codici ogni giorno’”.
La gente sa come comportarsi, siete vuoi della ‘buona destra’ che non lo sapete e siete succubi della incultura di sinistra.
Da notare come i giornali di ‘destra’ definiscono il cosiddetto patriarcato in senso negativo. Con il patriarcato l’Italia sarebbe un Paese migliore. Tutta l’Europa sarebbe migliore.
Solite false emergenze create dai media, confondono i capricci di una minoranza iperattiva coi veri diritti: se nella Milano radical chic solo il 10 per cento fa una scelta del genere, figuriamoci a Corleone.
Per loro, potete anche morire di precariato e senza pensione, ma col doppio cognome con Mohammed che ve lo mette dove non si dice.
Il progressismo è ignoranza. C’è poco da fare, e anche la cosiddetta “destra” ne è impregnata tanto quanto la sinistra, ma in forma più attenuata. Se così non fosse, la Lega non avrebbe fatto eleggere il primo senatore ne(g)ro della storia italiana. Cioè proprio la Lega che in campagna elettorale parlava di difesa dell’identità nazionale. Come no, certo.
Io sul doppio cognome la penso così: si potrebbe dare la possibilità di attribuirlo nel caso in cui la persona nasca da due genitori legalmente non coniugati. Perché di fatto, per la legge sono estranei, e la madre non essendo la moglie del padre non è la “signora x”, ma la “signora y”. Per cui ci può stare che i genitori non coniugati decidano di comune accordo che il figlio assuma il cognome “xy” anziché solo “x” o solo “y”. Sarebbel assurdo, se invece il doppio cognome fosse attribuito a chi nasce da genitori legalmente coniugati. In questo caso è chiaro che il cognome da attribuire per legge è esclusivamente quello paterno.
E vi dirò di più: andrebbe fatta una legge che imponga alla donna che si sposa di assumere allo stato civile il cognome del marito come secondo preceduto da un trattino dopo il suo. Ah già, è troppo maschilista come idea.
Il “progressismo” è fanatismo.
Certo certo… Quindi, se uno non dà il doppio cognome, oltre a essere maschilista è anche disiformato… Pensa te che elementi.