LOMBARDIA: ITALIANI TORTURATI CON FRUSTA, GAMBE E BRACCIA SPEZZATE, ORECCHI TAGLIATI DAGLI ISLAMICI
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PUSHER MAROCCHINI TORTURANO ITALIANI: FRUSTATE E BRACCIA SPEZZATE, ORECCHI AMPUTATI
LUGLIO 16, 2022
Torturato al punto da ridurlo in fin di vita. Le braccia spezzate, i segni delle frustate sulla schiena e anche un orecchio amputato.
A infliggergli le atroci punizioni tre pusher marocchini facenti parte della “Cupola della droga”, un’organizzazione criminale operativa nella vasta area boschiva del Varesotto. I tre “boss” sono stati tutti arrestati e ora dovranno rispondere dei reati di detenzione ai fini di spaccio e tortura.
L’orrore è emerso grazie a un’indagine condotta dai militari dell’Arma, partita a inizio luglio, che ha permesso di stanare i “boss” nordafricani in capo alla “Cupola della droga”. Un meccanismo di soldi e violenza in cui, a rimetterci letteralmente la pelle, erano gli ex tossicodipendenti (sia stranieri sia italiani) asserviti agli spacciatori marocchini per qualche misero grammo di droga. I torturatori, tutti irregolari sul suolo italiano, infliggevano ai sottomessi delle punizioni corporali in caso di “lavoro” mal svolto e a ogni eventuale tentativo di ribellione.
Proprio come è successo alla vittima che, qualche settimana fa, è stata salvata dai carabinieri di Luino. La vittima, ritrovata senza vestiti e quasi esanime tra i boschi della Valcuvia, è stata trasportata nel vicino ospedale e sottoposta alle cure mediche.
Tra gli asserviti ci sarebbe stato anche un 40enne italiano. L’uomo si era sempre prestato a fare da autista ai suoi aguzzini in cambio di qualche grammo. Ma poi, un giorno, deve avere infranto le “regole”. E così, i tre marocchini hanno deciso di punirlo legandolo a un albero e frustandolo senza alcuna pietà. Quando è stato liberato, il 40enne ha dovuto ricorrere alle cure mediche, circostanza che ha permesso ai carabinieri di Luino, diretti dal capitano Alessandro Volipini, di mettersi sulle tracce dei malviventi. I tre “boss” sono stati intercettati in un nascondiglio isolato nella provincia di Pavese. Agli indagati, finiti in manette durante un blitz dei militari dell’Arma, sono stati contestati i reati di detenzione ai fini dello spaccio di stupefacenti e tortura.
Furbi i beduini marocchini menano ma non ammazzano un drogato morto a loro non serve, ma a noi si, un rompipalle di meno!
E pensare che il PD pensa di liberalizzare le droghe ! Così casi come questi diventeranno talmente frequenti che saranno anche trascurati dalla stampa e dai media in generale !