martedì 27 aprile 2021

 BREAKING NEWS, CORONAVIRUS

C’È GIÀ LA DATA DI UN NUOVO LOCKDOWN: IL 26 MAGGIO

APRILE 26, 2021




































Lo studio, che il governo non ha mai reso pubblico, è stato presentato al Comitato tecnico scientifico lo scorso 16 aprile, e ha frenato le riaperture ritenute troppo rischiose. Per quanto riguarda il valore dell’Rt, l’ultimo rilevato nel periodo tra il 31 marzo e il 13 aprile è di 0,81. Nello studio non ci sono suggerimenti su cosa aprire o no, ma solo calcoli. Spetta poi al governo prendere le decisioni. Solo tre le ipotesi di cosa potrebbe avvenire a seconda del valore. Con un Rt a 1, probabile in seguito alle riaperture, secondo le previsioni Merler da oggi fino al 15 luglio l’Italia si dovrebbe aspettare dai 200 ai 300 morti al giorno. Con un Rt a 1,1 i decessi potrebbero arrivare a 600 quotidiani. Con un Rt a 1,25 la situazione peggiore: fino a 1.200-1.300 morti al giorno. La terza ipotesi è valutata sulla mancanza di misure restrittive aggiuntive.

Secondo Merler “riaperture precoci, entro aprile anche se Rt resta pari a 1 possono portare a un costante ma alto numero di morti giornaliere. E sarebbe estremamente ridotto con riaperture a valle di un marcato calo dell’incidenza e potrebbe non essere facilmente controllabile senza ulteriori restrizioni, soprattutto in caso di riaperture precoci (entro aprile)”. Se salisse a 1,25 rischiamo la “quarta ondata richiederebbe misure importanti per evitare un altissimo numero di morti in breve tempo”. Lo studioso ci aveva visto giusto un anno fa, come a fine gennaio sulla variante inglese.

“È stata una decisione politica, certamente legittima, ma è un azzardo. Rischiamo di dover richiudere tra un mese”, hanno fatto sapere quindi alcuni membri del Cts. “Stiamo pensando di fare l’accesso agli atti per capire. Il presidente del Consiglio ha parlato di rischio ragionato. Quale ragionamento è stato fatto? Ne ho parlato con Massimo Galli (il direttore dell’Infettivologia del Sacco, ndr), Roberto Battiston (il fisico, ndr) e Nino Cartabellotta (Fondazione Gimbe, ndr), anche loro sono d’accordo sull’accesso agli atti della Presidenza del Consiglio, del ministero della Salute e del Cts. Bisogna proprio chiedere se hanno fatto dei calcoli e quali. Quali rischi sono stati evidenziati e su quale base. Rischiamo di tornare a 5-600 morti al giorno”, si chiede Andrea Crisanti, professore di Microbiologia a Padova, autore degli studi sui contagi a Vo’ Euganeo e sui test antigenici che non funzionano come dovrebbero.

Il 16 aprile Mario Draghi parlando di riaperture ha fatto l’esempio di “rischio ragionato e le decisioni sono basate su evidenze scientifiche”. Il Comitato tecnico scientifico nel frattempo interrogava Stefano Merler, l’uomo dei modelli matematici della Fondazione Bruno Kessler che dal febbraio 2020 studia i numeri dell’epidemia per l’Istituto superiore di sanità. “Con l’indice Rt a 0,72 al 3 aprile, il margine per le riaperture è di circa di 0,28”. In pratica si poteva riaprire un po’ meno di un terzo di quanto era chiuso “senza che il tasso di riproduzione del virus superasse 1 (una persona infetta ne contagia in media più di una), anzi in realtà meno perché sono state riaperte le scuole”, riporta il Fatto le parole di Merler.



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