PROFUGHI NON VOLEVANO LAVORARE: “SIAMO TROPPO IMPEGNATI”
Per anni ci hanno detto che sì, li mantenevamo, però loro ripagavano l’accoglienza rendendosi utili. Falso. Non è mai stato così.
Erano più di ottocento. E si rifiutavano di lavorare. Il Comune di Pordenone avrebbe voluto che lavorassero gratis – per ripagare, almeno in piccolissima parte, l’accoglienza loro riservata dai contribuenti italiani.
Ma no. Loro si sono sempre rifiutati. Perché le cooperative che li avevano in gestione li definivano «troppo impegnati per spostarsi».
Lo raccontava il vicesindaco.
Il Comune cercava lavoratori volontari per svolgere compiti di pubblica utilità: dalla cura delle aiuole alla tinteggiatura delle pareti degli edifici di pertinenza, ma i ‘profughi’, sedicenti tali, erano e sono troppo impegnati. Sì, a spacciare.
Sia chiaro, i lavori li devono fare gli italiani, non i finti profughi, che devono tornare a casa loro. Ma il fatto che si rifiutino di ripagare la loro accoglienza a sbafo, li descrive perfettamente.
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