sabato 29 febbraio 2020


Pesaro, beccato a spacciare: pregiudicato nigeriano torna già libero

Sorpreso mentre stava per cedere delle dosi a due giovani, l'africano è finito nuovamente in manette, ma durante il giudizio direttissimo ha patteggiato, ricevendo la condanna ad un anno con sospensione della pena







Si tratta di un soggetto ben noto alle forze dell'ordine, in quanto già la scorsa estate era finito in manette per aver aggredito gli agenti della questura di Pesaro che lo avevano sorpreso a vendere stupefacenti. Adesso l'africano si trova nuovamente a piede libero, ma sembra che siano state avviate le procedure per l'espulsione.
Protagonista in negativo della vicenda un 26enne nigeriano clandestino, disoccupato e pregiudicato. Malgrado i suoi precedenti connessi allo spaccio di droga, lo straniero non aveva mai interrotto la sua illecita attività, motivo per cui è stato nuovamente fermato dagli uomini della squadra mobile durante il tardo pomeriggio dello scorso martedì 25 febbraio.

Impegnati in un'operazione di pattugliamento del territorio con obiettivo il parco urbano Miralfiore, dove da tempo si registra un'intensa attività di traffico di stupefacenti, i poliziotti si trovavano appostati nei pressi dell'ingresso dell'area verde, quando hanno effettivamente notato dei movimenti sospetti. Due ragazzi del posto, già conosciuti per i loro problemi di tossicodipendenza, avevano infatti raggiunto il parcheggio del parco, dove erano poi rimasti in palese attesa di qualcuno. Poco dopo era sopraggiunto il nigeriano, proveniente proprio dall'area verde.
Immediata la reazione degli agenti in borghese, tempestivamente intervenuti per bloccare lo spacciatore. Vistosi scoperto, quest'ultimo ha subito tentato la fuga, ma è stato in breve raggiunto ed immobilizzato. Sottoposto a perquisizione personale, il 26enne è stato trovato in possesso di due dosi di eroina, pronte ad essere cedute. Interrogati dai poliziotti, i due ragazzi in attesa del pusher avrebbero confermato quanto sospettato degli inquirenti, spiegando che l'africano era solito spacciare al dettaglio, aggirandosi spesso nella zona del Miralfiore.
Finito in manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nella mattinata di mercoledì 26 febbraio il nigeriano è stato sottoposto a giudizio direttissimo in un'aula del tribunale di Pesaro. Assistito dal proprio legale, lo straniero ha patteggiato ed ottenuto una condanna ad un anno di reclusione, con sospensione della pena, a cui si aggiunge una multa di 2mila euro.

Tornato in libertà, stando a quanto riferito questa mattina dal “Corriere Adriatico”, l'africano lascerà presto l'Italia. Sarebbero già in corso le pratiche per la sua espulsione.





CRONACA | 29 febbraio 2020, 15:41

Sanremo: durante un blitz antidroga dei Carabinieri due pusher tunisini finiti in manette








Senza fissa dimora erano già noti alle Forze dell’Ordine



Sanremo: durante un blitz antidroga dei Carabinieri due pusher tunisini finiti in manette



Continua senza sosta l’attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti nella città dei fiori condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sanremo. Dopo gli arresti dei giorni scorsi, ieri gli investigatori della Sezione Operativa hanno tratto in arresto in flagranza due cittadini tunisini, un 32enne regolare e un 38enne senza fissa dimora, già noti alle Forze dell’Ordine, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel primo pomeriggio i militari hanno notato il 38enne aggirarsi nei pressi del Casinò con atteggiamento nervoso poiché continuava ad osservare il cellulare in attesa di una telefonata, come se stesse aspettando qualcuno. Qualche minuto più tardi è giunto il connazionale a bordo di una Golf ed insieme hanno proseguito fino a via P. Agosti dove i Carabinieri hanno deciso di intervenire fermandoli attraverso un posto di controllo.

Durante la perquisizione, gli operanti hanno rinvenuto 3 dosi di cocaina occultate all’interno di un accendino. Considerati i precedenti la perquisizione è stata estesa anche all’abitazione del 32 enne dove sono stati rinvenuti 3 pezzi di hashish di complessivi 2 grammi, un bilancino elettronico di precisione e materiale vario per il confezionamento delle dosi oltre alla somma di 205 euro.
All’interno del vano ascensore condominiale i Carabinieri hanno rinvenuto un involucro in cellophane contenente 17 dosi termosaldate contenenti 7 grammi di eroina e ulteriori due pezzi di hashish da 8 grammi di cui gli arrestati hanno ammesso il possesso considerato che il materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi era identico a quello trovato all’interno dell’abitazione.
Gli arrestati sono stati condotti presso la Caserma per gli accertamenti di rito e trattenuti in camera di sicurezza in attesa del rito direttismo.










Sorpresi con tre ovuli di cocaina, arrestati tre tunisini a Ribera

di  — 

La furia dell'immigrato: i pugni, poi lo scippo Ma finisce ai domiciliari

Lo straniero ha prima afferrato la vittima alle spalle, cercando di rubarle la borsetta poi, non riuscendoci, l'ha centrata in faccia con un colpo e le ha sottratto il cellulare





Il responsabile è un clandestino 39enne di nazionalità marocchina, tale B.S., ora ristretto ai domiciliari in attesa del processo che lo vedrà alla sbarra per il reato di rapina aggravata. La vittima stava camminando tranquillamente, quando il nordafricano ha iniziato a seguirla a breve distanza ed a pedinarla nell'attesa del momento migliore per poter entrare in azione.
Scattato verso la donna, il 39enne l'ha afferrata alle spalle nel tentativo di immobilizzarla e di strapparle via la borsetta che portava a tracolla. Un progetto andato in fumo, grazie anche alla reazione della vittima, ma che non ha per nulla scoraggiato il malvivente. Dopo averla centrata con un forte colpo in pieno volto, infatti, il magrebino si è impossessato del telefono cellulare che la stessa stringeva in mano al momento dell'agguato e si è allontanato rapidamente dal posto.
Immediata la richiesta di intervento inoltrata alle forze dell'ordine da parte di alcuni testimoni, ed in seguito alla quale sono giunte in via Minniti due pattuglie della squadra volanti della questura di Reggio Calabria. Gli agenti hanno soccorso la vittima ed ascoltato la sua ricostruzione dei fatti, raccogliendo preziosi dati anche sull'aspetto fisico dell'aggressore in fuga. Al fine di ottenere indicazioni ancora più chiare, gli inquirenti hanno chiesto anche di visionare le immagini riprese da alcune videocamere di sorveglianza installate nei pressi del luogo dell'aggressione. Ed è soprattutto grazie a queste che i poliziotti sono riusciti ad identificare il responsabile, che è stato poi individuato la mattinata successiva proprio nelle vicinanze di via Minniti.
Ai polsi del nordafricano, condotto negli uffici della locale questura, sono pertanto scattate le manette. Alla centrale, durante le consuete operazioni di identificazione, è emerso anche il suo stato di clandestinità sul territorio nazionale e la totale assenza di documenti di identità. Dichiarato in arresto con l'accusa di rapina aggravata, il 39enne è stato trasferito dietro le sbarre della locale casa circondariale nell'attesa della celebrazione del giudizio direttissimo. Durante l'udienza, svolta nel tribunale di Reggio Calabria, è quindi arrivata la convalida del fermo del malvivente, ora ristretto agli arresti domiciliari nell'attesa del processo che lo vedrà imputato.









I CLANDESTINI VENGONO IN ITALIA PER SPACCIARE, E I CENTRI SOCIALI, LE SARDINE, LA SINISTRA, IL PD, I BUONISTI, I RADICAL CHIC, APPOGGIANO QUESTI CRIMINALI. 



Saccheggiano sette attività. Presa la banda del centro storico

Nuove accuse per i responsabili dei furti messi a segno a gennaio

di ROSSELLA CONTE

La polizia


Firenze, 28 febbraio 2020 - Nuove accuse per i tre cittadini marocchini, di età compresa tra i 20 e i 33 anni, fermati il mese scorso in quanto ritenuti responsabili di una serie di furti messi a segno il 22 gennaio in due bar e in un ristorante del centro storico fiorentino. Il Gip ha disposto nei loro confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con la quale, oltre a contestargli i reati messi a segno il 22 gennaio, si aggiungono nuove accuse. La banda è ritenuta responsabile di altri colpi messi a segno, due settimane prima, il 9 gennaio.

Nel mirino, due attività in via dei Cerchi, una in via de’ Neri e il Caffè San Marco, saccheggiato, sempre dagli stessi uomini, il 22 gennaio. I tre, già noti alle forze di polizia, sono stati identificati dalla squadra mobile di Firenzediretta da Antonino De Santis, grazie alle telecamere di videosorveglianza delle attività. Si tratta di tre giovani, Ahmed Zerhat, Alaa Eldoussouki, Achraf Rasik, uno dei quali con un tatuaggio su una mano. Ma riavvolgiamo la pellicola del 9 gennaio. Il primo colpo della notte è avvenuto alle 2.36 all’interno del Caffè San Marco. Dopo quasi un’ora, e quindi alle 3.28, i tre giovani hanno fatto visita a una trattoria in via dei Cerchi, subito dopo, intorno alle 3.30, a un panificio, sempre nella stessa strada, e alle 3.42 hanno finito la nottata in un locale di via de’ Neri.

Droga tra Saronno e Caronno: tre marocchini arrestati, uno scappa a nuoto

27 Febbraio 2020


carabinieri bosco

Tre arresti per spaccio di droga tra Saronno e Caronno Pertusella. Si tratta di tre marocchini, uno di loro ha tentato la fuga a nuoto nel torrente Lura. Hanno età compresa tra i 23 e i 41 anni.
Sono stati notati in via Asiago a Caronno mentre erano accampati dietro il torrente Lura. I due carabinieri li hanno rincorsi, spingendoli verso il recinto di una grande azienda confinante con quell’appezzamento di terreno. A quel punto, sfidando il freddo, uno dei tre stranieri si è gettato nelle acque del torrente sperando di non essere raggiunto, ma non aveva fatto i conti con un’altra pattuglia di carabinieri arrivata in aiuto che lo ha bloccato.
Gli altri due extracomunitari invece, pur tentando la fuga scavalcando un muro di cinta, sono stati atterrati dai due militari che li inseguivano a piedi. Addosso uno dei tre stranieri aveva 1.580 euro in contanti.
I tre sono stati denunciati per spaccio di stupefacenti e violazione della normativa sull’immigrazione clandestina, poiché tutti irregolari e senza fissa dimora.
https://www.ilnotiziario.net/wp/2020/02/27/droga-tra-saronno-e-caronno-tre-marocchini-arrestati-uno-scappa-a-nuoto/

Tensioni tra extracomunitari e autista di bus, arrivano i carabinieri

Il capogruppo di CasaPound denuncia l'ennesimo episodio avvenuto sulla linea per Braccagni

Tornusciolo consigliere di CasaPound

Grosseto, 27 febbraio 2020 - Ancora manifestazioni di insofferenza da parte di un gruppo di cittadini extracomunitari ai danni dell'autista di un autobus della Tiemme nei pressi di Braccagni, frazione alle porte di Grosseto. Ne dà notizia il capogruppo di CasaPound in Consiglio comunale, Gino Tornusciolo. “Martedì mattina nella zona di Braccagni si è verificato un fatto increscioso che purtroppo non rappresenta ormai più un evento isolato nelle nostre terre - scrive Tornusciolo - Un bus della Tiemme, infatti, che stava eseguendo servizio extraurbano, è stato fermato da una decina di extracomunitari che pretendevano di far salire sul mezzo una bicicletta pur non essendo idoneo e sprovvisto di bauliere. Al giustificato rifiuto del conducente infatti la situazione si è riscaldata vedendo offese e minacce ai danni sia del conducente stesso che degli altri passeggeri, costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine intervenute con 3 pattuglie dei carabinieri e una della municipale di Grosseto. A questo punto con l’identificazione dei coinvolti, tranne uno che si è dato alla fuga tra i campi, gli animi si sono calmati lasciando però del malessere e un po’ di timore tra gli sfortunati passeggeri presenti, che hanno comunque appoggiato il conducente del bus”.
“Voglio esprimere per prima cosa vicinanza all’autista - continua Tornusciolo -  che ha rischiato in prima persona, per il rispetto delle regole comuni, non sapendo quali potevano essere le reazioni di chi e quanti aveva di fronte, ma il fatto più grave è che questo episodio rappresenta solamente uno di cui siamo venuti a conoscenza ma cose di questo genere stanno diventando una quotidianità nella nostra città e nelle nostre tranquille campagne. Episodio questo che ci porta ancora una volta a riflettere su un sistema dell’accoglienza, quello che è stato e quello che è diventato, gestito male fin dall’inizio, un sstema che ha visto lo sfruttamento di finanziamenti pubblici per mero interesse economico e che spesso oggi vede l’abbandono a se stesse di queste persone che forse si ritrovano in un contesto diverso da quello che avevano immaginato e non abituate a seguirne le regole”. Tornusciolo conclude la nota chiedendo un rapido interessamento ed una ferma presa di posizione da parte dell’azienda trasporti Tiemme che deve supportare e sostenere i suoi dipendenti che ormai rientrano purtroppo in una categoria di lavori ad elevato rischio.











ROMA
Coronavirus, a Roma i venditori abusivi di mascherine: fermato bengalese

La paura scatenata dalla diffusione del Coronavirus sta facendo cambiare le abitudini di tutti, anche degli ambulanti abusivi. E così a Roma compaiono i venditori ambulanti di mascherine sanitarie monouso: fermato dai carabinieri un bengalese in pieno Centro.

 

Mercoledì pomeriggio infatti, i militari del Comando Roma piazza Venezia hanno sanzionato un venditore irregolare, un cittadino del Bangladesh di 49 anni, che stava proponendo in vendita ai passanti di via IV Novembre non rose, né ombrelli, ma mascherine.
I carabinieri, dopo averlo fermato e portato in caserma, ne hanno sequestrate ben 159 trovate stipate nello zaino che portava con sé. Nei confronti dell’ambulante fuorilegge è scattata una sanzione amministrativa di 5.000 euro per la violazione del Regolamento di Polizia Urbana ed è stato sottoposto all’ordine di allontanamento per le prossime 48 ore.






Stazione Trastevere, immigrato tenta di rapinare un passeggero in fila per il biglietto

Giovedì 27 Febbraio 2020



La Stazione Trastevere di sera



Non si fermano gli episodi di violenza nelle stazioni ferroviarie, nonostante la presenza dei passeggeri. Un immigrato di 51 anni è stato arrestato per aver aggredito e rapinato un uomo in fila alla biglietteria della stazione Trastevere. È accaduto ieri alle 16 circa quando il rapinatore di origini somale, ha spintonato l'uomo in attesa del suo turno per rinnovare l'abbonamento, sottraendogli 175 euro. Una gesto che non è sfuggito ai militari della pattuglia dell'Esercito in servizio nella zona che hanno bloccato il 51enne richiedendo l'intervento degli agenti del commissariato di polizia di Trastevere. In pochi minuti sono arrivati i poliziotti ed hanno proceduto all'arresto per rapina.


https://www.ilmessaggero.it/roma/news/stazione_trastevere_immigrato_rapina_passeggero-5078217.html



Due tunisini con tre ovuli di cocaina lungo la statale 115

Campobasso, pakistano tenta di stuprare 70enne e pesta carabiniere

Lo straniero, già noto alle forze dell'ordine per un simile episodio di violenza commesso nel dicembre dello scorso anno, ha lamentato un malore durante le fasi di arresto. Il Gip ha disposto per lui la misura cautelare del carcere


Ha tentato di stuprare una donna di 70 anni dopo averla aggredita, quindi ha pestato un maresciallo dei carabinieri intervenuto in difesa della vittima, mandandoli entrambni in ospedale con 40 giorni di prognosi: per questo motivo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Campobasso ha determinato per lui la misura cautelare del carcere.

Il responsabile, vale a dire un pakistano di 29 anni, è stato pertanto trasferito dietro le sbarre della locale casa circondariale con l'accusa di tentata violenza sessuale, lesioni aggravate e resistenza e violenza a pubblico ufficiale per quanto commesso durante il primo pomeriggio dello scorso giovedì 20 febbraio.
Il 29enne, poco prima delle ore 14:00, aveva incrociato la vittima mentre quest'ultima stava facendo ritorno verso casa. Dopo averla colta di sorpresa ed aggredita, l'ha successivamente trascinata verso una zona più appartata tra via Emilia e via Romagna. La 70enne era stata quindi colpita con forti pugni e calci dall'energumeno, personaggio di grossa stazza, che tentava di fiaccare le sue ultime resistenze per strapparle i pantaloni di dosso e poter abusare di lei. Le disperate grida di aiuto lanciate dalla 70enne erano per fortuna riuscite a richiamare l'attenzione di un maresciallo dei carabinieri di Campobasso fuori servizio, che prontamente era intervenuto in suo soccorso.
Dopo essersi qualificato, tuttavia, il militare, un uomo prossimo alla pensione secondo quanto riferito dalla stampa locale, veniva centrato da un pugno in pieno volto, tanto forte da provocare una frattura delle ossa facciali oltre che un serio trauma oculare. Anche la donna aggredita ha riportato delle ferite di una certa entità, subendo lesioni alla milza ed un trauma facciale, oltre che contusioni in varie parti del corpo. Entrambi i feriti sono dovuti ricorrere alle cure del personale sanitario dell'ospedale Cardarelli di Campobasso, ricevendo ben 40 giorni di prognosi ciascuno.
Ritornando al racconto della vicenda, dopo aver lasciato tramortito a terra il militare, il pakistano aveva cercato di fuggire rapidamente dal posto, perdendo tuttavia nel tragitto il proprio telefono cellulare. Un particolare, questo, che è stato di grande aiuto per gli inquirenti impegnati nell'identificazione ed individuazione del responsabile. Grazie ad alcuni scatti salvati nella memoria del dispositivo elettronico, infatti, gli uomini della questura di Campobasso sono riusciti a comprendere di chi si tratta ed a mettersi sulle sue tracce.
Quando si è trovato i poliziotti davanti, tuttavia, il pakistano ha subito lamentato un malore, convincendo gli uomini in divisa a condurlo in ospedale, dove lo stesso è rimasto qualche ora sotto osservazione, prima di essere tradotto in carcere. Secondo quanto emerso in fase di indagine, tra l'altro, lo stesso pakistano si era reso responsabile di un'altra aggressione ai danni di una signora che faceva ritorno alla propria vettura posteggiata vicino all'ex stadio Romagnoli: accadeva appena lo scorso dicembre 2019.
Procedono comunque le indagini da parte degli uomini della questura di Campobasso.