VERIFICA LA NOTIZIA“Dopo quarant'anni le proteste sono per altri arrivi… è il momento delle destre, è chiaro. Gli italioti, per automatismo, hanno dato il loro consenso a Matteo Salvini: è diventato una specie di vaso non di elezione ma di speranze. Il suo stesso nome è una profezia, Salvini”. Un “Salvini” pronunciato con tono divinatorio, con quell’enfasi che solo un attore sa mettere nelle parole. “È un uomo che non si rende conto, secondo me, del significato che potrebbe assumere, sul piano nazionale e internazionale… Salvini è il salvatore della razza bianca in Europa”. Una sorta di oracolo della Sibilla che quasi compara l’attuale ministro dell’interno al nuovo messia: “Sul piano nazionale ha capito l’importanza del Sud, ha chiesto scusa ai meridionali e, astuto, si è guadagnato i loro voti. Il Sud è sempre stato tradito e occupato. Lo hanno fatto i piemontesi con il francese Cavour… non si doveva fare un’unificazione ma una federazione di popoli italici, è bene che le libertà particolari siano rispettate”. Franco Freda parla del Regno delle due Sicilie, del Regno di Napoli, di Camillo Benso conte di Cavour, fino a chiudere la sua cavalcata storica con una risata e una frase: “I francesi, tanto con la puzza sotto al naso e con l’invidia e il disprezzo, in parte giustificato, nei nostri confronti, sono già diventati magrebini. Non esiste più una popolazione omogenea e presto assisteremo a scontri da guerra civile tra nativi e immigrati”. Lei è stato condannato per istigazione all'odio razziale… non crede che con queste dichiarazioni la accuseranno ancora di razzismo? “Sono stato condannato per la vicenda del Fronte Nazionale che è poi stato sciolto dal Consiglio dei ministri, oggi sono solo un uomo che parla liberamente… che esprime il suo pensiero. Se non vuole ascoltare possiamo salutarci…”. La sentenza del 2005 della Cassazione sulla strage di Piazza Fontana ha confermato l’assoluzione per Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni ma ha anche indicato lei e Ventura come i responsabili… “Sono stato condannato in primo grado ma anche prosciolto in appello, a Catanzaro. Quando la Cassazione ha annullato la sentenza sono stato riprocessato a Bari. E ancora assolto. In Veneto e in Lombardia mi avrebbero impiccato prima della sentenza… (ride). Due corti di Assise hanno sentenziato la mia innocenza per la strage di Piazza Fontana. È assurdo che dopo cinque o sei processi uno scrivano venga surrettiziamente ad indicarmi come colpevole…”. Nella sentenza del 2005 si legge che l’attentato fu compiuto da “un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine Nuovo” e “capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura”. E lei non è più processabile… “Le vere stragi sono quelle che hanno cominciato a fare gli islamici, quelle che faranno, fra qualche anno, i nigeriani. Sono quelle di chi per la fregolata brava di cumular denari, come diceva un autore veneziano del 600, costruisce ponti dove muoiono decine di persone. Sono e saranno loro i veri criminali”. Lei non lo è? “Sono un criminale, lo scriva, lo dica… compiacetevi di credere che io sia una figura cattiva. Sono un razzista? Pensatelo pure, non m’importa. Sono ormai vicino al fondo della lucerna, l’olio si sta abbassando e a breve non ci sarà più luce”. Una frase, l’ultima, quasi sussurrata e con pause interminabili fra una parola e l’altra. E di Freda anche le pause hanno una voce che va ascoltata, interpretata. È un criminale, dicono. Uno dei peggiori. L’autore (assolto) di una strage. Eppure sembra vivere lontano da questa infamante accusa, in un mondo di libri classici, di storia e letteratura: “Non mi disturba, sto preparando un progetto per pubblicare gli antichi italici di Devoto”, è stata questa la sua prima frase. E ancora: “Non so usare internet, né voglio imparare a farlo. Preferisco il telefono fisso al cellulare… ho pochi amici da chiamare… mi sono disintossicato dalla lettura di giornali e periodici… non guardo la tv, io penso da solo… scrivo con il lapis… uso il computer solo per correggere gli scritti dei miei autori… vengo considerato pesante, in realtà mi difendo dicendo che sono pensante, mi consenta la vanità …”. Torniamo a Salvini, davvero punta sul leader della Lega? “Niente leader, preferisco l’italiano. È così nobile, musicale, non crede? (pausa). Ma si rende conto del pericolo tremendo che stiamo correndo, un pericolo spaventoso… se le proiezioni demografiche si realizzassero, e usiamo il congiuntivo dell’irrealtà, fra vent'anni due miliardi di africani si rovesceranno in una bacinella in cui noi siamo già immersi”. Lei è razzista?
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