Violenze, discorsi d’odio, insulti razzisti per il colore della pelle o per la nazionalità: il sondaggio rimarca il fatto che oltre il 30% dei neri in Europa ha subito forme di discriminazione. Preoccupante è che i giovani sono tra i più vulnerabili e i meno integrati nella società. “Dobbiamo riconoscere che l’Europa sta cambiando il proprio volto. L’Europa deve trovare nuova linfa vitale dal pluralismo e dal multiculturalismo che caratterizza la società per opporsi al razzismo crescente. I crimini dettati dall’odio razziale sono l’espressione più meschina della discriminazione perché abusano apertamente della dignità umana su base etnica”, ha spiegato l’eurodeputata “Nonostante il dato sia allarmante, troppo poche risultano le denunce alle organizzazioni e istituzioni competenti da parte delle vittime”, ha continuato Kyenge. “Si tratta di una piaga che va combattuta e debellata. Non è solo una lotta contro la violenza fisica o verbale, ma anche una battaglia per garantire uguali opportunità. Spesso, infatti, la discriminazione include l’accesso alla casa, l’istruzione, la sanità, l’accesso al lavoro, l’umiliazione in luoghi pubblici, l’esclusione sociale. Senza dimenticare un altro punto importante sul tema: troppo spesso si verificano casi di fermi di polizia per l’etnia e la nazionalità definiti come Ethnic Profiling”. L’ex Ministro per L’integrazione ha poi chiosato: “Oggi, grazie al report della Fundamental Rights Agency ed alla collaborazione con il Parlamento europeo e l’intergruppo antirazzista ARDI, abbiamo finalmente una chiara idea di quanto il fenomeno dell’afrofobia sia vasto e in crescita. Continua quindi il nostro lavoro per un nuovo orizzonte pluralista, multiculturale, equo e rispettoso. Una via per costruire un’Europa dove non ci sia più spazio per il razzismo”.
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