URGE LO STRAPPO DEL CAZZO PER FERMARE I MANICI SESSUALI NEGRI DI SINISTRA
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STUPRATA DA AFRICANO MENTRE FA JOGGING: ARRESTATO, NE HA VIOLENTATE ALTRE
LUGLIO 28, 2023
Era uscita di casa nel pomeriggio per fare jogging, come tutti i giorni, nei prati vicino a Cascina Nesporedo, a Locate di Triulzi. Lui l’ha aggredita alle spalle, le ha tappato la bocca per impedirle di urlare, l’ha trascinata nella boscaglia e l’ha violentata. Era il 23 dicembre dell’anno scorso. Ora, dopo sette mesi di complesse indagini, i carabinieri di San Donato Milanese hanno fermato Abdelfatah Ennakach, marocchino, 26 anni, irregolare in Italia, con l’accusa di violenza sessuale. Il provvedimento di fermo è stato convalidato dal gip di Milano Daniela Cardamone, su richiesta della Procura di Milano.
Lo stesso Ennakach «avrebbe molestato sessualmente altre donne nello stesso luogo», scrive il gip nell’ordinanza nella quale si indicano, passo passo, tutti gli elementi della serrata e complessa indagine, tra cui testimonianze, tabulati, analisi delle impronte su alcuni oggetti e il match del Dna, che hanno portato al fermo, eseguito tre giorni fa. Il 26enne, davanti al gip, ha confessato sostenendo che in quel momento «era ubriaco» e tentando pure di dirsi «dispiaciuto». Agli atti anche la denuncia e il racconto della vittima, «scioccata e traumatizzata per la violenza subita».
La donna ha raccontato che, mentre stava correndo nei pressi della cascina, è stata aggredita «di sorpresa alle spalle» dall’uomo che le ha chiuso «la bocca per impedirle di urlare» e di «chiedere aiuto». E l’ha, poi, «trascinata con forza nella boscaglia». La vittima, dopo aver chiamato i carabinieri, è riuscita a fornire una sommaria descrizione del violentatore. Le indagini sono partite da alcuni oggetti sequestrati in quell’area: uno scontrino di un minimarket (l’uomo era stato ripreso dalle telecamere del negozio), una busta e una vaschetta. Poi gli investigatori hanno effettuato una serie di appostamenti e raccolto informazioni nella zona, territorio di spaccio. Sono riusciti così a risalire all’utenza telefonica di uno dei pusher più attivi, proprio il 26enne marocchino, e i tabulati hanno confermato che l’utenza quel giorno era nella zona della violenza sessuale.
E sono stati sentiti, poi, alcuni clienti dello spacciatore, che si faceva chiamare «zio» o «Abdul» e che aveva anche un alias di copertura. Dopo quel fatto del 23 dicembre, ha raccontato una testimone, era «sparito dalla circolazione». Anche altri testi, sempre suoi clienti, hanno evidenziato il suo «atteggiamento sessualmente molesto». Una donna ha messo a verbale che nei primi giorni di gennaio sarebbe stata molestata da lui. In un caso aveva pure già tentato di «trascinare via» una donna.
Poi, gli esiti degli accertamenti scientifici del Ris di Parma sulle impronte trovate sugli oggetti sequestrati, in particolare sulla vaschetta, hanno confermato che un’impronta apparteneva al 26enne. E le analisi delle tracce biologiche, infine, hanno fornito un’ulteriore certezza sull’identificazione. Il giudice nel disporre il carcere spiega che il giovane, irregolare e senza fissa dimora, potrebbe scappare e commettere altri abusi. Ha agito, scrive il gip, con una «modalità rapida» e con una «accurata scelta della vittima», quando «non c’erano persone presenti» nella zona.
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