domenica 30 luglio 2023

VEDIAMO SE ORA I COGLIONI COME DAVID PUENTE NEGANO CHE GLI ISLAMICI MANGIANO I CANI E GATTI. CI AVETE RIEMPITO IL PAESE DI BESTIE.




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GANG IMMIGRATI INSANGUINANO MILANO: CANI SVENTRATI – VIDEO

LUGLIO 30, 2023










































Latin Kings, chiesto il processo per 10 giovani sudamericani: “Hanno ricostruito la gang a Milano”

La Procura di Milano ha chiesto il processo per 10 persone accusate di aver ricostruito una costola dei Latin Kings, fazione Chicago, una delle pandillas latino americane note per la violenza delle sue azioni e rappresaglie contro le bande rivali.

Il materiale sequestrato dalla polizia durante la prima operazione Latin King nel 2006
Il materiale sequestrato dalla polizia durante la prima operazione Latin King nel 2006
La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal pm Francesca Crupi, titolare dell’inchiesta che lo scorso aprile aveva portato la Squadra Mobile ad arrestare 9 giovani, tra i 36 e i 20 anni, tre dei quali ancora in cella mentre gli altri con l’obbligo di firma. Il decimo per cui è stato proposto il rinvio a giudizio è un personaggio di secondo piano. Le accuse sono associazione per delinquere, lesioni aggravate, rissa aggravata e porto illegale di armi improprie.

Tra le persone finite in carcere circa tre mesi fa ci sono ‘Inca supremo’, il leader della fazione che è per altro rivale degli Ms13, e il ‘Don’ capo del ‘capitolo’ di Cologno Monzese. Ed è proprio ‘l’Inca supremo della tribù’ che in una intercettazione agli atti dell’inchiesta aveva intavolato un duro confronto con un esponente di spicco della banda ‘nemica’: “Ascolta… se devi attaccare attacca, però parla chiaro, perché questa cosa finisce male e – lo aveva minacciato – faremo una marea di funerali”. “Io ho notato che vi sta piacendo passare per zone che non sono vostre”, aggiungeva il capo del Latin King Chicago che con un suo affiliato, in un’altra telefonata, esprimeva la necessità di “fare pulizia”. “Dobbiamo fare una pulizia di zona perché stanno passeggiando nelle nostre zone”, diceva.

E in questo contesto gli inquirenti e gli investigatori hanno collocato le feroci risse nel 2022 in un parco giochi a Milano, un’altra a un festival di musica latino americana ad Assago ( Milano) e un agguato in discoteca: volarono pugni, calci e bottigliate. Le sfere d’influenza, infatti, sono ritenute ‘invalicabili’ dai rivali, così come tra i componenti della gang vigono regole ferree raccolte nel ‘Manifestò o ‘Letteratura’ che, se violate, comportano punizioni cruente. Ora la parola passa al gup.

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Ecco a cosa portano i ricongiungimenti familiari. Perché se Mario assume la badante peruviana poi devono venire tutti qui invece di ritornare lei a casa dopo qualche anno sostituita da un’altra? Questa è immigrazione di ripopolamento.

Sono passati dieci anni dall’ultima accesa guerra fra bande sudamericane che insanguinavano ferocemente la prima periferia di Milano, zona Lambrate e piazza Udine. Aggressioni in strada o sull’autobus, come quella sulla linea 93, e quella sulla linea 63 finita con un tentato omicidio per uno sgarro tra gang. Modalità da spedizione punitiva, con la vittima designata raggiunta, circondata da un gruppo di ragazzi e colpita per vendicare uno “sgarro“ o per un regolamento di conti davanti ad altri passeggeri ignari. Diciassette arresti solo nell’ultima indagine all’interno della Barrio 18. Ancora per un tentato omicidio, ancora regolamenti di conti nella Milano insaguinata da una criminalità parallela, con regole precise, organizzazione molto articolata, con capi (detti ‘palabreros’ o ‘encargaderos’), promotori (‘secunderos’) e ‘membri operativi’ (‘soldados’) che punivano gli affiliati a gang rivali, oltre a ‘simpatizzanti’, cioè ‘civili’ che fornivano aiuto e informazioni.

Il puzzle si è sempre incastrato: aggressioni e colpevoli. Da dieci anni però manca all’appello uno dei responsabili di aggressioni e di un tentato omicidio che si consumò in piazza Udine, sparito dai radar degli investigatori proprio dopo un tentato omicidio, fuggito forse in maniera rocambolesca e ricomparso a Milano solo negli ultimi mesi, esattamente dodici anni dopo. Lui si chiama Alex Portillo, sudamericano, avrebbe una vistosa cicatrice che gli sfregia il viso, così dice chi lo conosce, ma lui da dieci anni è un fantasma, ieri si è aperto un processo con udienza in contumacia, per cercare di definire la sua responsabilità, il suo “spessore criminale“ anche attraverso la testimonianza dei feriti e del poliziotto che quel pomeriggio ha assistito all’aggressione. Portillo avrebbe ora una fidanzata a Milano e, seguendo questa strada, si è arrivati a lui.

All’epoca dei fatti aveva 20 anni e oggi ne ha 32. Quel giorno in piazza Udine le due bande rivali scendono dall’autobus e si sfidano. Portillo colpisce e rimedia a sua volta due coltellate nel caos della rissa. Poi però diventa un fantasma per la giustizia. L’udienza, in cui lui è accusato di tentato omicidio, è stata rinviata al 13 settembre, quando verrà sentito il poliziotto in borghese che intervenne quel giorno, la fidanzata e uno dei giovani feriti. Dall’ultima grossa inchiesta che ha portato in carcere 17 “padilleros“ sono emersi elementi importanti per definire il quadro dell’organizzazione. A distinguere i “soldati“ sono i tatuaggi. Le pandille a Milano avevano un vero e proprio covo, dove si riunivano periodicamente raccogliendo anche “fondi” per la banda criminale.

Le indagini sul fenomeno delle gang latino-americane hanno messo in luce uno spaccato di criminalità metropolitana diffusa e temibile. Una mafia parallela, che si struttura, si evolve, parla un linguaggio criptico e ancestrale. Una piovra che conta su veri e propri soldati giovani, addestrati e disposti a tutto. Si è globalizzata e potenziata anche sull’onda dei social network. La banda di latinos più pericolosa, la MS13 (Mara Salvatrucha), controlla il territorio di Milano, dell’hinterland, si espande in provincia e in Lombardia. Si nutre di violenza perché gli omicidi sono l’unico modo per punire gli sgarri. E vive di criminalità da strada perché per sopravvivere ha bisogno di regole e di soldi. E i soldi si fanno con le rapine, gli scippi e i furti. È la ferocia delle regole, il ricorso a una violenza facile e brutale. Punizioni fisiche previste in caso di mancato rispetto degli ordini e delle regole, condanne in caso di uscita dal gruppo senza autorizzazione dei superiori, somme di denaro estorte ai membri. E ancora, aggressioni fisiche e rapine per contrapporsi ai rivali e commissione dei reati per assicurare il sostegno dei gruppi. Furti, rapine e spaccio di modiche quantità di stupefacenti, in genere davanti a scuole e parrocchie. Armati, organizzati in modo quasi militare, i componenti della gang si scontrano tra loro, i potentissimi Neta e con i Chicago, i Trinitarios con gli acerrimi rivali, i Comando. Negli anni le strutture delle bande storiche si sono sfaldate e rimescolate.

Gang di immigrati di ogni razza. Rapper nordafricani e bande sudamericane.

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ACCADE QUESTO QUANDO IMPORTI FIGLI DI BADANTI CON I RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI TANTO AMATI DA VATICANO E FRATTAGLIE VARIE PER “TENERE INSIEME LE FAMIGLIE”. ECCO, QUESTE SONO LE ‘FAMIGLIE’:


La guerra delle gang insanguina ormai da anni le strade di Milano. Accoltellamenti, pestaggi e rivali gambizzati.

DOVE SONO E COME SONO ORGANIZZATE LE GANG DI LATINOS

Le gang più agguerrite

‘Ms13′ o ‘Mara Salvatrucha’, si è diffusa a Milano, in altre province lombarde e nella provincia di Novara. Hanno un ‘codice’ composto da un decalogo di regole, la cui infrazione può anche prevedere la pena di morte. Attivi nelle rapine da strada, nei furti e nello spaccio, gli Ms13 sono anche dotati di un violentissimo codice di iniziazione, che prevede per le donne l’obbligo di sottoporsi a uno stupro. I membri della gang si identificano attraverso un tatuaggio rituale e sono soliti contrassegnare i luoghi dove si riuniscono scrivendo sui muri la sigla della banda con la vernice spray.

I ‘Trinitarios’ sono invece una gang originaria di Santo Domingo che si ispira idealmente ai tre patrioti che resero indipendente la Repubblica Dominicana da Haiti, nel 1844. Ma a parte i richiami a presunti ‘padri nobili’, la gang è conosciuta per la sua ferocia e gestisce reati da strada come furti, rapine e spaccio di droga. Sono dotati di una struttura fortemente gerarchizzata: il codiceè’ nato nelle carceri statunitensi e si è poi diffuso anche in Europa, e si fonda su tre regole basilari, una “preghiera”, 7 “punti” e 21 “norme”. Per entrare a far parte della gang ci si sottopone a un violento pestaggio, e una volta dentro, il proprio ruolo nella gerarchia si riconosce attraverso collane di colore diverso. I Trinitarios, a differenza di altre gang simili, non ostentano tatuaggi, limitandosi a mostrare qualche volta il simbolo di una mano con tre dita aperte, che rappresenta tanto i tre presunti “patrioti fondatori” quanto la mimica della pistola.

CANI SVENTRATI PER RECUPERARE OVULI DI COCA

In tempi recenti, i ‘latinos’ sono balzati alla cronaca per un metodo di importazione della droga particolarmente crudele: nel 2013 gli inquirenti milanesi scoprirono che la cocaina arrivava nascosta nell’intestino di cani di grossa taglia, che una volta a destinazione venivano uccisi.

UNA SCIA DI SANGUE LUNGA ANNI

Luglio 2013: scoppiano le ‘guerre’ per il predominio in città: durante una rissa vengono arrestate 11 persone al ‘Parco Nord’ di Milano.
Settembre 2013: un altro duro colpo alla ‘Ms13′: 25 persone arrestate per rapine, lesioni, porto e detenzione d’armi.
Febbraio 2014: un giovane viene accoltellato e riprende la ‘guerra’
Luglio 2014: arrestati 13 ‘Trinitarios’. Aggressione a colpi di machete a due ferrovieri su un treno regionale.
Settembre 2014: nuovo blitz della polizia che porta all’arresto di 15 aderenti a ‘Barrio 18′ e “Ms13″

La stessa gang che terrorizza gli Stati Uniti.

E’ tempo di abrogare i ricongiungimenti familiari, Salvini: se Conchita e Mohammed vengono qui per lavorare – in quei pochi casi – non è necessario che si portino poi dietro tutto il clan. Ci vuole un’immigrazione limitata, selezionata e di lavoratori: non di famiglie allargate o presunte tali per ripopolare l’Italia. Di delinquenti e disoccupati: come le banlieus parigine da generazioni.

Ovviamente, sui giornali non vi diranno che sono figli di immigrati. Vi diranno che sono ‘milanesi’.


















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