martedì 6 aprile 2021

IUS SOLI. ‘ITALIANI VI AMMAZZO’: CI VUOLE UCCIDERE, MA NON POSSIAMO ESPELLERLO PERCHÉ NATO IN ITALIA

APRILE 5, 2021



























A proposito della pazza idea di Letta e compagni sullo ius soli.

Uscirà dal carcere il prossimo settembre, tra pochi mesi. Unica difesa per i cittadini, sarà la ‘sorveglianza speciale’.

Lui è un immigrato di 24 anni, Bellal Badr, in cella per una serie di rapine seriali, e che in prigione è stato protagonista di un processo di radicalizzazione islamica: odia gli italiani e li vuole uccidere. Ma uscito di galera nel 2019 non è stato possibile mandarlo nel Paese dei suoi genitori. Perché ‘italiano’.

Ha guidato una sommossa ferendo undici agenti e in altre due occasioni ha aggredito due guardie penitenziarie, al grido: “Italiani di merda, vi ammazzo tutti. Morirò da martire. Allah akbar”.

Ma perché non possiamo espellerlo? Perché il ragazzo è nato a Milano nel 1995, da una famiglia di immigrati perfettamente integrati e senza precedenti penali. Il padre è egiziano e la madre è tunisina.

Nel 2013, ancora minorenne, picchiò con schiaffi e pugni in faccia una sua coetanea in centro a Milano per rapinarla del cellulare. La violenza fu tale che la ragazzina rimase a terra tramortita.

Nel 2015, con un complice mai individuato, entrò in un negozio per rubare martello demolitore. Venne fermato ma fu reticente e non svelò mai il nome del compagno di furto.

Poi, il 3 marzo del 2016 venne arrestato durante una rapina in farmacia sempre a Milano. La ‘sua’ città natale.

Criminale seriale, aveva commesso altri sette colpi nei giorni precedenti: a partire dal 17 febbraio.

Agiva armato con un coltellaccio da cucina lungo 30 centimetri o con una mazza da baseball.

Poi il carcere e le sommosse al grido di “Allah Akbar”. “Italiani di merda, così ci trattate”. “Io vi ammazzo tutti e muoio da martire”.

In una delle sommosse, lui e i suoi immigrati riuscirono a ferire undici agenti della polizia penitenziaria, ad uno ruppero il braccio.

Alessandra Simone, dirigente della divisione Anticrimine descrisse il suo atteggiamento come quello di “odio generale verso le persone”, qualcuno “insofferente verso le articolazioni dello Stato”. Ora, dal giorno in cui è uscito fuori: la polizia lo ha ‘marcato stretto’ e è stata informata su ogni suo spostamento dal luogo di soggiorno, che sarà obbligato. Almeno in teoria. Di lui, pubblicamente, non si sa nulla. Solo che è rimasto in Italia.

Ecco, non possiamo espellerlo perché ‘italiano’. Figuriamoci se ci fosse lo ius soli integrale e non quello annacquato di oggi.

Urge una legge che ci riporti allo ius sanguinis, prima che sia troppo tardi. Prima che tanti Stefano Leo vengano sgozzati per strada al grido “odio gli italiani”: perché puoi anche regalare loro la tua cittadinanza, possono anche apparire ‘integrati’, ma non saranno mai italiani. E se da stranieri possono delinquere, da ‘nuovi italiani’ possono farlo impunemente, senza temere l’espulsione.

Di più. Non dovrebbe essere automatica la cittadinanza per chi ha un genitore non italiano proveniente da zone del mondo che fanno dell’ingravidare le donne dei Paesi europei una forma di conquista e jihad. Anzi, dovrebbero perdere la cittadinanza le donne in questione.




















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