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mercoledì 31 ottobre 2018
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ECONOMIA
CI INDEBITIAMO PER MANTENERE LA UE: 300 MILIARDI DAL 2014
OTTOBRE 31, 2018
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E’ ammontato a oltre 290 miliardi di euro il totale dei contributi straordinari che l’Italia ha pagato e deve pagare, complessivamente, nel quinquennio 2015-2019 all’Unione europea.
Si tratta di più di 58 miliardi l’anno usciti dalle TASCHE DEI CONTRIBUENTI ITALIANI, da un lato dirette al fondo europeo di stabilità (44 miliardi) e dall’altro indirizzati al fondo salva-Stati (14 miliardi).
Questi i dati principali dell’analisi realizzata dal Centro studi di Unimpresa sul peso dei contributi straordinari dell’Italia all’Ue sul debito pubblico del nostro Paese.
Queste uscite, sottolinea Unimpresa, pesano sull’andamento del debito pubblico che si attesterebbe a 2.232 miliardi alla fine del 2019 senza contributi mentre arriverà a quota 2.290 mld; il rapporto tra debito e prodotto interno lordo si attesterebbe al 123,8% nel quinquennio in esame e invece arriverà al 126,6%, nel 2016 raggiungerà il 132,8% mentre si sarebbe fermato al 129,3% in assenza di questo esborso.
Insomma, mentre la Ue ci chiede di ‘limitare il debito’, questo aumenta perché noi finanziamo la Ue.
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata dal consiglio dei ministri del 27 settembre 2016, l’ammontare complessivo degli aiuti italiani ai paesi in crisi è stato pari a
291,1 mld nel quinquennio 2015-2019.
Si tratta di 58,2 miliardi l’anno che corrispondono alle quote di pertinenza dell’Italia dei prestiti a Stati membri dell’area euro, bilaterali o attraverso il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf), e del contributo al capitale del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) ovvero il Fondo salva-Stati: di questi, 43,9 miliardi si riferiscono al Fondo europeo di stabilità finanziaria e 14,3 miliardi al Fondo salva-Stati.
Tali oneri finanziari hanno un peso significativo sull’andamento del debito pubblico e sul rapporto tra lo stesso debito pubblico col prodotto interno lordo. Alla fine del 2015, il debito si era attestato a 2.172,6 mld, ma si sarebbe fermato a 2.114,4 mld senza i contributi extra; il rapporto tra debito e pil si era attestato al 132,3%, ma si sarebbe fermato al 128,7%. Nel 2016 il debito pubblico è arrivato a 2.220,6 mld invece di 2.162,4 miliardi e il rapporto debito/pil a 132,8% invece di 129,3%.
Lo scorso anno il buco nei conti dello Stato ha raggiunto quota 2.257,1 mld (rapporto debito pil 132,5%), invece di 2.198.9 mld (129,0%). Alla fine del 2018 il debito dovrebbe raggiungere 2.283,3 mld (130,1%) mentre si sarebbe fermato a 2.225,0 mld (126,8%) senza aiuti alla Ue. Nel 2019 si stima che il debito arrivi a 2.290,8 mld (126,6%), mentre senza gli oneri finanziari dei due fondi europei si attesterebbe a 2.232,6 mld (123,8%).
Tutto questo, senza i contributi ordinari che diamo alla UE:
L’Eurotassa esiste già: 125 euro da ogni italiano, bambini compresi
Per Bruxelles l’idea di una “eurotassa”, che il tedesco Spiegel attribuisce a Berlino, “è interessante e vale la pena esplorarla”. Lo riferisce il portavoce Ue. E’ in corso un lavoro per valutare tutte le opzioni, precisa il portavoce, citando il gruppo di esperti presieduto da Monti. Infine ricorda che il progetto di creare un Tesoro.
La Ue è la nostra rovina.
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