Il Viminale mette sul tavolo 12 milioni di euro per rimandare a casa i clandestini. Metà dei costi verranno coperti dall’Unione europea. Con questo piano, che andrà ad affiancare il decreto Sicurezza, Matteo Salvini conta di rimpatriare almeno 2.700 immigrati irregolari. “Dopo anni di governo Pd, rispedire i clandestini nel Paese d’origine è quasi impossibile – commenta il ministro dell’Interno – ma, dopo aver praticamente azzerato gli sbarchi, stiamo lavorando anche su questo e sono fiducioso”. L’obiettivo è di aumentarne esponenzialmente il numero. A fine settembre aveva già triplicato i centri per i rimpatri per far partire la stretta sugli irregolari. Ora mette nero su bianco il primo stanziamento in denaro da far confluire nei fondi che sono stati messi a bando dal ministero dell’Interno per il rimpatrio volontario assistito e che rientrano nel progetto fortemente voluto da Salvini per sistemare quegli stranieri che si trovano irregolarmente sul territorio italiano o che, pur essendo regolari, vogliano far rientro nel proprio Paese di origine. I progetti saranno finanziati con il Fondo asilo, migrazione e integrazione (Fami), e saranno rivolti a favorire il processo di reinserimento lavorativo nei paesi di provenienza. I 12 milioni di euro stanziati oggi serviranno a far tornare a casa circa 2.700 persone. Si tratta soprattutto di immigrati provenienti da Bangladesh, Pakistan, Nigeria e Costa d’Avorio, Paesi con i quali l’Italia non ha accordi diretti di riammissione. “Le attività progettuali saranno avviate da febbraio 2019 e si concluderanno entro il 31 dicembre 2021”, fanno sapere dal Viminale facendo notare che l’iniziativa, già la seconda da quando si è insediato Salvini al ministero dell’Interno, segue un analogo progetto approvato lo scorso agosto con il supporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) per il rimpatrio di 900 immigrati, finanziato con i 6 milioni di euro messi a disposizione dalla Commissione europea. “Rimpatriare gli immigrati con questo sistema, cioè su base volontaria, è più rapido e meno costoso – commenta Salvini – il mio impegno prioritario resta quello di stringere accordi con i Paesi d’origine per incentivare i rimpatri coattivi”.
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