sabato 27 novembre 2021

 AIDS, BREAKING NEWS, INVASIONE

VARIANTE AFRICANA, SBARCANO INFETTI: 65% POSITIVI HA L’AIDS PRIMA DI SBARCARE

NOVEMBRE 27, 2021







Dicono che la variante omicron sia nata in Sudafrica perché facilitata dall’ospite sieropositivo. Se è così, i barconi sono un veicolo ideale per le varianti resistenti ai vaccini.

A proposito di ‘variante africana’. Non c’è solo il coronavirus.Circa i due terzi degli africani sub-sahariani in cura per AIDS analizzati era infetto da HIV già prima di arrivare in Italia. I dati rivelati durante un convegno ANLAIDS.

Visto che sui barconi sono arrivati in questi anni al 90% sub-sahariani, significa che circa i due terzi di chi sbarca ed è infetto, lo era già prima di arrivare in Italia.

Lo studio ha raccolto, tra luglio 2013 e luglio 2015, i dati relativi a circa 2000 immigrati adulti (africani. europei, asiatici, americani) con infezione da HIV, seguiti presso 57 centri clinici di 9 Paesi europei a spese dei contribuenti in Belgio, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia.

Incrociando la documentazione con le risposte al questionario è emerso che il 50% dei migranti infetti con l’HIV è arrivato in Europa già infetto. L’altra metà si è infettata nel Paese di arrivo, ovviamente frequentando altri migranti: soprattutto attraverso la prostituzione.

Ancora più alto il dato per gli immigrati provenienti dall’Africa sub-sahariana, quindi di quelli che sbarcano: quasi i due terzi ha contratto l’infezione prima di emigrare, mentre è l’opposto per chi si sposta dall’Europa Occidentale, dai Caraibi e dell’America Latina, soprattutto se maschi omosessuali che la contraggono poi, ‘grazie’ alla promiscuità sessuale.

La cosa, per gli africani non sorprende, visto che provengono da paesi dove l’AIDS è endemica.

Sempre durante il convegno, Anlaids ha presentato in anteprima i dati di un ulteriore studio che riferiscono che le probabilità di contrarre l’HIV aumentano di 4 volte durante la permanenza in Libia. Poi vengono in Italia sui barconi, e non fanno di certo le analisi del sangue al momento degli sbarchi.

Anche una volta arrivati in Europa e “regolarizzati”, il rischio di essere infetti permane 4 volte più alto tra gli immigrati rispetto, per esempio, agli italiani.

E gli ultimi dati ci dicono questo:


Boom di immigrati sieropositivi nel 2020: Aids arriva in Italia col barcone, dati ufficiali

Sono appena usciti i dati ufficiali del Ministero della Salute. Da notare come si definisca ‘lieve aumento’ il passaggio dal già altissimo 27 per cento all’inquietante 33 per cento: l’8 per cento della popolazione che è responsabile del 33 per cento dei nuovi casi. E parliamo di casi riscontrati, il che, trattandosi di immigrati con …




Insomma, stiamo importando masse di infetti. E quando non sono già infetti, lo diventano una volta sbarcati. Dovremmo aiutarli a non infettarsi a casa loro, attraverso una massiccia campagna di informazione e distribuzione di preservativi. Che avrebbe anche l’effetto di limitare la disastrosa crescita demografica africana. Che non può che finire male. Per noi e per loro.

Emergenza AIDS tra i profughi: metà è infetto

Il direttore delle forze di contrasto all’immigrazione clandestina di Kufra, nella zona sud-orientale della Libia, al Fadhil, ha denunciato che i suoi uomini hanno riscontrato innumerevoli “casi di Aids tra gli immigrati presenti nei centri di detenzione”. Parlando al giornale libico “al Wasat”, al Fadili ha spiegato che “di recente la Mezzaluna rossa locale ha …

























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