lunedì 29 novembre 2021

 BREAKING NEWS, CULTURA

MATTARELLA DIFENDE LA PUREZZA DELLA LINGUA: «L’ITALIANO È IL PILASTRO DELLA NOSTRA IDENTITÀ. VA TUTELATO E TRAMANDATO»

NOVEMBRE 29, 2021
































Solite parole vuote di Mattarella. Il suo è un ‘nazionalismo repubblicano’ alla francese. Pensi di tramandare la lingua italiana, che è espressione di una chiara identità etnica, insegnandola a chi è abituato ai versi gutturali dell’Africa? Oggi la nostra lingua è sotto attacco, ma non tanto da parole straniere che sempre sono esistite e sempre sono state digerite – anche se in tanti casi si scade nel ridicolo -, quanto dalla sua degradazione a lingua di chi non l’ha concepita. E non avendola concepita non la può parlare.

“Il genio di scrittori di opere di affascinante valore e perdurante modernità ha conferito dignità all’idioma italiano. Prima ancora che le istituzioni lo adottassero come lingua nazionale. L’italiano, in altri termini, è figlio della creatività. E è strumento espressivo di questa creatività. Apprezzata e ammirata a livello internazionale”. Così il presidente Mattarella aprendo alla Farnesina gli Stati Generali della Lingua e della Creatività italiane nel mondo. Che celebrando l’italiano ne ha sottolineato la modernità e il dinamismo.

“Quello di Cielo d’Alcamo, Jacopone da Todi o dei poeti dello stil novo è un italiano per noi pienamente intellegibile. Dove abbondano parole ed espressioni di uso tuttora corrente”. Senza quella lingua – osserva Mattarella – così duttile ed espressiva, non sarebbe stato possibile a Dante condurci in un viaggio che è testimonianza della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo”. Per il presidente della Repubblica la lingua rappresenta “un pilastro” della nostra identità. Da salvaguardare, tutelare e trasmettere.

“Ci attende un impegno globale e a favore dell”italiano di domani. La lingua che abbiamo il dovere di tutelare, promuovere e tramandare. Per cittadini attivi nella propria comunità e nel mondo, attenti, ispirati, creativi. Coscienti del proprio passato, consapevoli del presente, aperti alle sfide del futuro”. La lingua italiana – ha detto ancora il capo dello Stato – è ambasciatrice del nostro Paese nel mondo. Proiettando all’estero un’immagine suggestiva e avvincente.

“Oggi l’italiano nel mondo risuona attraverso molteplici espressioni. Nel modo di fare impresa così come nella letteratura, nel cinema, nella musica, nel volontariato, nell’arte della cucina. Possiamo aggiungere: nella scienza e nello sport. Di queste diverse sfaccettature dell’italianità la nostra lingua è il tessuto connettivo”.

Studiato da oltre due milioni di persone – ha ricordato il Capo dello Stato- l’italiano “si conferma anno dopo anno un vero e proprio polo di attrazione. Per chi guarda al Belpaese con curiosità, interesse, ammirazione. Non soltanto per i nostri connazionali e per le generazioni di italo-discendenti all’estero. Ma anche per chi sceglie di avvicinarsi alla civiltà italica. Perché attratto dalla storia, dall’arte, dall’eccellenza delle nostre produzioni”. In altre parole, nel suo duplice ruolo di interprete e di vettore delle energie creative, “la lingua rappresenta la prima ambasciatrice del ‘saper essere’ e del ‘saper fare’ italiano”.

Non si tutela l’italiano se non si tutela chi lo parla. Questi sconsiderati parlano di purezza della lingua, ma è razzismo se parli di purezza della ‘razza’. Eppure, sono la stessa cosa.

E badate bene: una popolazione negrizzata non parlerà più l’italiano. Parlerà – o almeno tenterà di farlo – un’altra lingua. Probabilmente ci intenderemo a gesti, torneremo a Babele.



Col “nazionalismo civico”, secondo cui chiunque può essere appartenente ad una determinata nazione a prescindere dalla razza e della religione, personalmente mi ci pulisco il culo. Così come mi ci pulisco il culo con un conservatorismo svuotato della sua componente identitaria. Di cui sono chiaramente espressione i partiti della destra “aperitivo & movida”, ossia Fratelli d’Italia e Lega, chiaramente influenzate dal berlusconismo.

Mai e poi mai un gruppo nutrito di allogeni che si stabilisce in un territorio diverso da quello di origine, diverso sul piano etnorazziale, culturale e religioso, può dall’oggi al domani diventare “autoctono” solo perché acquisisce la cittadinanza. E mai e poi mai può assimilarsi.


LA CORRUZIONE DI UNA CIVILTA’ PASSA ANCHE ATTRAVERSO LA CORRUZIONE DEL SUO LINGUAGGIO.
e il linguaggio si corrompe specialmente quando moltitudini di stranieri ( prevalentemente primitivi e inassimilabili ) invadono il territorio di una Civiltà e ne “apprendono” il linguaggio vivendo ai suoi margini.


Sì, sì va tutelata, abolendo però molti termini, tra i quali : Natale, buon Natale, vacanze di Natale, Maria, Giovanni, signora, signore…




 

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