giovedì 25 maggio 2023

 BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI

OSEGHALE, AVVOCATI VOGLIONO SCONTO DI PENA: “L’HA FATTA SOLO A PEZZI”

MAGGIO 25, 2023








Non sappiamo quanto la mamma di Pamela apprezzerà le motivazioni della Corte di Appello. Che dipinge una drogata disponibile al sesso col nigeriano ma solo ‘protetto’.

Rese note le motivazioni della sentenza di appello bis – relativa alla sola aggravante di violenza sessuale – che ha confermato l’ergastolo nei confronti di Innocent Oseghale, accusato di aver stuprato, ucciso e fatto a pezzi la diciottenne Pamela Mastropietro il 30 gennaio del 2018. Per la Corte di assise di appello di Perugia si ritiene “fondatamente affermata la ricorrenza della contestata aggravante a carico dell’imputato” ossia”aver commesso l’omicidio in occasione della commissione del delitto di violenza sessuale”. Da parte dello straniero c’è stata una iniziale violenza di tipo costrittivo, divenuta poi necessaria “nel palesato dissenso di Pamela una volta resasi conto delle reali intenzioni del suo partner”. Secondo quanto ricostruito, la diciottenne non ha voluto un rapporto sessuale non protetto. Successivamente, c’è stato un”approfittamento – senza soluzione di continuità alcuna – dello stato soporoso ormai completamente manifestatosi nella vittima” che era sotto l’effetto di droga.

Una volta scemato l’effetto delle sostanze stupefacenti, Pamela ha ripreso coscienza gradualmente e ha confermato il dissenso a rapporti sessuali non protetti. La giovane ha però dovuto fare i conti con“l’abnorme reazione di Oseghale” che “non ha esitato ad ucciderla”. La Corte ha sentito due uomini con i quali Pamela ebbe rapporti prima di incontrare Oseghale, concludendo che “Pamela non avrebbe mai potuto acconsentire – né aveva acconsentito – ad un rapporto sessuale non protetto con l’imputato”.

Seppur ben consapevole della prospettiva di doversi sessualmente intrattenere con lui, accettando l’invito a caso di Oseghale“era ‘tranquilla’ perché aveva ancora con sé i due profilattici” che dunque “le assicuravano la ‘tranquilla’ prospettiva di consumare un rapporto sessuale con quell’uomo senza rinunciare alla necessaria protezione”. Secondo la Corte, “deve ritenersi che Pamela, una volta giunta nell’appartamento di Oseghale, avesse deciso di soddisfare per prima cosa il più urgente bisogno che in quel momento l’attanagliava: assumere pressoché immediatamente la droga” anche perché non era più coperta dalle terapie che venivano somministrate in comunità.

“Fatta a pezzi per paura”. Le confessioni choc di Oseghale su Pamela Mastropietro
Per vincere la resistenza della ragazza per un rapporto senza protezione, Oseghale l’ha prima percossa e colpita e poi, con l’effetto della droga sulla ragazza, ha portato a termine l’atto sessuale senza protezione, “agendo dunque in sprezzante trasgressione di quelle modalità di consumazione assai più sicure che la povera Pamela non poteva non aver richiesto o, comunque, dato per ‘scontato’ in considerazione delle connotazioni del rapporto e dell’essere lei stessa in grado di fornirgli i due profilattici”. In base a quanto ricostruito dai giudici, una volta finito l’effetto della droga e presa coscienza del rapporto non protetto, Pamela ha esternato la sua rabbia ed è nato un acceso contrato tra i due. “Di fronte ad una così inaspettata reazione della ragazza”, l’imputato ha “deciso di risolvere il problema aggredendola fisicamente con le due coltellate sino portare a termine l’azione omicidiaria mediante le modalità e le forme già incontrovertibilmente accertate; dedicandosi poi, con fredda lucidità, a cercare di far scomparire totalmente le tracce biologiche che avrebbero potuto ricondurre alla sua persona”.

 La difesa di Oseghale non ci sta. Interpellato dall’Adnkronos, l’avvocato Simone Matraxia – legale insieme a Umberto Gramenzi dell’imputato – ha commentato in maniera perentoria le motivazioni della Corte:“Proporremo ricorso in Cassazione convinti dell’estraneità dell’imputato rispetto all’ipotesi della violenza sessuale”.

Sinceramente, per noi dovrebbero andare tutti all’ergastolo per il solo fatto di essere sbarcati a casa nostra. Magari in cella con diversi politici traditori. Questo delinquente, questo profittatore, questo negro venuto a scroccare e fare a pezzi ragazzine, dovrebbe essere giustiziato per legge, via soffocamento, riportato in vita e poi risofoccato: almeno per una decina di volte.

Ha depezzato, fatto sparire pezzi di una povera ragazzina incapace di intendere e di volere perché finita nel gorgo infernale della droga: dove era finita proprio ‘grazie’ allo spaccio capillare risultato dello sbarco in Italia di centinaia di migliaia di clandestini, tra i quali decine di migliaia di spacciatori.

Il solo fatto che ci siano stati appelli, ricorsi in Cassazione, e che ora questi scellerati ne propongano un altro per disquisire su stupri e profilattici, è la massima espressione dell’inadeguatezza dello Stato. Un baraccone osceno dalla parte dei criminali.

Rischierebbe di più chi volesse scrivere che Mattarella è un delinquente, rispetto a chi fa a pezzi un’italiana.

























Da genitore, per un fatto simile, entrerei in uno stato berserk permanente e farei a pezzi tutto quello che si muove di color merda.






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