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ISLAMICO CHE VOLEVA UCCIDERE ITALIANI IN LOMBARDIA GUIDAVA CELLULA DI IMMIGRATI: È AFRICANO CON CITTADINANZA ITALIANA
MAGGIO 31, 2023
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Inizia la pantomima dei media e dell’avvocato. “Il ragazzino arrestato per terrorismo era uno studente appassionato di storia islamica. La morte del padre lo aveva provato molto. Il quadro che è stato descritto non corrisponde alla realtà dei fatti”.
Ma infatti, chi non decide di sgozzare italiani per la morte del padre? Il vero problema, una vera emergenza, è che questi invasori stanno diventando italiani di carta.
Cosa ci fa un camerunense di 17 anni in Italia? Arrivato coi ricongiungimenti familiari per scroccare. Per questi ingressi non c’è neanche la scusa dei lavoratori a basso costo. SI potrebbero abrogare subito e ci eviteremmo un futuro alla francese.
Per gli investigatori che lo hanno fermato era pronto a mettere in atto un attacco incendiario tra Bergamo e la Bassa Valle Brembana. Un minorenne (17 anni) cittadino italiano, d’origine camerunense, residente in provincia di Bergamo, è indagato per associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate. A eseguire il fermo disposto dalla procura della Repubblica per i minorenni di Brescia è stato il personale della Digos di Bergamo e di Brescia e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo esterno della Dcpp.
Da fonti vicine alla famiglia emergerebbe che nei suoi confronti sia stato tracciato un identikit errato. Studente, ha frequentato un istituto privato. Grande appassionato di storia islamica e dei califfati. Un ragazzo provato dalla morte del padre durante il lockdown. E proprio per questo si sarebbe chiuso in se stesso, isolandosi al punto da stringere amicizie poco rassicuranti via web. Le sue ricerche però sarebbero state equivocate. Assistito dall’avvocato Gabriele Pellicioli, il ragazzo ha fornito la sua versione. “Il quadro non corrisponde alla realtà dei fatti. Occorre tutelare la segretezza delle indagini, a maggior ragione visto che si tratta di un minore”.
Il monitoraggio del ragazzo è iniziato in seguito al rapido processo di radicalizzazione violenta e alla pubblicazione sui social di video di propaganda jihadista. L’attività investigativa ha fatto emergere l’appartenenza del minore a una rete di giovani internauti sostenitori del Daesh. Il suo avatar sembra proprio inneggiare alla violenza. Il giuramento al Daesh e una mappa dei target, con alcuni punti individuati e contrassegnati da una crocetta blu. Punti che, per gli investigatori, potevano rappresentare luoghi idonei per mettere in atto forse un attentato. Le indagini hanno permesso di accertare che il giovane era pronto a passare all’azione elaborando il progetto di un attentato incendiario nella zona in cui vive; il minore è stato inoltre trovato in possesso di numerosissimi contenuti riconducibili allo Stato Islamico, tra cui video di esecuzioni e manuali relativi alle armi ed al confezionamento di ordigni, che diffondeva anche sulla rete, esortando gli altri giovani internauti a passare all’azione.
In pratica guidava una cellula di terroristi islamici di seconda generazione.
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