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ESODO TUNISINO VERSO LAMPEDUSA, COMPRANO BARCONI E PARTONO
MARZO 25, 2023
“La barca l’abbiamo comprata noi. Abbiamo raccolto i soldi e pagato 45 mila dinari per prendere la barca e 10 taniche, da 20 litri, di carburante”.
Questo il racconto fatto da 25 clandestini tunisini intercettati all’alba dai finanzieri della motovedetta “Sottile”, nelle acque antistanti Lampedusa, su un barchino in ferro di 7 metri con motore fuoribordo.
A tutti i migranti che vengono soccorsi o bloccati viene chiesto – rientra nella procedura – il luogo di partenza e il costo del viaggio. Fino ad ora, gli sbarcati hanno sempre riferito di aver pagato da un minimo di mille fino a 4 mila dinari per la traversata organizzata dagli scafisti. Queste nuove dichiarazioni, se confermate, mettono in luce un aspetto nuovo del fenomeno: in Tunisia, la gente del posto riesce anche ad organizzare e salpare autonomamente verso la Sicilia.
LA questione è molto complessa. I politici criminali tunisini vogliono li sordi, come dicono a Roma, e non vogliono alcun controllo internazionale su come vengano spesi. Già parlano di presunti ‘risarcimenti’ per il periodo coloniale. Continueranno a pretenderli per i prossimi secoli, mentre noi non chiediamo nulla per le distruzioni arabe ed i genocidi cui abbiamo assistito.
L’arma è sempre quella per cui il turco ha aperto la via, aprire e chiudere i bocchettoni dell’immigrazione.
Non solo tunisini, la demografia tunisina, grazie a Dio, è in calo, sebbene ormai impestino le contrade d’Italia, di Francia e del Belgio. ciò che vogliono veramente fare è liberarsi della marea nera, come dichiarato pochi mesi fa da Saied, il presidente in persona.
E cosa c’è di meglio che riversarli nella nemica europa, mettendola in difficoltà, meticciandola per il futuro più remoto, ed ottenendo che paghi per una riduzione, non certo un blocco totale, del flusso nero?
Ciò che ha fatto il Turco, che peraltro, come ben si sa, ha fatto passare oltre un milione e mezzi di ‘migranti’, un piccolo numero di siriani, ma in realtà il grosso erano pachistani e bengalesi, i siriani non sono tanti di numero. Poi non li ha bloccati del tutto, li fa passare, ma più alla spicciolata, così intanto continua l’opera di negrizzazione ed islamizzazione, e la pressione rimane costante, salvo aumentare in maniera improvvisa, quando c’è qualcosa di sgradito nella politica europea, o si vogliono più soldi.
Faccio presente anche che la Tunisia ha un bilancio in pauroso passivo, dovuto principalmente al fatto che, come tipico dei paesi arabi, ma senza i giacimenti di petrolio che hanno altri paesi arabi, i tunisini sono per la metà della forza lavoro impiegati pubblici, o nelle varie ‘partecipate’ statali, tutte in grande surplus di personale, infatti la produttività è sottozero altro che le polemiche sulla produttività italiana.
I lavoratori arabi sono ai minimi del mondo per produttività e questi vorrebbero assumerli per sostituire i lavoratori bianchi, ormai ridotti all’osso.
L’arabo non sarà mai un buon lavoratore, al massimo un ottimo consumatore, visto che se gli dai i soldi butta via il proprio denaro in tutte le cose più obsolescenti ed inutili. Forse si vuole anche questo.
Ma tornando a noi, il problema è che la Tunisia sta facendo pressione per liberarsi del pericolo ‘nero’, che sta sganciando, e se non gli pagheremo i miliardi di euro che vogliono per poter continuare a vivere sopra le loro possibilità di bilancio, lo faranno, lo stanno già facendo. E non c’è alcun modo per convincere l’europa, e gli stati uniti of course, che bisogna bloccare i porti tunisi manu militari, se necessario.
Il modo c è, ma abbiamo politici coglioni e non politici con i coglioni
Se mi potessi dire quale, te ne sarei grato… ovviamente non valgono metodi che comporterebbero la guerra civile degli accoglioni foraggiata dall’estero, e se li battiamo internamente, delle bombe ‘umanitarie’ da parte delle potenze ”democratiche’.