martedì 29 settembre 2020

MANI CINESI SUL PORTO TARANTO: QUALCUNO INDAGHI SUI GRILLINI





Non solo un pericolo politico ma anche un danno economico e sociale visto che favorisce la penetrazione delle merci cinesi in Europa danneggiando le nostre imprese. Più di quanto già non lo siano.

Il porto di Taranto alla Cina. E’ stata affidata, per i prossimi 49 anni, la gestione del terminal contenitori (prima controllato da una società di Taiwan) ai turchi di Yilport Holding.

E sempre a Taranto sta per chiudersi poi l’operazione per l’affidamento dell’area dell’ex yard Belelli, una delle più grandi del porto (220 mila metri quadrati), al Ferretti group, oggi controllato per l’85 per cento dai cinesi del Weichai Group. Dovranno costruire scafi e realizzare un centro di ricerca.

I cinesi vogliono Taranto perché è cruciale – come Genova e Trieste, dove però le operazioni a oggi sono più complesse – nella famigerata via della Seta, il piano tanto apprezzato dai grillini che deve rendere l’Europa una sorta di grande centro commerciale cinese.

Taranto, poi, oltre a essere una dei porti principali della Marina militare italiana. L’ex Belelli che finirebbe nelle mani cinesi dista meno di dieci miglia dall’insediamento Nato da cui partono le operazioni più delicate e sensibili del Mediterraneo.

Non che la Nato sia qualcosa di entusiasmante, tutt’altro, ma ancor meno lo è un rapporto con la nomenclatura cinese.

Banchi a rotelle inutili costruiti in Cina. Monopattini inutili costruiti in Cina. Mascherine fantasma comprate in Cina. Forse qualche magistrato, se ne sono rimasti di onesti, dovrebbe indagare sui rapporti tra quel partito e la Cina, altro che Maduro.







“. Forse qualche magistrato, se ne sono rimasti di onesti, dovrebbe indagare sui rapporti tra quel partito e la Cina”…..
Non succederà una beneamata minchia !!
Mi chiedo solo….. ma se fosse stato Salvino a fare una sola delle tante merdate fatte da questi comunisti del cazzo ??








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