sabato 27 giugno 2020

MORTI SU BARCONE, ONG CASARINI ACCUSA NAVE MILITARE ITALIANA: MA ERA A TARANTO







MORTI SU BARCONE, ONG CASARINI ACCUSA NAVE MILITARE ITALIANA: MA ERA A TARANTO





I trafficanti umanitari dell’ong di Casarini Mediterranea, accusano la Marina militare italiana di non avere soccorso, ieri, un barcone di clandestini. Si tratta di questa vicenda:



70 #risorse sono state scippate dalla Guardia Costiera libica a @RescueMed. Per fortuna, i libici sono tornati ad essere attivi ed efficienti. Solo così si sconfiggerà il business dei #trafficanti di esseri umani. https://t.co/VO7AyxoYwv — Francesca Totolo (@francescatotolo) June 27, 2020 Questa volta è arrivata prima la Guardia Costiera libica.



Evidentemente scossi dal mancato carico, sono rabbiosi.
Secondo l’organizzazione tra i 93 clandestini riportati in Libia ci sarebbe anche un neonato. Viste le menzogne loro e di Alarm Phone, è dubbioso. Ma, comunque, non sono fatti nostri, sono fatti di chi parte dalla Nigeria per venire a partorire gratis in Italia, ma fa male i conti.
“La Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans – attacca la Ong -, attualmente in pattugliamento nel Mediterraneo centrale, ha ricevuto un messaggio di Sos inviato da Alarm Phone (il radiotaxi degli scafisti che serve a non lasciare prove di contatti diretti tra Ong e trafficanti) a tutte le Autorità competenti per l’area, riguardante un gommone nero in difficoltà con a bordo circa 95 persone, di cui 8 bambini e 20 donne, una delle quali pare abbia partorito durante la navigazione. Risultano partiti alle 22:30 dalla località libica di Al Khoms. Si trovano 50 miglia a Est di Misurata, alla deriva col motore in avaria, a circa 80 miglia dalla nostra attuale posizione”.
A bordo dell’imbarcazione c’erano almeno 6 morti, ha affermato Mediterranea sul proprio sito, correggendo una prima cifra di 8. L’accusa dei teppisti di Casarini è che diverse navi militari nell’area non siano intervenute. Come se fossero a disposizione di trafficanti e clandestini. Tra esse, secondo Mediterranea, la fregata italiana Bergamini dell’operazione Mare sicuro era tra “le più vicine” al gommone, a bordo del quale si trovavano oltre 95 migranti, tra i quali 20 donne e 8 bambini. Un’accusa diretta alla fregata della Marina militare italiana, impegnata da anni nel pattugliamento dei mari con missioni in tutto il mondo. “Abbiamo scritto a MRCC Roma e al Quartier Generale di Eunavformed chiedendo che siano le navi militari europee a intervenire con urgenza per salvare la vita a queste 95 persone ed evitare che siano nuovamente deportate nell’inferno libico da cui stanno cercando di fuggire”. Alessandra Sciurba, presidente di Mediterranea Saving Humans ha spiegato di aver visto dal radar di Mare Jonio i libici a pochissima distanza dal gommone: “Decine di persone, tra cui un bimbo neonato, saranno catturate e riportate alla tortura con piena responsabilità dell’Italia che ha lanciato la segnalazione e non è intervenuta”. In realtà, come ammesso dall’Onu, non vengono per nulla ‘catturati’, vengono sbarcati in Libia e affidati ai funzionai dell’Onu per il rimpatrio.
La Marina, comunque, ha in serata smascherato le bugie dei trafficanti: “La fregata Bergamini non era ieri in area di operazioni in mare, né tantomeno compresa nel dispositivo dell’operazione ‘Mare Sicuro’, ma si trova ormeggiata presso la Base Navale di Taranto, sede di naturale assegnazione”, precisano, E ricordano come “le attività di Search and rescue (Sar) vengano condotte secondo procedure internazionali e nazionali che prevedono un coordinamento delle azioni di soccorso da parte di un elemento organizzativo denominato MRCC (Maritime Rescue Coordination Center) e l’intervento di qualsiasi imbarcazione che possa intervenire”. La stessa missione Irini aveva sottolineato come non ci siano assetti italiani che fanno parte dell’operazione.
Un’altra fake news delle Ong. Ma, comunque, per quale motivo le navi militari italiane dovrebbero fare da taxi per clandestini che pagano migliaia di euro per venire in Italia a parassitare il nostro welfare.
Ricordiamolo a Casarini e soci: se un clandestino muore su un barcone, è sua responsabilità. Ha pagato per venire a rompere in Italia e gli è andata male. Chi non parte non muore. E se partono, Casarini, è anche colpa vostra. Assassini:
In precedenza gli scafisti telefonavano al radiotaxi Alarm Phone per avvisare dell’arrivo dei barconi. Alarm Phone funge da copertura per le ong in modo che non ci siano contatti diretti con gli scafisti. Ora, preoccupati dalle intercettazioni, le segnalazioni vengono disseminate sui social o inviate in altro modo.











Porcozzio negro….Il sig.Casarini negli anni ha accumulato una marea di denunce….Quando ce lo leveranno dai coglioni andrò,dopo 60 anni,in chiesa ad accendere un cero alto 4 metri.Questo ignorante conosce il codice marittimo nelle disposizioni riguardo le malattie infettive a bordo?Oppure il codice marittimo internazionale lo gestisce a proprio uso e consumo?Questo deficiente sa che in caso di malattia infettiva o epidemia a bordo(nulla cambia) deve avvertire immediatamente le autorità marittime che allerteranno conseguentemente quelle sanitarie?Lo sa che deve issare bandiera gialla(sempre che non sia cambiato qualcosa mi riferisco a 40 anni fa) sul punto più alto del natante,rimanere FUORI in rada lontano almeno5 miglia dalle altre navi ed attendere l’intervento della squadra medica?Se c’è stato un decesso la responsabilità è e rimane sempre del Comandante che dovrà chiarire di fronte all’autorità marittima le ragioni del decesso.Se poi questo disgraziato entra in porto senza avere riferito della situazione sanitaria a bordo rischia l’incriminazione di Attentato alla salute pubblica,e se si scatena un’epidemia di Corona Chang verrà accusato di epidemia colposa.

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