martedì 30 agosto 2022

 BREAKING NEWS, INVASIONE

CAPO ONG OPEN ARMS DIVENTA RICCO TRAGHETTANDO IN ITALIA

AGOSTO 30, 2022





































Il fondatore e proprietario dell’Ong Open Arms, che in questi anni ha scaricato sulle nostre coste quasi 50mila immigrati, e che negli ultimi giorni ha rimesso in mare la nave a caccia dell’ennesimo carico di clandestini da traghettare in Italia, ha fatto i soldi con il traffico dalla Libia all’Italia.

E, come scrivevamo già nel 2021, possiede tre lussuose ville in Spagna. Tra cui un sontuoso palazzo:

Un ricco trafficante con un obiettivo politico:

Open Arms non è una semplice ong. E’ qualcosa di diverso. Come ricordava l’ammiraglio De Felice:

“Open Arms non è una ONG, è una base operativa dell’estrema sinistra, in collusione con le grandi multinazionali e con le banche. Quando attaccano l’Italia attaccano, in realtà, la sovranità, l’identità e la convivenza in Europa. I migranti sono la loro mercanzia politica, niente di più”.

Ci troviamo in presenza, come nel caso di altre ong come Sea Watch, di entità politiche che usano i clandestini come arma di ricatto per operazioni meramente politiche. E di destabilizzazione. E’ terrorismo con altri mezzi.

E non è un caso che arrivino da Germania, Francia e Catalogna.

Òscar Camps, fondatore della Ong Proactiva Open Arms, è un personaggio da un oscuro passato. Anni fa ha avuto vertenze e scioperi a oltranza da parte dei suoi dipendenti per condizioni di lavoro antisindacali, con orari da schiavi e licenziamenti senza giusta causa.

Ma quello che a noi più interessa è il ramo commerciale dell’Ong, una vera e propria macchina da soldi tra magliette e altri gadget, con una contabilità piuttosto opaca.

Quando la sua azienda – perché di questo si tratta – si chiamava Proactiva Serveis Aquàtics e gestiva i soccorsi sulle coste spagnole, l’attivista di Barcellona ha dovuto fare i conti con 80 suoi dipendenti che hanno scioperato a oltranza per condizioni di lavoro: perché sono dipendenti, non volontari.

“Proactiva è un incubo, non parlano al lavoratore, impongono orari inaccettabili e le condizioni di lavoro sono pessime, i soccorritori vanno oltre le 1.750 ore annuali che l’accordo stabilisce e, ricordiamo, noi salviamo vite”, denunciarono i lavoratori nel 2016.

Camps, intanto, diventava milionario e raccoglieva premi e riconoscimenti, appoggiato da quel mondo catalano che ruota anche intorno al Barca (vedi Guardiola), il tutto con la “benedizione” di Ada Colau.

Il sindaco di Barcellona fu decisiva nel fare avere a Camps un contratto per le operazioni di soccorso dal valore di 2,13 milioni all’anno, il più redditizio di tutta la Spagna.

In pratica, il governo spagnolo gli aveva appaltato i ‘salvataggi’ dei clandestini che tentavano di raggiungere la Spagna.

Camps gestisce personalmente le questioni amministrative della sua azienda, firmando di suo pugno contratti e licenziamenti. E a tal proposito, nel 2015, la sua azienda è stata condannata dalla Corte Superiore di Giustizia delle Isole Baleari (Tsjb) per cinque licenziamenti ingiusti. Nell’isola di Ibiza, i dipendenti di Camps all’epoca hanno riferito di aver lavorato per Proactiva “senza personale sanitario“, lamentando diverse irregolarità, anche amministrative.

Quando poi il contratto è scaduto, Camps ha fatto rotta per Lesbo cercando, come una multinazionale qualsiasi, di prendersi il business dei traghettamenti dalla Turchia alla Grecia.

Poi, improvvisamente, ha deciso di venire a farlo in Italia. Chi ti finanzia, Oscar?

Qualcuno potrebbe azzardare l’ipotesi che facoltosi personaggi abbiano offerto di più. Ovviamente non noi, perché tutti sappiamo che le Ong lo fanno solo e soltanto per salvare vite.

E l’Italia ha tutto il diritto di respingere le navi negriere delle Ong. Non solo morale e politico, diritti che poi discendono dalla volontà popolare e che non hanno bisogno di vidimazioni internazionali, ma anche per le leggi del mare.


















Avessimo uno Stato serio, la magistratura inizierebbe col mettere sotto sequestro quel patrimonio accumulato con la sua pelosissima carità.




Ci vogliono operazioni sotto copertura in terra e in mare. Oltre il blocco navale ‘ufficiale’, occorrono delle ‘black ops’ nei pressi delle coste libiche. Per dirne qualcuna, Camps, Casarini, Rakete, potrebbero avere un incidente o un malore improvviso….





Concordo. Bisogna usare le Forze speciali, ovvero il GOI o gl’incursori del Nono Col Moschin.


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