BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI
MAGISTRATO: «SU 10 SPACCIATORI 9 SONO NERI»
AGOSTO 30, 2022
Dai quartieri della movida milanese alle stradine del centro di Macerata, dai quartieri spagnoli di Napoli alla campagna veneta: lo spacciatore di droga arriva dall’estero. E’ arrivato sui barconi.
I 100mila clandestini nigeriani, che il Pd ha camuffato da profughi per foraggiare le COOP, negli ultimi anni hanno fatto pendere la bilancia dalla parte della mafia nigeriana, che ha di fatto scalzato e ridotto la presenza di nordafricani e albanesi nel mondo dello spaccio.
Il quasi un milione di finti profughi scaricato in Italia durante i governi del PD hanno dato il colpo di grazia: con loro è crollato il prezzo, lo spaccio è diventato capillare. Non è un caso che Oseghale, lo smembratore di Pamela, fosse uno di loro. Come gli assassini di Desirée.
Quanti sono, i colleghi di Innocent Oseghale, il nigeriano che ha fatto a pezzi Pamela Mastropietro, innescando la reazione scomposta di Luca Traini a caccia di altri spacciatori africani come lui?
Si parla di migliaia di persone: tutti maschi, tutti giovani. Per tre etnie, secondo un recente rapporto Istat, vendere droga è al primo posto nei delitti preferiti: sono albanesi, marocchini e tunisini. Ma sono numeri pre-sbarchi.
Ora la manovalanza è nera, negra a volere essere esatti: nigeriani, gambiani e senegalesi. Nigeriani soprattutto: le Ong ce ne hanno scaricati quasi 100 mila. La mafia nigeriana ringrazia. Forse non solo in senso metaforico. Indagate i flussi finanziari da Benin City!
«Su dieci arrestati per droga che mi vengono portati davanti – raccontava un giudice milanese – nove sono di colore».
E i mattinali con gli arresti della Volante confermano: a finire in manette per droga sono solo extracomunitari.
Il perché è semplice, è un’attività a rischio zero, grazie alla legge voluta dal governo Renzi nel 2014: il cosiddetto «decreto svuotacarceri», che impedisce ai giudici di emettere ordinanze di custodia cautelare per reati puniti con meno di cinque anni di carcere. E poiché il quinto comma della legge sugli stupefacenti, che punisce lo spaccio al dettaglio, prevede pene da sei mesi a quattro anni, il giudice non può che scarcerare. Lo ha voluto il PD.
In teoria potrebbero scattare gli arresti domiciliari, ma essendo (o dichiarando di essere) senza fissa dimora, i pusher si vedono liberati con al massimo l’obbligo di firmare ogni tanto in commissariato. Ovviamente tornano subito a spacciare: anche in caso di nuovo arresto, in carcere non finirebbero comunque. La legge vale anche per i recidivi.
E’ qualcosa su cui Salvini stava lavorando. Sia chiudendo i porti, sia chiudendo i grandi centri di accoglienza che erano e sono veri centri raccolta di spacciatori. Che tagliando la paghetta a immigrati e coop. Poi il Pd ha riaperto i porti e i centri di accoglienza e ha aumentato la paghetta a 42 euro al giorno.
Il decimo color sciolta di yorkshire.