lunedì 1 febbraio 2021

 BREAKING NEWS, POLITICA

MATTARELLA NON RAPPRESENTA GLI ITALIANI: SOLO LA MINORANZACHE VOTA A SINISTRA, IMPEACHMENT

FEBBRAIO 1, 2021






























Nulla descrive meglio la parabola grillina dell’approccio rispetto al Presidente della Repubblica Mattarella. Era il maggio del 2018, quando l’allora capo politico del M5s, Di Maio, ne chiedeva la messa in stato di accusa:

Di Maio: chiede impeachment Mattarella e rivela lista ministri

‘La scelta di Mattarella è incomprensibile. Allora inutile votare, governi li decidono sempre gli stessi’. Così il leader M5S Luigi Di Maio su Fb commenta l’esito della crisi di Governo. ‘Avevamo espresso Conte come presidente del consiglio, avevamo una squadra di ministri, eravamo pronti a governare e ci è stato detto no perché il problema …




AL tempo, Mattarella cercava di impedire la nascita del governo populista con la Lega. Mettendo il veto a Savona come ministro dell’Economia, con l’eversiva giustificazione che “chi ha parlato contro l’Euro non può fare il ministro dell’Economia”. Di Maio aveva ragione.

Ma ora i grillini sono diventati il più comodo e docile tra gli scendiletto di Mattarella. Non strano, visto che hanno ‘cambiato’ idea su tutto, in nome della conservazione delle poltrone:

Che Mattarella non rappresenti tutti gli italiani, ma solo la minoranza di sinistra, è ormai sotto gli occhi di tutti. Sta apertamente violando la Costituzione nell’articolo in cui richiede lo scioglimento delle Camere quando il Parlamento non rappresenta più la sovranità popolare. Quando, più di oggi, con un partito come quello di Renzi, che mai ha partecipato ad alcuna elezione e detta l’agenda politica?

Mattarella è il garante di interessi di una oligarchia, non del popolo. Le sua azioni istituzionali nulla hanno a che vedere con la volontà e i bisogni dei cittadini italiani.


La verità è che lui, Mattarella, rimane l’ultimo avanzo della Prima Repubblica. Un relitto storico. Un infiltrato.

E allora è forse tempo di ritirare fuori l’ipotesi che i populisti ventilarono quando, nel maggio scorso, tentò in ogni modo di impedire la nascita del governo voluto dagli italiani: l’impeachment.

Mattarella è una ferita per la democrazia italiana. E’ abusivo non solo in senso politico, anche in senso costituzionale: è stato nominato da un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale, proprio grazie al decisivo apporto di deputati eletti con il premio di maggioranza incostituzionale. Scattato, tra l’altro, per poche centinaia di voti. Chissà come contati.

Non solo. A rendere Mattarella completamente non legittimato al ruolo, il fatto che fu la Consulta di cui era membro a giudicare incostituzionale il Parlamento precedente, ma a garantirne il prosieguo in carica: poi, quel Parlamento lo elesse al Quirinale. Per molto meno condannano i mafiosi per voto di scambio.

Invece, ce lo troviamo ancora qui a decidere che gli italiani non devono votare. Perché se votassero, eleggerebbero un Parlamento che poi nominerebbe un suo successore populista: e questo, il cancro rosso-bianco che parassita lo Stato e che lui rappresenta, non lo vuole. Questo è il contrario della democrazia.

Mattarella, con il suo sconsiderato approccio anche all’ultima crisi che non è di governo, ma di sistema, sta umiliando la sovranità popolare e quel che resta delle istituzioni:

Fosse solo un problema di logoramento del governo sarebbe solo un trionfo dell’impotenza. E questo, francamente, si è capito: nessuno ha la forza di guidare politicamente la crisi. Non ce l’ha il Pd che, come l’intendenza di De Gaulle, “seguirà”: ha seguito Conte fino alla Caporetto dei responsabili, ha seguito Renzi, passando dal “mai più” con lui al “nessun veto” verso di lui, adesso segue l’esplorazione con lo spirito di salvare la governabilità sempre e comunque, mai nessuno che parla più di voto. Non ce l’hanno i Cinque stelle che ormai senza bussola si adattano a tutte le cose contro cui sono nati, precipitando in una crisi di identità ai limiti della spersonalizzazione: dall’uno vale uno all’uno ai tempi di Scilipoti all’uno vale l’altro con la Rossi che viene ascoltata da Fico in pompa magna, dall’hashtag “mai con Renzi” al governo con Renzi. Non ce l’ha neanche Renzi, che aveva spiegato quanto Conte fosse un “vulnus” per la democrazia, cioè un pericolo e ora, invece di combatterlo, prova a piazzargli la Boschi al Mise o alle Infrastrutture.

IL prossimo Parlamento, se mai si riuscisse a votare, deve metterlo in stato di accusa. Del resto è lui l’escrescenza più profonda del deep state italiano: caduto lui, cadono tutti.













Nessun commento:

Posta un commento