INFERMIERI CONTAGIATI DOPO SECONDA DOSE VACCINO, PROTESTANO: “COSA SUCCEDE”
FEBBRAIO 26, 2021
«Esprimiamo legittima preoccupazione per quanto è accaduto nelle ultime ore nella Regione Lombardia, relativamente al caso di alcuni infermieri che sono risultati nuovamente positivi al Covid dopo la seconda dose del vaccino. Lo ha reso noto la direzione della Commissione Sanità, “liquidando” l’accaduto come ampiamente previsto in quel fattore rischio del 5% riconosciuto a farmaci come Pfizer, ufficialmente efficaci “solo” fino al 95%.
Non possiamo essere soddisfatti del modo sbrigativo con cui Marco Salmoiraghi, Direttore Generale Welfare Vicario della Regione, ha giustificato quanto è accaduto, facendo rientrare l’episodio come assolutamente “normale e previsto”. Siamo i primi che vogliamo evitare allarmismi, ma situazioni come questa meritano ulteriori approfondimenti e indagini accurate.
Come Sindacato che tutela la salute degli infermieri italiani abbiamo il dovere di chiedere che il Ministero della Sanità e le Regioni si attivino da subito per capire se siamo di fronte a episodi sporadici che, per noi, in ogni caso, rappresentano un vulnus nell’efficacia dell’immunità vaccinale. Un problema importante, che deve essere presidiato e monitorizzato.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, chiede che Governo e Regioni facciano luce su quanto sta accadendo, sembrerebbe infatti che non solo in Lombardia si siano verificati casi di infermieri nuovamente contagiati dopo la seconda somministrazione del vaccino, e proprio su questo il sindacato sta conducendo doverose verifiche.
«In questo preciso frangente, senza ulteriori approfondimenti, continua De Palma, non possiamo essere certi che di fronte al verificarsi di nuovi contagi di colleghi già sottoposti alla seconda dose del vaccino, si tratti sempre di quel rischio preventivato di cui tutti eravamo a conoscenza.
Chiediamo per tanto che si metta in azione uno screening continuativo e sistematico del personale, non solo con i previsti test sierologici e tamponi completi almeno ogni due settimane, ma soprattutto chiediamo che gli infermieri già vaccinati vengano sottoposti periodicamente al monitoraggio del titolo anticorpale.
Rischio per gli infermieri
Ora bisogna avere contezza di quanti sono realmente, tra gli infermieri vaccinati, quelli con un titolo anticorpale insufficiente a garantirne l’immunità. Stiamo parlando di quelli più soggetti a potenziali nuove infezioni, che addirittura potrebbero passare sotto traccia, perchè non si dimentichi che secondo i prevalenti orientamenti scientifici l’avvenuta vaccinazione può rendere meno eclatante la sintomatologia in caso di re-infezione, fino a celarne, addirittura, un alveo più o meno ampio di sintomi.
L’emergenza non è finita: le varianti del virus incombono. Le strategie del nostro Governo devono mirare ad avere a disposizione sempre maggiori tipologie di vaccini. Senza contare i ritardi del piano Arcuri e la scarsa quantità di dosi.
Gli infermieri non smetteranno mai di combattere, ma dobbiamo tutelarli, ogni giorno, perché sono e saranno fino all’ultimo il perno di questa battaglia».
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