BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI
TUNISINI CONTRO AFRO: “SEI UN NEGRO, GUARDATI IL COLORE CHE HAI, FAI SCHIFO… LA GENTE ATTORNO SI VERGOGNA DI TE PERCHÉ SEI NEGRO…”
GENNAIO 29, 2021
Un’aggressione con mazza da baseball e coltello che, secondo l’accusa, era stata mossa da motivi razziali e religiosi. Tanto che subito dopo avere menato le mani, uno degli imputati avrebbe pronunciato questa frase: “Sei un negro, guardati il colore che hai, fai schifo… la gente attorno si vergogna di te perché sei negro…”. I protagonisti del processo iniziato ieri mattina davanti al giudice Cristiano Coiro, sono tutti stranieri anche se domiciliati a Cervia: da una parte ci sono tre tunisini – una donna di 36 anni e due uomini, marito e cognato della prima, di 35 e 37 anni – imputati in concorso di lesioni aggravate, di danneggiamenti e – solo per due di loro – di calunnia (sono difesi dall’avvocato Massimiliano Nicolai).
E dall’altra c’è un senegalese, parte civile con l’avvocato Massimo Terracina, che in quella contestata aggressione avvenuta il 16 febbraio 2018 a Cervia, aveva rimediato un trauma cranico e un dente rotto. Secondo quanto ricostruito nelle indagini coordinate dal pm Cristina D’Aniello, il senegalese aveva una relazione non gradita ai tre imputati con la sorella della 36enne ora alla sbarra: da qui il raid punitivo. Per la difesa invece, l’intervento era scattato su richiesta della compagna del senegalese la quale, dopo varie denunce per vessazioni subite, avrebbe deciso di rivolgersi a uno dei tre. In ogni caso, secondo l’accusa i tre avevano organizzato la sortita presentandosi armati al cospetto del senegalese. Ovvero uno dei due uomini aveva brandito un coltello e, con un pugno, aveva spaccato un dente alla vittima. Il secondo uomo invece lo avrebbe colpito in testa con una mazza da baseball. Nella concitazione, due cellulari e un orologio del senegalese si erano spaccati (da qui i contestati danneggiamenti). Per quanto riguarda la donna, secondo il pm aveva organizzato tutto istigando i due uomini all’azione violenta e infine pronunciando le frasi di matrice razzista come tali costate una ulteriore aggravante oltre a quelle della premeditazione, dell’avere agito in più persone riunite, dei motivi futili e dell’avere approfittato di circostanze tali da impedire al senegalese una più efficace difesa.
La 36enne è accusata pure di calunnia perché, una volta ascoltata sull’accaduto, avrebbe incolpato il senegalese dell’aggressione e si sarebbe pure attribuita le lesioni alla testa dell’uomo riconducendole a un colpo di skateboard: il tutto in realtà – sempre secondo l’accusa – per depistare le indagini. E di calunnia deve rispondere pure il 37enne: anche l’uomo in denuncia avrebbe fornito una versione distorta dei fatti sempre indicando il senegalese quale autore dell’aggressione. Prossima udienza a giugno.
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