COVID, RAPPORTO SERVIZI: “IN ITALIA CONTAGI SOTTOSTIMATI DEL 50%”
GENNAIO 29, 2021
Beh, era ovvio, quando dividi le regioni per colori, queste tenderanno a non cercare il contagio con la dovuta intensità.
“Osservando le terapie intensive nella parte finale dell`anno, si può dedurre che vi è stata una fase di ripresa dell`epidemia verso la metà dicembre” continua il dossier. “Una ripresa che non è stata rilevata né tracciata dai numeri nazionali a causa dei pochi test effettuati in quel periodo”.
Secondo l`intelligence, quindi, poco prima di Natale la curva è tornata a salire e la riprova sta nel fatto che i pazienti a rischio vita negli ospedali non sono diminuiti come ci si aspettava: la cifra è rimasta stabile, oscillando intorno alle 2.580 unità. Non ci si è accorti del rialzo della curva perché nei bollettini ministeriali veniva detto il contrario, e cioé che dal picco del 13 novembre (+40.902 contagiati) in avanti la conta delle nuove positivita’ e’ andata progressivamente calando, salvo un breve sussulto intorno al 25 dicembre.
Un altro elemento che avrebbe inquinato l’attendibilità dei dati raccolti è l’inserimento nel conteggio dei tamponi dei test antigenici. I nuovi test, conteggiati insieme a quelli molecolari e non scorporati, avrebbe di fatto impedito un confronto con le serie storiche passate. IL che è evidente, se prima conti le mele e poi all’improvviso le mischi con le pere, non puoi più avere dati attendibili.
Del resto non serve l’intelligence. L’epidemia segue l’apertura e la chiusura delle scuole con tre/quattro settimane di ritardo. L’attuale situazione di stallo è l’effetto delle feste natalizie.
Di fatto le scuole sarebbero dovuta essere le uniche ad essere chiuse con tutto il resto aperto. Il motivo? I trasporti totalmente inadeguati a sostenere i distanziamenti con milioni di individui che si muovono in contemporanea.
Se questa analisi è corretta, la prossima settimana assisteremo ad una ripresa del contagio. E questi dementi ricominceranno col chiudere tutto. E sbaglieranno di nuovo.
A proposito:
“Molte delle cose che facciamo oggi continueremo a farle a lungo perché non c’è nessuna evidenza scientifica che i vaccini dureranno per un certo periodo”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia intervenendo alla presentazione del quinto rapporto sulle città politiche urbane per le periferie di Urbanit.
Questi prevedono di chiuderci per anni.
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