SBARCHI SONO TUTTI TUNISINI DETENUTI, DOPO AL TUNISI HA FATTO INDULTO
SBARCHI QUADRUPLICATI: EFFETTO SANATORIA PORTA IN ITALIA CENTINAIA DI EX DETENUTI TUNISINI
Gli sbarchi autonomi delle ultime settimane a Lampedusa e sulle coste dell’Agrigentino hanno messo a nudo un fenomeno che preoccupa la Procura di Agrigento. Un vero e proprio allarme: barconi carichi di delinquenti:
Centinaia di tunisini con decine di barconi trainati da pescherecci hanno raggiunto le coste italiane nelle ultime 48 ore. Sono 24 ore che arrivano barconi strapieni di #risorseINPS clandestini provenienti dall'Africa dove ci sono 100 mila infetti #Covid19. Zero controlli da parte delle truppe di #Conte: il #CoronaVirus non spaventa più?
“A bordo di quelle imbarcazioni c’è un gran numero di giovani tunisini con precedenti penali già espulsi dall’Italia che ritornano”, dice il procuratore Luigi Patronaggio, uno non certo xenofobo, che ha appena firmato il fermo di alcuni di loro ritenuti gli scafisti dell’ultimo barcone con 51 clandestini a bordo arrivato qualche giorno fa a Lampedusa. E 63 tunisini sono arrivati direttamente a Pantelleria.
Vengono a farsi regolarizzare:
Erano già stati trasferiti nel resort con piscina di Villa Sikania. Questi sono tutti tornati in Italia perché c’è la sanatoria degli spacciatori voluta da Bellanova e soci. I settanta i tunisini che ieri sono stati bloccati dalle forze dell’ordine, dopo lo sbarco a Cala Vicinzina a Palma di Montechiaro.
Ieri sera la squadra mobile di Agrigento diretta da Giovanni Minardi ha bloccato due giovani di 21 e 23 anni accusandoli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tentata estorsione nei confronti di un connazionale che non aveva potuto pagare per intero il costo della traversata. I due sono anche i responsabili delle violenze a bordo della nave Moby Zazà dove i tunisini erano stati trasferiti per trascorrere in crociera il periodo di quarantena e dalla quale si è gettato in mare, perdendo la vita, un clandestino di 28 anni. Poi sono stati trasferiti nel resort di lusso Villa Sikania.
L’attività della Procura di Agrigento, in sinergia con la Squadra Mobile, è particolarmente mirata sul reingresso illegale in Italia di cittadini tunisini già ritenuti indesiderati per pregresse attività illecite.
A parte i soliti discorsi preparati, si evince chiaramente come questi delinquenti seguano l’attualità italiana e sappiano cosa dire. E che sono stati richiamati dalla sanatoria Bellanova.
“Siamo venuti per lavorare, per cercare lavoro”. “Per migliorare la vita, per sistemarsi, perché in Italia c’è possibilità di fare tutto questo“. “Per lavorare nei campi, raccogliere pomodori, lavorare in campagna”. Vengono ovviamente a spacciare, non ci sono altri lavori disponibili.
Entrambi gli intervistati erano già stati in Italia. “Sono stato quasi dieci anni qui – ha detto ad AgrigentoNotizie uno dei due tunisini – ho fatto l’autista, il meccanico, ho lavorato in un auto lavaggio. Adesso, spero di riuscire a fare i documenti per lavorare”. Sono stati richiamati dalla sanatoria di questo governo di scellerati.
Uno dei due clandestini economici ha anche ricostruito il viaggio del gruppo giunto nella costa Agrigentina. “Siamo arrivati in barca, clandestinamente, siamo stati in mare tre notti, siamo partiti da Monastir. Io e un mio amico – ha aggiunto – per il viaggio abbiamo pagato sette milioni di dinari, che sarebbero circa 1.500 euro”.