domenica 3 maggio 2020

MILANO, SALA AFFIDA AL VIROLOGO NORDAFRICANO GHALI LA COMUNICAZIONE SULLA FASE 2








MILANO, SALA AFFIDA AL VIROLOGO NORDAFRICANO GHALI LA COMUNICAZIONE SULLA FASE 2






Il festaiolo Sala, dopo l’aperitivo che ha scaraventato Milano nell’incubo, senza che lui sentisse il dovere di dimettersi e andare a quel paese, ha affidato al noto virologo nordafricano Ghali, tipico rappresentante della milanesità, la comunicazione sulla Fase 2:

E’ il rapper Ghali, in un video promosso dal Comune di Milano, a invitare al rispetto delle regole nella riapertura della città con l’inizio della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Le immagini mostrano cinque cittadini che, il 4 maggio, attraversano il capoluogo lombardo “toccando” alcuni dei luoghi simbolo. “Un nuovo inizio. Un passo alla volta” è l’invito ad affrontare con prudenza, consapevolezza e serenità l’uscita dal lockdown.







Ma come cazzo hanno fatto a volerlo come sindaco?



Ma a sinistra amano i falsi italiani, mica quelli veri. Poi si affidano ad un sedicente artista che suona antimusica. Perché l’hip-hop, il trap e altri generi simili sono antimusica. Il jazz e lo swing a confronto sono arte, anche di invenzione afro.





Già domani dovevo telefonare al comune di Milano per quelle tre poveracce sotto i ponti, così ci metto pure questa e gliene grido 4 delle mie a questi porci. Non servirà ma intanto mi sfogo ed è meglio che niente, se ricevessero 200 o 300 telefonate al giorno vedi che si mettono in riga. Il disinteresse totale del popolo per qualsiasi crimine che commettono ci ha portato a questi punti.



Ciao Lavinia, non essendo il tuo comune credo non ti cagheranno minimamente e non sarebbe molto diverso se lo fosse, l’unica,é cavarli a forza.Quelle 3 donne corrono enormi pericoli ogni notte, specialmente la ragazza visto che li bazzicano negri e mussulmani spacciatori.
É uno schifo incredibile ma i kompagni come sala se ne fottono allegramente Dio li strafulmini!Al massimo se la ragazza é minorenne potrebbero arrivare quelle merde degli assistenti frociali a rinchiuderla in qualche “casa famiglia” come le chiamano loro.










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