domenica 3 maggio 2020

DIETRO LE MASCHERINE FANTASMA DI ZINGARETTI C'E' L'OMBRA DELLA MAFIA. 





L’OMBRA DELLA MAFIA DIETRO LE MASCHERINE FANTASMA DI ZINGARETTI – VIDEO






Vox ne aveva parlato:



Se poi teniamo conto che simili acquisti li ha fatti il compagno di partito Bonaccini, nascono seri dubbi. Ma Zingaretti ne ha combinate anche altre. Sergio Pellerey, che doveva portare protezioni in Abruzzo con lo stesso carico destinato a Nicola Zingaretti, svela che per quei dispositivi non c’è mai stato il saldo: sarebbero rimasti a …







Dietro le mascherine fantasma che non sono mai arrivate alla Regione Lazio potrebbe addirittura esserci l’ombra dei clan. È questa la durissima accusa che lancia in un video messaggio su Facebook il coordinatore regionale della Lega del Lazio Francesco Zicchieri. Il deputato del partito di Matteo Salvini non usa mezzi termini sulla vicenda nota come mascherine gate, che ha gettato nella bufera la Regione Lazio e messo sotto attacco il presidente Zingaretti e il capo della protezione civile Tulumello.



Ci troviamo di fronte a una vicenda assurda, attacca Zicchieri. Dove una società come la Ecotech, con capitale sociale di appena 10 mila euro e specializzata nella vendita di lampade a led, ottiene un affidamento diretto per oltre 35 milioni di euro. Per otto milioni e mezzo di mascherine che non sono mai arrivate. Ma la cosa più grave è che la stessa Ecotech avrebbe portato come garanzia in fideiussione una seconda società con sede all’estero. Il cui amministratore delegato sarebbe fuori dall’Italia, non per scelta ma per problemi giudiziari. Per sospetti contatti con ambienti vicini ad alcuni importanti clan mafiosi. Questa la denuncia del deputato leghista Zicchieri, che non si ferma qui nella ricostruzione di questa poco edificante vicenda.
Francesco Zicchieri (Lega), per le mascherine di Zingaretti 11 milioni buttati al vento
La Regione Lazio del presidente Nicola Zingaretti ha buttato al vento ben undici milioni di euro. Per l’anticipo dato alla società Ecotech per la fornitura di otto milioni e mezzo di mascherine. Che non sono mai arrivate. Questa la denuncia del coordinatore regionale del Lazio della Lega, il parlamentare Francesco Zicchieri. Sono soldi pubblici, prosegue il deputato. Di gente che nonostante tutto continua a pagare le tasse alla Regione. Si tratta di imprenditori, commercianti, liberi professionisti a partita IVA che sono stati completamente abbandonati. E ora le loro tasse vengono gettate al vento in questo modo. Questa commessa delle mascherine è partita il 18 di marzo, e al 2 maggio non si è visto ancora nulla. In un momento così particolare per il Paese e per la nostra Regione è inconcepibile. E a parte qualche organo di stampa coraggioso e indipendente, i giornaloni della sinistra stanno zitti. E siamo passati dalle mascherine fantasma alle mascherine mai arrivate. Tutti dispositivi di sicurezza che erano destinati ai cittadini del Lazio per proteggersi dalla pandemia. E la responsabilità è di Zingaretti e della sua giunta. Perchè la favoletta che tutto sia dipeso dai tecnici e dalla protezione civile non sta in piedi. Qualcuno dovrà rispondere di questo scandalo. Noi vogliamo chiarezza e verità. Mentre ancora migliaia di imprenditori non possono tornare a lavorare la Regione regala milioni di euro a non so chi, e non so perchè.
Vogliamo le dimissioni immediate del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che è anche il segretario del Partirò democratico. Quindi di uno dei due alleati principali del governo. Lo scandalo delle mascherine fantasma non può passare sotto silenzio o in cavalleria. Non si possono regalare 11 milioni di euro di soldi pubblici a una società con un capitale di soli 10 mila euro, mentre milioni di cittadini sono senza lavoro.
Ma anche il ministro Bonafede deve dimettersi subito, conclude Zicchieri. Perchè con l’emergenza coronavirus si è buttato al vento tutto il lavoro fatto da magistrati del calibro di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Consentendo a mafiosi e grandi criminali di uscire dal carcere, cosa che è assolutamente intollerabile. Gli italiani devono conoscere queste verità, anche oltre i silenzi della stampa ufficiale. Per poter comprendere cosa sta succedendo ed esprimere liberamente il proprio giudizio.





Non “qualcuno dovrà rispondere” ma “zingaretti dovrà rispondere” chi sbaglia paga e lo fa di tasca sua, deve rifondere il danno. Quanto ai mafiosi liberati è ovvio che ci siano dei collegamenti tra il governo corrotto e la magistratura, perché l’ordine di scarcerazione deve essere inoltrato ufficilmente da un magistrato. Vanno indagati tutti quanti e smantellata questa cosca con ramificazioni a palazzo Chigi. Guarda caso hanno aspettato ora che siamo chiusi in casa i bastardi a far uscire assassini che dovevano scontare l’ergastolo.



Uno scandalo per cui Zingaretti dovrebbe essere allontanato dalla vita politica con ignominia e condannato al carcere vero in sede giurisdizionale (se non fosse che la maggior parte dei magistrati gli tengono bordone.
Ma analizziamo la vicenda:
1) le mascherine sono state opzionate per 3,90 euro cadauna per 10mio di pezzi; ora, come fanno a costare quel prezzo 10mio di mascherine? La quantità della fornitura avrebbe dovuto comportare un abbattimento del prezzo, o no? Una chiave USB cinese da 8 giga costa 5 euro una mascheroina di merda 3,9 euro?
2) Quando metti un anticipo in mano a qualcuno e ti fai dare una polizza fideiussoria verifichi:
a) se chi ha emesso la polizza è iscritto nell’elenco delle primarie compagnie o banche (nel caso di fideiussione bancaria) sono iscritte nell’apposito elenco ministeriale; se non è imn elenco la polizza viene respinta e l’anticipo non viene erogato;
3) la polizza fideiussoria deve essere di prima chiamata il che vuol dire che se c’è un adempimento non devi aspettare una sentenza del giudice. In tal modo (prima chiamata) le somme eventualmente anticipate devono essere rimborsate dopo la semplice notifica a mezzo raccomandata.
Quanto sopra visto ai preindicati punti rappresenta le verifiche minime che vengono effettuate da un ragioniere di primo pelo che lavorasse in una qualsiasi ditta che fa commercio con l’estero.


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