PARROCO CONTRO BERGOGLIO: “PRIMA GLI ITALIANI, TROPPO BUONISMO NELLA CHIESA”
PARROCO CONTRO BERGOGLIO: “PRIMA GLI ITALIANI, TROPPO BUONISMO NELLA CHIESA”
”Di questo passo saranno gli italiani a doversi integrare. Anche nella Chiesa ci sta troppo buonismo, bisogna svegliarsi”.
La pensava così, Don Marco Simone, parroco al Libertà di Bari, il quartiere del capoluogo pugliese col maggior numero di immigrati, intervistato tempo fa da un giornale cattolico.
”Il problema non è la Puglia, ma tutto il Paese e l’Europa. Penso che dobbiamo svegliarci e darci velocemente una mossa. Rendiamoci conto che abbiamo fatto entrare troppa gente e che ancora ne entra e questo genera problemi. Di questo passo, saremo noi italiani a doverci integrare. Lo vedo nella mia realtà nella quale poco alla volta gli immigrati crescono ogni giorno e la sera spesso si ha paura a rincasare”.”E’ arrivato il momento di dire basta al buonismo che non è sempre condivisibile. I gesti di lavare i piedi ai musulmani o di portare in Italia da Lesbos islamici hanno creato confusione. Per fortuna oggi anche qualche teologo si è svegliato e parla. Gran parte del mondo islamico si sta rivoltando contro di noi e non è sbagliato dire che è in atto una offensiva contro i principi occidentali. I loro valori sono incompatibili con i nostri”.
“Certamente la carità non ha confini ed è aperta a tutti, senza distinzioni di razza, censo, etnia. Però ricordo che la carità parte dai vicini per arrivare ai lontani e nel farla abbiamo il dovere di pensare prima a chi è accanto a noi. Io ospito nella parrocchia alcuni detenuti baresi in licenza premio o di tanto in tanto qualche italiano sfrattato. Ho provato con i migranti e gli africani e devo dire che i risultati sono stati negativi: coperte rubate, di notte un via vai di gente strana, donne comprese, qualcuno che ha orinato sulle scale o dietro l’ angolo della Chiesa. Ogni giorno sulle scale della parrocchia ci sono extracomunitari che chiedono l’ elemosina in denaro, ma se gli dai da mangiare lo rifiutano”.
”Alcuni sono ossessionati dalla tradizione, però mi domando: chi ha davvero fame, mangia e non mi pare, visto che arrivano come si racconta per disperazione, che nei loro paesi hanno molto di meglio. Lo ripeto: dobbiamo cambiare passo e la politica svolgere il suo ruolo”.
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