NON SCAPPANO PIU' DALLA GUERRA E DALLA FAME, OVVERO, MAI SCAPPATI DA DETTI MOTIVI, MA SCAPPANO DALLA "ISLAMOFOBIA"
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L’ITALIA ACCOGLIE I CLANDESTINI RESPINTI DALLA SVEZIA: “FUGGONO DALL’ISLAMOFOBIA” 🤡
NOVEMBRE 4, 2022
Uno Stato allo sfascio totale.
Clandestini respinti dalla Svezia trovano oggi rifugio in Italia. È quello che sta accadendo in diversi centri di accoglienza della Sicilia dove stanno crescendo le richieste da parte delle prefetture per collocare clandestini, tutti islamici, “in fuga dai paesi scandinavi”.
“Ne ho incontrati una cinquantina, tutti con storie molto simili, nonostante abbiano un lavoro regolare la Svezia non gli riconosce l’asilo politico e decidono di venire in Italia”, racconta Abdelilah Mounsabi, mediatore culturale della cooperativa Iride di Catania.
Ayad, iracheno, 41 anni, è arrivato nel centro Sai di Licodia Eubea tra Caltagirone e Ragusa lo scorso maggio. In Iraq faceva il regista televisivo e il giornalista d’inchiesta. Nel 2015 raggiunge la Svezia dai Balcani, ottiene un lavoro regolare, ma la sua richiesta d’asilo viene respinta: “Era il 2017, vengo licenziato e non posso più accedere ai servizi sanitari e sociali, nel frattempo in tutta la Svezia cresce la tensione nei confronti della comunità islamica”.
Ecco la bizzarra storia raccontata dal giornale di Elkann:
Nella primavera del 2022, in occasione della campagna elettorale, gruppi di estrema destra scandinavi guidati dal danese Rasmus Paludan, iniziano a bruciare copie del Corano in piazza, ci sono scontri con feriti in diverse cittadine svedesi. Alcuni attivisti musulmani creano il movimento “Stop kidnapping our children” dove denunciano che i servizi sociali svedesi porterebbero via i figli dei profughi mediorientali che non hanno diritto a stare nel Paese. Per i media e le autorità svedesi si tratta di fake news, eppure è questo uno dei motivi che hanno spinto Ayad a lasciare la Svezia: “Avevamo paura che ci togliessero i bambini”, racconta Ayad che a settembre viene così raggiunto in Sicilia dalla moglie allora al quinto mese di gravidanza arrivata dalla Svezia con la figlia di un anno e mezzo.
Nel centro di Caltagirone incontriamo invece Rasho, 19 anni: “Vengo da Tal Afar, città in mano all’Isis, io non mi sono arruolato con loro, ma ho deciso di scappare. Dopo sette anni di lavoro in Svezia hanno rifiutato la mia richiesta d’asilo e per timore di essere rimpatriato sono arrivato in Italia. C’ero anche io in piazza quando hanno bruciato il Corano”, racconta, mentre le operatrici dei centri per migranti della Sicilia annotano storie di flussi migratori che cambiano, provenienti non soltanto dall’Africa, ma oggi anche dall’Europa.
Questi per scrivere tali vergogne prendono anche fondi pubblici. Come i centri di accoglienza che ora si inventano anche i “profughi in fuga dalla Svezia”, lo Stato più frocio dell’Occidente che accoglie chiunque.
Vedranno gli ignari autictoni che quando aumenteranno e gli ospiti che disgraziatamente ripopoleranno le case abbandonate,ci saranno i sindaci accoglioni che cercheranno di “mutilare” tradizioni popolari religiose e folclore popolare sempre legato a tradizioni religiose.
Quindi la Svezziera è islamofobbah, ma Brusella non dice nulla?