domenica 27 novembre 2022

 BREAKING NEWS, DOSSIER ACCOGLIENZA, POLITICA

SOUMAHORO, “FRATOIANNI SAPEVA TUTTO E LO HA CANDIDATO LO STESSO”

NOVEMBRE 26, 2022






L’uomo delle ong.

Ormai non si tratta più soltanto di Aboubakar Soumahoro. Il caso dell’onorevole ex bracciante, e delle sue discutibili condotte, travolge l’alleanza Verdi Sinistra italiana. E oggi, in particolare, il segretario Nicola Fratoianni, destinatario di una lettera – seppure mai citato testualmente – firmata da una decina di dirigenti del partito in cui si chiede conto a «chi ha scelto» di candidare l’ex sindacalista «di assumere su di sé per intero la responsabilità politica di ciò che era prevedibile che accadesse ed è accaduto. Convocando un’apposita riunione dell’Assemblea nazionale». Asserendo implicitamente dunque che, delle note vicende su cui indaga la Procura di Latina, chi doveva sapere: sapeva. E già prima della candidatura.

Un duro atto d’accusa. Asseverato con tanto di firme. E che formalizza la messa in discussione dei vertici di SI, a partire proprio dal suo leader. Sì, perché come spiega oggi in particolare Il Fatto Quotidiano, i firmatari della lettera che coinvolge ufficialmente Fratoianni nel disastro Soumahoro, – Edoardo Biancardi, Stefano Ciccone, Elena Fattori, Sandro Fucito, Claudio Grassi, Alessia Petraglia, Serena Pillozzi, Antonio Placido, Silvia Prodi, Roberto Sconciaforni – «fanno riferimento in particolare a un’altra missiva inviata a Fratoianni da alcuni dirigenti pugliesi del partito, che accusano la segreteria di SI di essere stata “perfettamente a conoscenza, da molto tempo prima della candidatura”, di fatti controversi che riguardavano Soumahoro».

Non solo. Gli stessi sostengono anche «di aver avvertito il leader non appena cominciarono a correre “voci sulla possibile candidatura di una persona così discussa sui territori dove ha operato”. Ma che lui “mostrò completa indifferenza alle notizie riferitegli”». Insomma, una modalità “copia e incolla” rispetto a quella che ha reso nota don Pupilla, il responsabile della Caritas di San Severo, un altra figura ascrivibile alla lunga serie di persone che tentarono di mettere sull’avviso Fratoianni in campagna elettorale. E che, come altri insieme al prelato, non furono tenuti in considerazione. E non è ancora tutto: perché come spesso accade in questi casi, oltre al danno, figura anche la beffa…

Sì, perché di fronte a recriminazioni documentate e ufficializzate a suon di fatti e nomi, la leadership del partito nega tutto e rispedisce al mittente accuse e responsabilità. E in estremo tentativo di negare e difendersi, replica alla missiva scrivendo: «La segreteria nazionale di Sinistra Italiana non era a conoscenza di notizie che configurassero condotte illecite o di indubbia gravità a carico delle cooperative riconducibili ai familiari di Aboubakar Soumahoro prima della sua candidatura. Chi lo afferma mente e cerca di strumentalizzare a fini politici un caso che sta amareggiando ogni cittadino di sinistra, noi per primi». Quindi, l’attacco (non sempre la miglior difesa): « Chi sostiene di aver sempre saputo dovrebbe chiedere a se stesso come mai non ha informato i cittadini o la magistratura prima delle elezioni».
















 

 












































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