venerdì 2 agosto 2019

NIGERIANI CHIEDEVANO ASILO PER IL MALOCCHIO, CONSIGLIATI DA ONG





NIGERIANI CHIEDEVANO ASILO PER IL MALOCCHIO, CONSIGLIATI DA ONG




Non è vero che gli immigrati che sbarcano nel nostro Paese fuggono dalla fame o dalla guerra. Questo lo sappiamo da anni.Arrivano, in realtà, dai Paesi meno poveri dell’Africa: sono la classe media e benestante dei Paesi più ricchi dell’Africa come Senegal, Costa D’Avorio e Nigeria.
E non è vero che pagheranno le nostro pensioni. La verità è che si fingono profughi grazie ad alcuni trucchetti che gli insegnano le Ong.
I finti profughi, cioè quasi tutti richiedenti asilo, dimostrano una grande fantasia nel ritenere plausibile qualsiasi difficoltà in patria per essere accolti dall’Italia e dall’Europa come profughi. Spesso storie inventate di sana pianta, come riconosciuto dai commissari e pure dai magistrati che giudicano il ricorso, salvo poi accoglierlo lo stesso per motivi ideologici.
I nigeriani, ad esempio, non avendo altre scuse realistiche per chiedere asilo, hanno in questi anni affermato di essere soggetti al malocchio: raccontavano di una setta che sarebbe presente in Nigeria e che perseguita chi non entra a far parte dell’associazione.
O ancora, c’è la balla dello “zio cattivo”, un parente malvagio che per qualche motivo gliela deve far pagare e perciò non possono tornare a casa”. Addirittura, “un altro senegalese ha chiesto l’asilo politico perché sostiene di aver incendiato per errore un allevamento di polli uccidendo tre persone, anche se non ricordava né mese né l’anno dell’ evento e ha dato versioni sempre diverse della sua presunta fuga.
Il dramma è che le commissioni hanno, prima che arrivasse Salvini a dare una stretta, finto di crederci. Del resto, lui faceva parte di queste commissioni che decidevano se un richiedente asilo era un vero profugo:
Come mai una parte molto attiva della Chiesa è così fanaticamente protesa verso l’accoglienza dei clandestini? Le famigerate intercettazioni di monsignor Sergio Librizzi, direttore della Caritas di Trapani, arrestato per avere chiesto rapporti sessuali ai richiedenti asilo ospitati nel centro in cambio di permessi di soggiorno, aprono un’interessante finestra sulla questione.

E quando non ci credevano, ci pensavano le toghe rosse ad accogliere l’appello.
E proprio ieri, uno di questi ‘nigeriani colpiti dal malocchio’, un 26enne, ha sfondato con lanci di pietre la porta della sagrestia della chiesa di Santa Maria Assunta di Bassa, a Cerreto Guidi, Firenze. Ed è poi stato arrestato ieri sera dai carabinieri per violazione di domicilio aggravata e minacce. Il giovane, nigeriano, una volta entrato ha minacciato il sacerdote, che lo invitava ad allontanarsi. I carabinieri, chiamati da un cittadino, sono stati a loro volta ‘accolti’ dall’africano mostrando loro dei sassi in mano, che poi comunque non ha scagliato. Il 26enne, già arrestato il 19 luglio scorso per un’aggressione a carabinieri, adesso si trova nel carcere di Sollicciano.
Ubriaco, il nigeriano avrebbe cercato di entrare nella sagrestia pretendendo di potervi passare la notte. Da alcuni giorni l’arrestato si era posizionato di fronte alla chiesa di Bassa e riceveva quotidianamente alimenti e generi di conforto sia dal parroco, don Marcos Roberto Policarpo, sia dai cittadini del luogo.
«Con me non ha mai avuto prima di questo episodio atteggiamenti violenti – spiega il sacerdote -, ma con alcune persone del posto, mi risulta di sì. Tra l’altro si era stabilito sotto una tettoia pericolante dell’ex asilo parrocchiale mettendo in pericolo la sua incolumità e quella di altri. Ieri mattina, a tal proposito, avevo avvisato ufficialmente la prefettura di Firenze con una mail via pec». Sempre secondo il parroco, il 26enne nigeriano, che è un richiedente asilo, era stato allontanato da un centro di accoglienza della zona per motivi disciplinari. Ieri sera si è procurato pezzi di materiale edile e sassi dopo aver rotto un muretto da cui ha ricavato i calcinacci da scagliare contro la porta della canonica. Infine, è anche emerso che i fatti sono accaduti mentre nella piazza di fronte alla chiesa c’erano dei ragazzi che giocavano. Insomma in parole povere i parroci pro-immigrazione vogliono i loro negretti per chiavarli. 





















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