venerdì 2 agosto 2019

BIBBIANO, PD SI PRENDE LA COMMISSIONE DI INCHIESTA SUI BAMBINI ‘RUBATI’




BIBBIANO, PD SI PRENDE LA COMMISSIONE DI INCHIESTA SUI BAMBINI ‘RUBATI’




Oggi si è insediata, in Regione Emilia Romagna, la Commissione d’inchiesta regionale su Bibbiano. Commissione si fa per dire.
Perché il Pd ha abusato della propria maggioranza in scadenza – e qui ci verrebbe bene un gioco di parole – prendendosi la presidenza, che andrà a Giuseppe Boschini del Pd. Le due vicepresidenze andranno invece a Raffaella Sensoli del M5S e a Igor Taruffi di Sinistra Italiana. E’ chiaro: vogliono insabbiare.
Da che mondo e mondo, le commissioni di inchiesta sui presunti crimini di un sistema retto dal partito di maggioranza, e in questo caso abbiamo implicati almeno 3 sindaci del PD, va all’opposizione, non allo stesso partito su cui si dovrebbe indagare.
Quindi sarà il Pd ad indagare sulla drammatica vicenda di Sara, bimba nata a Mirandola, che nel 2011 è stata affidata ai servizi sociali dell’Unione Comuni modenesi area nord. Dopo un percorso di due anni sotto il controllo degli psicologi, la bambina, nel 2013, viene affidata ad una comunità.
A prendere la decisione, con tanto di firma sull’atto dirigenziale, è Monica Benati, responsabile, al tempo, dei servizi sociali della zona. La signora Benati non è una nuova recluta del sistema degli affidi. Il suo nome infatti comparve già tra quelli dei protagonisti del llibro “Veleno” sui Diavoli della Bassa di Pablo Trincia. Monica Benati lavorava assieme a Valeria Donati, psicologa che manovrava le menti i minori in terapia fino a fargli raccontare di abusi subiti, che poi si rivelarono mai avvenuti. Eppure, la donna, ha continuato a lavorare e a ricoprire il suo ruolo, fino al 2016.
A muovere le fila del giro di affari illecito a Reggio Emilia sarebbero sempre gli stessi individui. E la storia della piccola Sara ne è la prova.
La comunità in cui Sara viene accolta si chiama Madamadorè e a gestirla vi è una signora di nome Romina Sani Brenelli assieme a suo marito. Ma chi sono i due responsabili? Romina Sani è una stretta conoscente di Claudio Foti. La signora sarebbe stata allieva del suo master in “Gestione e sviluppo delle risorse emotive”. Come lei stessa scrive sul quotidiano online diretto da Foti. Ma c’è di più. Il nome della Sani compare anche tra quelli dei dirigenti dell’Associazione “Rompere il silenzio. La voce dei bambini”, proprio accanto a quelli di Claudio Foti e Nadia Bolognini entrambe indagati nell’ inchiesta “Angeli e Demoni”.
E così, sebbene nello scandalo emerso con l’inchiesta dei Diavoli della Bassa i servizi sociali di Modena avessero già collaborato con la Onlus dello psichiatra Claudio Foti, a distanza di anni i rapporti continuano ad essere presenti. Tanto che decidono di affidare una bambina ad una comunità gestita da un’allieva dello stesso Foti. Ma i legami con i “diavoli” di Veleno non finiscono qui. Perché l’Unione dei Comuni modenesi area nord, a partire dal 2008, entra persino a far parte del Cismai (sempre coinvolto nel caso dei Diavoli della Bassa modenese), e rimane tra i soci fino al 2018.
Ad ogni modo per Sara, a settembre del 2016, arriva un altro provvedimento. Stando al racconto de LaVerità, la responsabile del centro Romina Sani invia una lettera ai servizi sociali. Nella missiva asserisce che la piccola debba essere seguita “costantemente da un centro specializzato” a seguito di una forte crisi. E poi aggiunge: “Come già proposto e discusso col servizio sociale, ci rendiamo disponibili a compartecipare nella realizzazione di un progetto di psicoterapia, in collaborazione con il Centro Hansel e Gretel di Torino, col quale da anni collaboriamo”. Dunque, nessuno scandalo negli anni prima era riuscito a bloccare la forte collaborazione tra gli enti e, di fatto, Sara viene mandata a Bibbiano, al centro «La Cura» gestito da Hansel e Gretel, e finito tra le pagine dell’inchiesta della Procura di Reggio Emilia perché definito il palcoscenico dei lavaggi del cervello ai bambini strappati dalle famiglie.
Ma come poteva non essere così? L’Unione dei Comuni modenesi del progetto “La Cura” era persino partner al convegno “Rinascere dal trauma”, del 2018. A parlare c’erano Nadia Bolognini, Claudio Foti, l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (tutti finiti nel registro degli indagati), il presidente del Cismai Gloria Soavi e, di nuovo, Romina Sani, dirigente della comunità alla quale era stata affidata Sara.
Da quel giorno per la piccola inizia l’inferno. La bimba, dopo una serie di incontri con la psicologa Nadia Bolognini, a distanza di sei anni dall’affido ai servizi sociali, inizia a raccontare di atrocità che mai aveva svelato. “Abusi sessuali seriali da parte dei genitori” di cui lei e i suoi fratelli sarebbero stati vittime. Ma cosa era successo in quei colloqui? Sara viene trattata con le stimolazioni del metodo Emdr e, secondo la Procura di Reggio Emilia, la terapia potrebbe aver creato, nella mente della bambina, falsi ricordi. Tutto d’un tratto la piccola è assalita da forti crisi e i racconti che fuoriescono, uno dietro l’altro, sono storie dell’orrore con particolari agghiaccianti. Così, tutto d’un tratto. Tutto, dopo il trasferimento a Bibbiano. Quando, psicologi e psichiatri della Ausl che avevano seguito la bambina dal 2011 al 2018 non avevano mai accennato a violenze sessuali.
Una storia che da lontano arriva fino ai giorni nostri e condanna Sara, ormai ragazza, a una vita a fianco di coloro che, per anni, hanno manipolato le menti dei più piccoli e lucrato sulle famiglie fragili. Il 3 luglio 2019, nonostante fosse da tempo scoppiato lo scandalo di Bibbiano, all’ombra delle protestaste dei genitori in piazza e tra il clamore dei media, i servizi sociali modenesi affidano, per l’ennesima volta, Sara alla comunità Madamadorè. Affidamento per il quale l’associazione ha incassato 269.354 euro dall’Unione dei Comuni modenesi.
Parlateci Di Bibbiano.
 










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