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IL CONCORSO PER LA MIGLIORE BAGUETTE DI PARIGI VINTO DA UN TUNISINO EX CLANDESTINO, ESULTA: “CANI FRANCESI”
OTTOBRE 1, 2021
Il concorso per la migliore baguette di Parigi è stato vinto venerdì scorso da tal Makram Akrout, un tunisino arrivato vent’anni fa in Francia senza documenti: un clandestino, poi diventato cittadino francese e fornaio nella panetteria Les Boulangers, nel XII arrondissement.
Prima li fanno arrivare coi barconi e poi ti sostituiscono con loro. Presto accadrà con la pizza.
Con il premio, il signor Akrout ha conquistato anche l’onore di diventare, per un anno, il fornitore dell’Eliseo. E forse è per questo che lo hanno fatto: un vero francese chissà cosa ci avrebbe messo nella baguette di Macron.
Per esempio: «La Francia incoraggia e propaga la decadenza nei nostri Paesi per proteggere i suoi interessi colonialisti e ci spinge a allontanarci dalla religione e dai valori islamici»; «Abbiamo pianto per Charlie Hebdo e per Notre-Dame, ma da parte della Francia, questi cani non piangono quando ci si prende gioco del creatore Allah».
Di fronte ai responsabili del sindacato dei panettieri, che organizzano il premio, il tunisino ha ovviamente dichiarato che il suo account era stato piratato, poi è tornato sui suoi passi. E ha comunque deciso di non andare alla cerimonia.
Il premio per la migliore baguette è una tradizione molto sentita a Parigi, negli ultimi anni è stato vinto per cinque volte da fornai tunisini e questo è stato visto come la dimostrazione plastica della sostituzione etnica in corso. Ormai a Parigi la maggioranza dei nuovi nati è islamica.
L’Eliseo aveva diffuso su Twitter i complimenti del presidente Macron al vincitore: «Alla fine non ne resta che uno! Bravo a Makram Akrout che ha vinto il premio della migliore baguette di Parigi per l’anno 2021. Come vuole la tradizione, fornirà pane all’Eliseo per un anno».
Il fatto che cittadini di origine arabo-musulmana siano diventati maestri di quest’arte tipicamente francese ha una doppia connotazione politica: per i fautori dell’accoglienza è un segno di ‘integrazione’; per gli oppositori dell’immigrazione, ovvero tutte le persone normali, è uno degli indizi che la società viene snaturata e gli stranieri tendono a prendere il posto dei francesi nativi, secondo l’evidenza del «Grand remplacement» di Renaud Camus rilanciata in questi giorni dall’opinionista (e probabile candidato all’Eliseo) Eric Zemmour.
Ecco perché, alla notizia del premio aggiudicato a Makram Akrout, i gruppi di destra hanno immediatamente spulciato i suoi account sui social media. Con successo.
Secondo me Macron ha anche altri fornitori di baguette. Non stenterei a definirli distributori “in nero”.
E lo sciupamaestre mangia pane fatto da quel mussulmano sudato?
“Prima li fanno arrivare coi barconi e poi ti sostituiscono con loro. Presto accadrà con la pizza.”: nelle maggiori città del Nord sta accadendo realmente. I pizzaioli egiziani stanno sostituendo quelli meridionali.
Magari non sarà neanche il più bravo baghettaro di Francia, ma è stato premiato solo in quanto allogeno. Più o meno come lo scorso anno a Sanremo fecero vincere l’egiziano Mahmood.
Che schifo. Francesi popolo di codardi.