BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI, TORINO
STUPRO CAMPUS, AFRICANO HA PASSATO ORE A SCEGLIERSI LA RAGAZZA ITALIANA DA STUPRARE
NOVEMBRE 1, 2022
Lo stupratore africano della ragazza italiana nel campus di Torino ha passato molto tempo dentro la struttura, a scegliersi la ragazza bianca da stuprare.
Quando li fai entrare nel tuo Paese, poi puoi mettere tutte le telecamere e i muri che vuoi, loro si prenderanno le tue donne. E te li ritroverai anche in Parlamento.
I muri si mettono alle frontiere.
«Ero al telefono con un’amica quando ho aperto la porta della stanza e sono stata aggredita». Negli atti della polizia c’è anche questo elemento d’indagine che aiuta a comprendere che cosa è accaduto nella notte di sabato scorso al nono piano del campus universitario Borsellino. La studentessa di 23 anni, violentata da un uomo, presumibilmente di origine africana, stava parlando al telefono e la conversazione si è interrotta bruscamente una dozzina di minuti dopo la mezzanotte. L’amica, spaventata, ha cercato di richiamare più volte senza ottenere risposta. Dopo alcuni minuti, è arrivata la riposta che l’ha lasciato atterrita. «Sono stata violentata da un uomo. Adesso è andato via. Resta con me al telefono che chiedo aiuto».
Attorno all’orario di quella telefonata ruota gran parte dell’indagine della Squadra Mobile. La ragazza, interrogata nuovamente ieri da una poliziotta, ha confermato il suo racconto fornito al momento dei soccorsi e all’arrivo delle prime pattuglie delle volanti della questura. «Aveva un’età di circa 25 anni, indossava una felpa, sembrava di origine africana. Mi ha picchiata e mi ha stretto le mani attorno al collo». L’uomo che compare in alcune immagini ricavate nell’immediatezza dalle registrazioni dell’impianto di video sorveglianza indossa una felpa, ma non è identificabile.
Il filmato è stato registrato da una telecamera esterna del complesso, quella puntata sul marciapiede. L’orario in cui è stato ripreso è notevolmente antecedente a quello della telefonata. Se fosse davvero lui, vorrebbe dire che ha trascorso molto tempo all’interno del campus. Che cosa ha fatto in quel frangente? Ha incontrato altri inquilini? Ha consegnato qualcosa all’interno? Ha setacciato le stanze, piano per piano, con l’intenzione forse di commettere dei reati, sfruttando la fuga degli studenti per il ponte del Primo novembre? Gli investigatori sono estremamente cauti e considerano quell’uomo ritratto nei primi filmati uno dei sospettati. Per questo motivo la Mobile ha sequestrato l’intero server dell’impianto di video sorveglianza, per esaminare i filmati ripresi nell’arco dell’intera giornata precedente da tutte le telecamere. Non solo. I poliziotti hanno anche acquisito le registrazioni delle telecamere di una decina di negozi della zona, tra cui due bar, a ridosso del campus. Attraverso lo studio delle immagini, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’arrivo e la fuga del violentatore.
L’ipotesi al vaglio degli agenti è che l’uomo si sia introdotto dalla via laterale, attraverso i garage utilizzati anche da perone esterne al campus. Da lì, passando da un porta di emergenza, potrebbe aver raggiunto i piani superiori. La polizia scientifica ha ispezionato a fondo quella zona, alla ricerca di eventuali tracce dell’aggressore. Ma non si possono escludere altri scenari. Per muoversi con tanta disinvoltura nel complesso, il misterioso aggressore ha dimostrato di avere una buona conoscenza degli ambienti. Perché?
Il campus Borsellino, ospita oltre 500 studenti. Anche se l’ingresso è presidiato dalla sorveglianza, il via vai di giovani è pressoché continuo. Molti gli estranei: amici, compagni di studi dei residenti, fattorini in bici che recapitano cibi.
La ragazza violentata, originaria del Sud Italia, è arrivata a Torino all’inizio dell’anno universitario, per conseguire la laurea magistrale in ambito economico. Poche amicizie, una presenza piuttosto discreta. Occupa la stanza da sola, senza condividerla con altri inquilini. Nei giorni scorsi ha compiuto gli anni, senza organizzare particolari festeggiamenti.
La giovane, ancora ieri, era ricoverata in osservazione in un reparto delle Molinette, assistita da una cugina che l’ha subito raggiunta, nella giornata di domenica. Ai genitori, in arrivo a Torino, l’Edisu, l’ente che gestisce le residenze universitarie, ha offerto loro piena assistenza.
Qualche spacciatore di figli di papà dentro l’immobile?
Sicuro!!Sti frocetti comunisti quattrocchi si fanno portare droga e panini alla merda dai negrislamici poi fanno i social-salutisti col sellino nel culo o sul frociopattino elettrico come i loro amici scimmie negre.
La bestia visto che ha aggredito la ragazza e probabilmente l’ha violentata, avrà lasciato qualche traccia di DNA no? Le telecamere non bastano. O forse non vogliono proprio trovarlo il colpevole? Perché come ben sappiamo in Italia gli africani hanno l’impunità assoluta.
La soluzione migliore rimane e rimarrà solo questa. Procedere alla vendetta diretta appendendolo ad un lampione dopo averlo fustigato, picchiato e morto per evirazione con il cazzo ifilato in bocca o prendere ed uccidere 5 marlacchi o negri per ogni ragazza stuprata….